Tema sulla malattia mentale

Come si scrive un tema sulla malattia mentale? Ecco la guida per scrivere un testo argomentativo o un saggio breve sulla tematica dei disturbi mentali
Tema sulla malattia mentale
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1Tema sulla malattia mentale: riflessione iniziale

Malinconia di Domenico Fetti, 1615
Fonte: getty-images

Secondo la psicologia e la psichiatria il disturbo mentale è una condizione patologica che va influire sugli aspetti comportamentali, relazionali, cognitivi o affettivi di una persona: ossia, quest’ultima incontrerà difficoltà nel confronto e nell’integrazione con gli altri, con l’eventuale conseguenza di una sofferenza personale soggettiva. Quando tale disagio è importante lo si indica come malattia mentale.

A causa della scarsa conoscenza in materia e della sua evidente complessità, il tema della malattia mentale nell’opinione pubblica è purtroppo trattato con superficialità, per cui vengono sovente portati avanti degli stereotipi apparentemente affascinanti per il pubblico generalista, seppur lontani dalla realtà dei fatti.

Negli ultimi tempi si è notato un aumento dell’interesse e una maggiore dimestichezza con la psicologia e con la psichiatria: ciò deriva dalla crescente padronanza della materia e quindi un atteggiamento critico nei confronti dei discorsi e delle narrazioni semplificative che rimbalzano sui social media, nelle tv, sui giornali o in radio.

«Non è importante tanto il fatto che in futuro ci siano o meno manicomi e cliniche chiuse, è importante che noi adesso abbiamo provato che si può fare diversamente, ora sappiamo che c'è un altro modo di affrontare la questione; anche senza la costrizione» Franco Basaglia.

Nonostante ciò, la disinformazione sul tema della malattia mentale è ancora abbastanza estesa ed è bene continuare ad approfondirla nei suoi aspetti storici, legislativi, culturali e sociali.

Prima di incominciare ad affrontare l’argomento, ti invito ad avere sottomano un foglio di brutta per scrivere i tuoi eventuali pensieri stimolati dal questionario che segue:

  1. Che cos’è la malattia mentale?
  2. Conosci qualcuno che ne è affetto? Se sì, come lo vedi?
  3. Come ne parlano i social media, i giornali, le tv e le radio?
  4. Hai mai ascoltato o letto delle testimonianze di queste persone?
  5. Ci sono già dei precedenti storici oppure è un fenomeno attuale?
  6. Qual è la percezione generale delle persone attorno a te a riguardo?
  7. Esistono delle leggi nazionali o internazionali che regolamentano e tutelano queste persone?
  8. Che tipo di cure ci sono per questa patologia?
  9. Attualmente, vi sono delle strutture apposite che ospitano queste persone? Secondo te, sarebbe giusto o meno che ci siano?
  10. C’è qualcosa che potresti fare concretamente per sostenere queste persone?

2Tema sulla malattia mentale: come procedere: lettura dei documenti forniti dal docente e ricerca su internet

2.1Storia della malattia mentale

Nelle antichissime civiltà, come ad esempio in quella egizia, la malattia mentale era considerata essenzialmente un qualcosa di esterno rispetto al corpo.

Fu in Grecia che si iniziò a preoccupare della «scienza dell’anima» con un approccio più scientifico: sia Aristotele (384-322 a.C.) che Platone (428/427-348/347 a.C.) si interessarono al tema. Ippocrate (460-377 a.C.) formulò nel V secolo a.C. la Teoria degli umori.

Anche Aulo Cornelio Celso (25 a.C.-45 d.C), rifacendosi ad Ippocrate, riprende il tema nel suo De Medicina risalente al I secolo d.C.

Nella seconda parte del III libro, si legge infatti la descrizione delle varie declinazioni della «follia» da lui suddivisa in: “frenesia”, “malinconia” e la vera e propriafollia”, indicando un rimedio per ognuna di esse.

Durante il Medioevo, la visione della follia fu sostanzialmente collegata ad una possessione demoniaca. Compito di guarire dall’insania spetta infatti ai ministri della chiesa: un’idea, anche qui, della malattia mentale come di un qualcosa di esterno rispetto al corpo.   

Fu proprio in questo contesto che emersero sempre di più situazioni di esclusione sociale di individui controversi.   

