Tema sui videogiochi: scatenano l’aggressività?
Tema sui videogiochi: pro e contro, conseguenze sul carattere di passare molte ore al giorno giocando ai videogiochi. Possono causare problemi di aggressività?
Indice
Videogiochi e aggressività
Uno schermo, un joystick e un mondo fuori dal mondo. I videogiochi ci proiettano in un nano secondo in una realtà parallela, colorata, nuova, piacevole, dove poter fingere di essere qualcun altro, dove poter combattere per raggiungere un obiettivo, superare ostacoli realisticamente insuperabili. Ci permettono di volare, di fare salti altissimi, di sferrare il pugno e il calcio più forti, di sparare con armi potentissime e pericolosissime. Vinciamo? Bene. Perdiamo? Fa niente, ritenteremo e saremo più fortunati, non è morto nessuno, non è una tragedia!
E se lo fosse? Se quello che succede nel videogioco succedesse anche nella vita reale? Quanto può essere pericoloso immergersi totalmente in quella realtà? Cosa scatta nella nostra testa quando ci comportiamo in maniera aggressiva, incivile, (anche illegale!) mentre giochiamo? Il gioco può condizionare il nostro carattere, la nostra inclinazione? Può farci cambiare idea, distruggere valori in cui credevamo, farci comportare in maniera aggressiva e incivile anche nella vita vera?
Videogiochi e violenza
Se da una parte trascorrere del tempo, anche da molto piccoli, giocando ai videogiochi può essere stimolante, può contribuire a insegnare a ragionare, a mettere in campo strategie per arrivare all’obiettivo prefissato, favorendo anche la conoscenza di alcuni argomenti specifici, dall’altro ci sono dei rischi che non possono essere sottovalutati. Soprattutto per i più giovani le cui menti sono più facilmente plasmabili e influenzabili. Insomma, i videogiochi possono scatenare la violenza? In molti hanno studiato questo fenomeno, ma le opinioni degli esperti rimangono contrastanti. Fino a pochi anni fa c’era una sorta di pregiudizio che bollava i videogames come mostri da cui fuggire.
Oggi è diverso. Da una parte c’è chi lo ritiene un pericolo concreto, dall’altra c’è chi invece ridimensiona il tutto ritenendo che gli studi al riguardo non sono abbastanza e quindi non sono sufficienti a dimostrarlo, oltre al fatto che, se usati in un certo modo, i videogiochi possono anche portare dei benefici nell’apprendimento, soprattutto per giovani con disabilità o con difficoltà a mantenere la concentrazione per un tempo prolungato. Comunque sia lo sappiamo, l’uomo cresce emulando, guardando gli altri e cercando di replicare quello che fanno ed è lecito perlomeno sospettare che un gioco violento possa rendere più aggressivi.
Pro e contro dei videogiochi
Ovviamente è anche la quantità di tempo che si trascorre giocando che può influire sulle conseguenze. Secondo alcuni dati, soprattutto negli adolescenti è frequente un uso eccessivo dei videogiochi: oltre il 55% dei ragazzi sotto i quindici anni (la percentuale scende al 20% quando si tratta delle ragazze) trascorrerebbe circa due ore al giorno davanti allo schermo. Il che porterebbe a un peggioramento della qualità della loro vita, intralciando le relazioni con i coetanei. Il rischio che ne deriva è: emarginazione e solitudine.
L'evoluzione dei videogiochi: sempre più reali
Anche da questo punto di vista c’è un altro aspetto da valutare. Negli anni i videogiochi si sono evoluti, sono diventati sempre più realistici e la realtà virtuale ha reso ancora più concreta l’immersione totale nel gioco. Oltretutto, se un tempo per giocare bisognava recarsi nelle sale da gioco, oggi tutti hanno a casa uno smartphone, un tablet, un computer o una console e così i giovani si allontanano da una dimensione sociale, privandosi del confronto diretto con l’altro che è fondamentale sempre, ma ancora di più, forse, nel periodo in cui ci formiamo e cresciamo.
Il gioco violento può provocare violenza?
Ma è solo il gioco violento che può provocare violenza? A quanto pare no. Sembra infatti che la dipendenza da videogiochi - che preoccupa tanti genitori - possa provocare comportamenti violenti, oltre a stress, rabbia, ansia, svogliatezza e inappetenza. L’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha addirittura inserito il gaming disorder nell’elenco che contiene tutte le patologie riconosciute, che sono oltre 55mila. Un elenco che i medici di tutto il mondo utilizzano per le proprie diagnosi. Certo, chi si ammala è solo una piccola percentuale di chi utilizza i videogiochi, ma è pur sempre qualcosa di cui preoccuparsi e da gestire con attenzione soprattutto nel momento in cui cominciamo a notare in noi stessi o negli altri alcuni sintomi: per esempio preoccuparsi e pensare costantemente alla partita che abbiamo fatto o che faremo; sentirsi irritati o tristi quando, per qualunque ragione, non riusciamo a giocare; aver provato a smettere di giocare e aver fallito; perdere interesse in altre attività; riconoscere di abusare del gioco, ma continuare lo stesso; mentire ai propri amici o familiari sulla quantità di tempo speso giocando.
Uso e abuso dei videogiochi
Il videogioco seduce, è attrattivo, questo lo sappiamo. Chi li realizza preme proprio su questo e la domanda che si fa è: come posso fare per far sì che il giocatore resti incollato allo schermo il più a lungo possibile? Dobbiamo saperlo, dobbiamo esserne consapevoli. I giochi sono fatti in modo da “rapirci”, da estraniarci dal mondo esterno. I videogiochi non sono innocui. Oppure lo sono, ma solo se ci approcciamo ad essi con coscienza. Dobbiamo usarli con cautela, conoscerne i rischi, le conseguenze sulla vita vera, che poi è quella che dobbiamo vivere. C’è differenza tra uso e abuso e il pericolo si trova proprio lì, nel saperla riconoscerla. In questo caso i genitori devono avere un ruolo fondamentale, stare attenti alle abitudini dei propri figli e trovare il modo, quando captano che qualcosa non va, di allontanarli dallo schermo, di liberarli dalla schiavitù del gioco, dalla dipendenza.
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