Tema di economia aziendale
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Tema svolto di economia aziendale
Le banche sono imprese commerciali (art.2195 c.c, punto 4), che pongono in essere operazioni creditizie (alla produzione e al consumo).
Ogni banca raccoglie depositi nelle varie forme e li impiega in operazioni creditizie, previo accantonamento della riserva obbligatoria di liquidità.
Il bilancio d'esercizio degli enti creditizi è conforme alla normativa comunitaria, recepita attraverso il decreto legislativo n. 87/92 che a sua volta rinvia alle istruzioni della banca d'Italia emanate in proposito e varie volte aggiornate.
Il bilancio delle banche si differenzia, rispetto al bilancio delle altre imprese, per il campo di applicazione che ha comportato l'adattamento dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico e della Nota Integrativa al contenuto e alle denominazioni tipiche dell'attività bancaria e per le regole di valutazione dei titoli e delle operazioni in valute estere. Valgono per la redazione del bilancio la maggior parte dei principi utilizzati correntemente con particolare attenzione nella redazione del bilancio alla: rappresentazione della sostanza sulla forma; e al momento del regolamento delle operazioni su quello della contrattazione.
Il patrimonio di funzionamento delle banche
Le banche operano in prevalenza con capitali di debito, cioè con i fondi raccolti con le operazioni di provvista. Dette operazioni sono chiamate passive proprio perché la banca assume la posizione di debitrice.
Le fonti di finanziamento
I capitali di debito definiti depositi sono un indice della fiducia di cui gode la banca sul mercato e costituiscono la così detta massa fiduciaria. Detti mezzi sono raccolti sia presso correntisti e risparmiatori, costituenti la clientela formata da imprese e da privati, sia presso altri enti creditizi con i quali è in rapporto.
Il capitale proprio (capitale sociale + riserve) deve finanziare gli investimenti nella struttura organizzativa e ha inoltre una funzione di garanzia nei confronti dei depositanti e dei creditori in genere; per tale ragione deve essere commisurato all'ammontare degli impieghi e dei rischi assunti e crescere con essi nel tempo. Questo si può ottenere con l'autofinanziamento attraverso l'accantonamento a riserva di forti percentuali di utile, tra l'altro la legge prescrive che l'accantonamento alla riserva legale debba essere effettuato nella misura del 10% dell'utile d'esercizio; oppure attraverso aumenti di capitale sociale a pagamento, contro emissione di azioni ordinarie, privilegiate o di azioni di risparmio.
Gli impieghi
I capitali raccolti vengono ripartiti nelle seguenti forme di impiego in proporzioni tali da assicurare condizioni di equilibrio finanziario ed economico:
- fondi depositati obbligatoriamente presso la Banca d'Italia;
- fondi liquidi;
- investimenti finanziari;
- prestiti bancari;
- investimenti strutturali-organizzativi.
Condizioni di equilibrio
La gestione di una banca, come quella di ogni altra impresa, deve svolgersi nel rispetto contemporaneo dell'equilibrio economico, patrimoniale e finanziario; è quindi necessario operare:
- in condizioni di redditività, in modo che il risultato economico remuneri il capitale proprio e consenta di attuare anche una politica di autofinanziamento a sostegno dello sviluppo aziendale;
- in condizioni di solvibilità, in modo da poter far fronte, attraverso un adeguato livello di mezzi propri e un'opportuna composizione degli impieghi, alle obbligazioni assunte verso i terzi, anche in momenti di crisi;
- in condizioni di liquidità, in modo da essere in grado di fronteggiare regolarmente gli esborsi monetari connessi al normale svolgersi della gestione.
Questi tre obiettivi di equilibrio entrano in conflitto tra loro; scelte che migliorano la liquidità o la solvibilità possono ridurre la redditività, per cui la gestione diventa il frutto di un opportuno compromesso che si realizza con precise decisioni operative, quali:
- combinazione della natura e della caratteristica delle operazioni di raccolta con quelle di impiego, al fine di ridurre lo sfasamento tra flussi in entrata e in uscita;
- creazione di riserve di liquidità, costituite da denaro mantenuto liquido o investito in attività a bassa remunerazione ma prontamente liquidabili;
- presenza di un adeguato capitale proprio, con il quale far fronte non solo agli investimenti in immobilizzazioni tecniche e finanziarie ma anche a eventuali esigenze di solvibilità.
Determinazione del risultato economico
Dal punto di vista economico, la gestione dà luogo a costi e ricavi che possono essere raggruppati per aree di gestione, al fine di comporre il risultato d'esercizio attraverso i risultati intermedi conseguiti (margine di interesse, margine di intermediazione, risultato lordo di gestione, utile/perdita d'esercizio).