Ritratto di Thomas Willis (1621-1675), medico inglese che ebbe un ruolo importante nella storia dell'anatomia, neurologia e psichiatria
Fonte: getty-images

Fu nel corso del XVI secolo che nacquero le prime istituzioni totali volte all’internamento, anche se esso fu una creazione istituzionale caratteristica del XVII secolo.

Verso la metà del 1600, in Inghilterra, Thomas Willis (1621-1675) fu il primo a teorizzare che la malattia mentale fosse legata al sistema nervoso.

Una figura importante nella storia della malattia mentale è Sigmund Freud (1856-1939), fondatore della psicanalisi e fautore di un nuovo approccio alla malattia mentale che consideri la dimensione dell’inconscio.

Una misura che molti Stati nel mondo adottarono per la cura temporanea o permanente di soggetti affetti da disturbi mentali fu l’istituzione degli ospedali psichiatrici, conosciuti volgarmente come manicomi.

Molti pazienti vi accedevano volontariamente, altri invece venivano ricoverati contro la propria volontà, quando questi costituivano un pericolo significativo per gli altri.

2.2Stime e legislazione in Italia

Ospedale psichiatrico di Monfalcone, in Friuli-Venezia Giulia, 1910-1920
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Dopo una breve panoramica della malattia mentale nella storia, iniziamo a conoscere l’argomento secondo le recenti ricerche: si stima che circa il 50% degli adulti abbia sofferto, con una sintomatologia da moderata a grave, di un disturbo mentale in un determinato momento della propria vita. Tuttavia, nonostante l’elevata incidenza, solo il 20% circa di questi soggetti si rivolge ad uno specialista (dall’articolo di Michael B. First pubblicato da Manuale MSD, aggiornato al 20 marzo 2020). 

Riuscire a riconoscere chiaramente una malattia mentale dal comportamento normale è molto difficile: i casi e le cause sono molteplici e non sempre si hanno delle linee di demarcazioni nette.

Per questo che gli specialisti per la loro diagnosi si basano principalmente sui tre seguenti criteri:

  1. gravità dei sintomi;
  2. durata dei sintomi;
  3. l’incidenza dei sintomi sulla vita quotidiana.

Dagli studi sulla malattia mentale, gli specialisti affermano che ciò è il risultato di una complessa interazione tra diversi elementi, ossia:

  • fattori genetici;
  • fattori biologici;
  • fattori psicologici;
  • fattori ambientali (sociali e culturali inclusi).
Il direttore Pasquale Palumbo aiuta un uomo a indossare la giacca nella casa-famiglia, ex ospedale psichiatrico, Materdomini (Salerno)
Fonte: ansa

Attualmente, i ricercatori hanno messo come fattore più influente quello genetico: infatti, gli studi hanno dimostrato come le malattie mentali insorgano nei soggetti con un corredo genetico che li mette in uno stato di predisposizione. Con l’aggiunta anche di altri eventi stressanti, tale vulnerabilità potrebbe portare al soggetto allo sviluppo di un disturbo mentale.

Nel 1904 fu emanata una legge italiana riguardante i manicomi, gli alienati e la loro cura:

Debbono essere custodite e curate nei manicomi le persone affette per qualunque causa da alienazione mentale, quando siano pericolose a sé o agli altri e riescano di pubblico scandalo e non siano e non possano essere convenientemente custodite e curate fuorché nei manicomi. Sono compresi sotto questa denominazione, agli effetti della presente legge, tutti quegli istituti, comunque denominati, nei quali vengono ricoverati alienati di qualunque genere” (Legge 14 febbraio 1904, n. 36).

Innovativa fu la Legge Basaglia del 1978 che portò alla chiusura dei manicomi civili, mentre quelli giudiziari rimangono aperti fino al 2015. La cura dei soggetti affetti da disturbi mentali passava da metodi custodialistici a una presa in carico della persona. Venne così raggiunto l’obiettivo di questa legge di restituire dignità e valore ai malati che venivano esclusi dalla società.

2.3Testimonianze

L'ospedale psichiatrico Materdomini, al confine tra Nocera Superiore e Roccapiemonte (Salerno), dopo essere stato convertito in casa-famiglia dal direttore Pasquale Palumbo
Fonte: ansa

La discussione su come provvedere alla cura dei soggetti affetti da disturbi mentali rimane ancora aperta: la difficoltà principale sta nell’eterogeneità dei casi; perciò, i metodi di terapia non possono essere univoci per tutti quanti. 

