Tema svolto sull'educazione

Tema svolto sull'educazione: riflessione personale su qual è il significato dell'educazione in psicologia

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Tema svolto sull'educazione in psicologia
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Educare significa trasmettere, insegnare e “portare fuori” le capacità che ognuno ha per tirar fuori le potenzialità.

Per “educare meglio”, ci sono 4 stili, di cui due coercitivi e due induttivi: quelli coercitivi sono basati sul potere fisico e sulla sottrazione d’affetto, mentre quelli induttivi sono basati sul ragionamento e sull’empatia.

Stile educativo basato sul potere fisico

Questo stile utilizza soprattutto punizioni espiatorie: il genitore controlla il bambino soprattutto sfruttando il suo potere, la propria autorità e specialmente la propria superiorità fisica.

In uno stile educativo tipo questo, il dialogo è quasi completamente assente, non c’è un rapporto di fiducia.

Per quanto riguarda lo stile basato sul potere fisico, gli effetti sono negativi: se lo confrontiamo con altri stili è quello che favorisce meno il passaggio da morale eteronoma a morale autonoma. Il bambino basa il proprio comportamento non sulle regole che pensa siano giuste, ma sulla base delle possibili punizioni che un adulto gli può infliggere.

Alcune ricerche confermano che tanto prima si impedisce al bambino di sbagliare, tanto più aumenta l’interesse verso l’azione proibita. Infine, lo stile basato sul potere fisico è quello che ha peggiori effetti sullo sviluppo morale e ciò indipendentemente da variabili come l’intelligenza, il sesso e la classe sociale d’appartenenza.

Stile educativo basato sulla sottrazione d'affetto

Ecco alcuni esempi di comportamenti punitivi che conducono a questo tipo di stile: ignorare il bambino, fingere di non notare i suoi sforzi per riconciliarsi, non accettare il dialogo…

Come lo stile basato sul potere fisico, anche questo sembra avere un alto potere punitivo. L’eventuale minaccia di punizione può agire in profondità scatenando paure di abbandono, di separazione.

Questo stile produce soprattutto inibizione dei sentimenti ostili. Il bambino cioè, controlla particolarmente i propri sentimenti aggressivi. È assai difficile stabilire quanto vi sia di positivo e quanto di negativo in questo autocontrollo. Si tratta di stabilire se ciò è dovuto ad un positivo controllo della propria aggressività, o ad un “soffocamento” della propria personalità.

Questo stile educativo si differenzia da quello basato sul potere fisico soprattutto per il fatto che sono maggiori sia l’interiorizzazione delle norme, sia il senso di colpa. In sintesi, l’effetto più globale e più caratterizzante sembra essere l’inibizione.

Stile educativo basato sul ragionamento

In questo stile il genitore spinge il bambino a valutare il suo comportamento, a fargli capire quali sono stati i suoi errori e perché ha ricevuto una determinata punizione. In questo stile, a differenza di quelli trattati prima, stimolano molto il dialogo, per infondere anche fiducia nel bambino rispetto al genitore.

A questo stile possono essere ricondotti anche i comportamenti che tendono a “mettere in gioco” l’autostima del bambino, il suo orgoglio; rispetto agli stili coercitivi, dove era l’adulto al centro di tutto, qui è il bambino al centro della situazione.

Stile educativo basato sull'empatia

In questo stile, ha particolare importanza la considerazione del proprio comportamento sugli altri, ottenuta dal fatto di aver fatto capire al bambino quali sono state le conseguenze del suo comportamento e fargli rivivere la situazione in cui può trovarsi l’altro.

Lo stile basato sul ragionamento e sull’empatia sono complementari, in quanto il primo fa appello alla capacità di comprendere l’altro sul piano cognitivo e il secondo su quello emozionale.

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