Il risultato economico delle banche dipende:
- dal divario, tra i tassi attivi di interesse applicati sulle operazioni di finanziamento concesse alla clientela e gli assai più ridotti tassi passivi corrisposti sulla massa fiduciaria raccolta. Mentre la misura dei tassi attivi è legata al rischio e alla durata dei prestiti, quella dei tassi passivi è graduata in base alle consistenze dei depositi e dei conti correnti e alla giacenza media. Nel corso del tempo i tassi bancari possono subire variazioni per effetto della situazione monetaria, finanziaria ed economica; pertanto i depositi e i conti correnti attivi e passivi sono a tasso potenzialmente oscillante;
- dal tasso di inflazione nel sistema economico, che incide sul livello dei tassi attivi e passivi praticabili alla clientela e sulla propensione al risparmio del pubblico;
- dalle scelte che effettua la clientela nella ripartizione degli investimenti del proprio risparmio tra i tradizionali depositi e le varie tipologie di strumenti finanziari (titoli pubblici e privati, quote di fondi di investimento ecc.);
- dal rapporto esistente tra la massa monetaria vincolata nella riserva obbligatoria e scarsamente fruttifera e la massa monetaria disponibile per effettuare operazioni di finanziamento alla clientela e investimenti finanziari;
- dal volume dei servizi offerti alla clientela, che fruttano proventi e consentono un migliore utilizzo dei costi fissi;
- dal livello delle spese d'amministrazione, tra cui assumono particolare risalto quelle relative ai costi del personale e all'elaborazione elettronica dei dati.
Importanza di una buona gestione commerciale
La crescente competizione tra banche concorre a determinare un'ampia differenziazione dei risultati di gestione, con una compressione dei margini di interesse e un maggior peso dell'area dei servizi, settore attraverso il quale sempre più si cerca di conquistare la clientela. Non va inoltre dimenticato che l'avvento dell'euro ha ridotto alcune fonti di reddito (riguardanti le operazioni in cambi), mentre ha comportato il sorgere di costi di adattamento del software e dell'hardware e di formazione del personale.
In particolare nelle banche di medie dimensioni è presente una notevole rigidità dei costi operativi soprattutto dei costi del personale piuttosto elevati, un'oculata gestione ad esempio dovrebbe incrementare i ricavi per servizi connessi allo sviluppo del risparmio gestito, inoltre bisogna continuamente ricercare applicazioni informatiche e telematiche che consentano di accrescere l'efficienza e l'efficacia della gestione; l'evoluzione tecnologica rende possibile:
1.
le rilevazioni connesse a una serie di rapporti in numero crescente che comportano elaborazioni di tipo ripetitivo (come la tenuta dei c/c);
2. l'offerta di un numero crescente di prodotti innovativi, anche via Internet;
3. il supporto alle decisioni, con i sistemi esperti.
Criteri di valutazione del patrimonio
Lo schema di Stato patrimoniale prevede la forma a sezioni divise e non è strutturato; non distingue cioè le immobilizzazioni dall'attivo circolante o il patrimonio netto dalle passività vere e proprie.
E' particolarmente sintetico e trova la sua analisi nella parte B della Nota integrativa.
Analizziamo ora i criteri di valutazione degli elementi richiesti dal testo:
1. i crediti sono distinti a seconda che riguardino le banche (voce 30) o la clientela 40); devono essere iscritti al netto delle svalutazioni per perdite presunte, specifiche e generiche.
2. I titoli sono ripartiti su più voci a seconda della destinazione economica:
· titoli di Stato o di enti pubblici ammissibili al rifinanziamento presso la Banca d'Italia; le obbligazioni e gli altri titoli di debito;
· le azioni e gli altri titoli che costituiscono quote del capitale di altre aziende (escluse quelle definite partecipazioni);
· le azioni che costituiscono partecipazioni sono distinte se riguardano imprese del gruppo,
· alla residuale tutte le altre.
3. Le immobilizzazioni immateriali e le immobilizzazioni materiali vanno iscritte per il loro importo complessivo al netto degli ammortamenti, sia ordinari che anticipati. Nel caso in esame dove è stato riconosciuto l'avviamento ed è stato acquisito a titolo oneroso questo figura tra le immobilizzazioni immateriali e può essere ammortizzato entro un periodo di cinque anni.
4. I ratei e risconti attivi e passivi possono essere distintamente esposti alle voci indicate o possono essere portati a rettifica diretta, in aumento o in diminuzione, dei conti del bilancio ai quali si riferiscono quando ciò sia tecnicamente appropriato. Per cui, ad esempio: i crediti e i titoli possono includere nell'importo i ratei attivi per gli interessi maturati su tali attività; i debiti, rappresentati o meno da titoli, che includono interessi anticipati possono essere iscritti al netto dei risconti attivi per gli interessi non ancora maturati su tali passività.
5. Sono considerate immobilizzazioni finanziarie le partecipazioni, incluse quelle in imprese del gruppo i titolo e gli altri valori mobiliari solo se destinati ad essere utilizzati durevolmente dall'impresa.
6. Il fondo per rischi bancari generali è destinato alla copertura del rischio generale d'impresa; di fatto costituisce uno strumento di politica di bilancio a cui ricorrere per far fronte a eventi eccezionali al fine di assicurare una maggiore stabilità ai risultati della gestione. E in pratica assimilabile a una riserva ed è computabile tra gli elementi positivi del patrimonio di vigilanza.
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