«La contenzione fisica si applica a tutto oggi spesso e volentieri. Ed in tutta Italia. Talvolta essa è necessaria ed anche preferibile ai farmaci che, se assunti in dosi massicce possono essere assai più dannosi di una contenzione di breve durata. Tuttavia la contenzione fisica dovrebbe essere considerata come un presidio terapeutico estremo ed andrebbe effettuata in una stanza specificamente attrezzata, con fasce idonee, lavabili, e soprattutto per un tempo limitato. […] Tuttavia il 99% delle volte essa non è necessaria ed è un inutile strumento che viene utilizzato per sopperire alle carenze del sistema ed alla scarsa preparazione del personale» (dall’articolo di blog di SOS Psiche). 

Come detto precedentemente, individuare i segnali di una malattia mentale è problematico, ma ancor più complicato per una persona riconoscere e accettare che essa abbia necessità di un’assistenza psicologica e/o psichiatrica.

«A 19 ebbi il mio primo attacco di panico. Sentivo che c’era qualcosa che non andava in me, ma per anni riuscii a condurre una vita regolare e ricca di esperienze: […] Ma nascondevo un malessere al quale non sapevo dare un nome, fin quando nel 2017 questo nome fu dato dai medici: depressione maggiore per disturbo bipolare di tipo 2 e borderline. […] Quel controllo che avevo sempre avuto su tutto mi stava scivolando dalle mani: avevo esplosioni di ira pericolose, crisi di pianti agonizzanti, disperazione, paura, terrore, ansia, autolesionismo, pensieri di suicidio. Volevo continuare a vivere la mia vita, ma non ci riuscivo: mi sentivo come se qualcuno mi divorasse gli organi. […] E invece di essere capita, venivo insultata e disprezzata da chi avrebbe dovuto supportarmi. Diventai pelle e ossa e vedevo questo come un trofeo per tutta quella sofferenza. Nell’estate 2018 la mia vita arrivò ad essere in serio pericolo, così decisi di farmi ricoverare in una clinica specializzata a Firenze, dove rimasi per alcuni mesi. […] Lentamente ho ripreso ad alzarmi dal letto, mangiare, lavarmi, uscire col cane, con le amiche, a viaggiare, lavorare… Insomma, a vivere. Non si può dire che ne sia uscita. Si può dire che io abbia raggiunto un equilibrio. Dal disturbo borderline si può guarire. E ora ho una consapevolezza che non credevo avrei mai raggiunto, grazie al duro lavoro che ho fatto su di me, insieme alla mia alla mia psicologa e alla mia psichiatra» (dall’intervista a Federica Ooyen su L'Italia che cambia del 2 dicembre 2020). 

Non sempre è agevole la richiesta di assistenza psicologica e/o psichiatrica, soprattutto quando ci si rivolge presso gli enti locali preposti perché non si ha la disponibilità economica per affrontare le spese della terapia da privati.

«Quando mi presentai per la prima volta all’ASL locale per richiedere una visita psichiatrica per entrare in terapia mi fu sottoposto un test. In base alla gravità della situazione mi sarebbe stato assegnato o meno uno psicologo o psichiatra di riferimento. […] Se avessi ottenuto un punto in meno, non so nemmeno se ora sarei qui a raccontarvi questa storia. Come può una valutazione così fredda e approssimativa, espressa in banali punteggi su un questionario, esprimere un’indicazione limpida e onesta sulla gravità di determinati disturbi mentali? Come può decidere del futuro di un paziente? […] Persino gli psichiatri stessi sono delusi e contrariati. La mia psichiatra, alla fine dell’ennesima giornata di lavoro, un giorno mi guardò negli occhi e si confidò: "Sai, vorrei avere più tempo per parlare con voi. Posso dedicarvi solo mezz’ora ogni due settimane, e questo tempo non è sufficiente. Ma non ho altra scelta. Siete tantissimi, troppi, e io solo una”» (dall’articolo di blog di Barbara Silvestri su beingaware.it del 22 maggio 2020). 

È condiviso dalla comunità mondiale che la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto fortemente negativo sulla salute mentale di tutti quanti, nessun escluso: a causa dei lockdown, delle quarantene, del distanziamento sociale le condizioni socioeconomiche difficili etc. 

C’è l’intenzione da parte del Ministero della Salute dello Stato italiano di intervenire a sostegno di tutte quelle persone bisognose di un’assistenza psicologica e psichiatra: un importante freno in questa direzione si è avuto nella mancanza dell’agevolazione al supporto psicologico nella Legge di Bilancio per il 2022

Si spera comunque che il tema della malattia mentale rimanga nel dibattito pubblico e che presto arrivino dei provvedimenti adeguati

3La scaletta per scrivere un tema sulla malattia mentale

Prima di iniziare a scrivere il proprio elaborato è essenziale avere in mente una struttura ben chiara e precisa: inizia con un’introduzione dell’argomento, procedi con la sua presentazione, dopodiché elaboralo in maniera critica e, infine, proponi delle soluzioni e/o tira le tue conclusioni.

  1. Introduzione.
  2. Presentazione dell’argomento.
  3. Elaborazione del tema con dati e/o testimonianze.
  4. Proposte d’intervento e conclusioni.

4La stesura di un tema sulla malattia mentale

4.1Introduzione

L’apertura di uno scritto è importante: è bene che tu ne abbia cura perché sia convincente ed efficace. In base al tuo gusto, puoi preferire iniziando ad introdurre il tema sulla malattia mentale a partire da un evento specifico inerente, altrimenti scegliere di unire l’introduzione con la presentazione dell’argomento.

Scegli uno stile di scrittura che rimanga coerente in tutto il testo: adotta delle frasi brevi se vuoi dar rilievo alla sfera emozionale, oppure impiega dei periodi più elaborati qualora volessi favorire il ragionamento.

4.2Presentazione dell’argomento

Terminata l’introduzione, riprendi il foglio di brutta con il questionario proposto precedentemente più i pensieri sollecitati da quest’ultimo.

In questa parte del tuo scritto è fondamentale che tu, da una parte, dia la restituzione dello stato reale della questione sulla malattia mentale, tentando anche di liberarla dalla disinformazione in cui è sovente è immersa, e, dall’altra parte, far capire ai tuoi lettori come tratterai questo argomento.

4.3Elaborazione dell’argomento

Sei nella parte centrale del tuo tema, dove dovrai argomentare ed esporre le tue idee. Ovviamente, hai la piena libertà d’espressione della tua opinione a riguardo.

Ciò nonostante, rammenta che tutto ciò che dirai dovrà essere sostenuto da dati statistici e/o da articoli, sottraendosi perciò dal perché sì e dal no perché no.

Successivamente, approfondisci le cause e gli effetti del fenomeno che stai trattando, ossia quello della malattia mentale. Avendo a disposizione dei documenti e degli articoli, ciò ti aiuteranno a fornirti degli spunti di riflessione: interpretali correttamente e ricordati di citarli

Dopodiché, fai emergere la complessità del tema della malattia mentale, evidenziando la problematicità della questione: da una parte, mostra il punto di vista delle persone affette da disturbi mentali e, dall’altra, quella delle autorità, degli enti e specialisti preposti alla loro assistenza

Da quel che hai potuto notare, il tema della malattia mentale è complesso e problematico: è utile quindi riflettere sul lavoro di informazione e di narrazione dei Media a riguardo. 

Infine, una volta presentato chiaramente e sviluppato criticamente il tuo discorso, avanza delle proposte dotate di buon senso: ossia che siano concretizzabili e fattibili

4.4Conclusione del tema sulla malattia mentale

Sei quasi alla fine. Prima di ultimare il tuo scritto, rileggi attentamente il tuo tema sulla malattia mentale e verifica di aver osservato le regole per scrivere un buon tema di Italiano, punteggiatura ed errori da non fare.  

Siamo alla fine. È la parte in cui tiri le tue conclusioni. Se ci fai caso, queste risultano anche coincidenti con le tue proposte di soluzione.  

L’ultima operazione per terminare il tuo scritto è raccomandato che tu indichi una strada da seguire per tutti quanti, dalle istituzioni ai comuni cittadini. Puoi anche proporre delle attività da svolgere in classe, in maniera tale da approfondire la questione.  

5Le guide per svolgere gli altri temi

Devi svolgere altri temi? Di seguito trovi le guide di Studenti.it con tutti i consigli per sviluppare un elaborato che stupisca i professori: