Tema sui profughi: riflessioni e traccia per tema argomentativo
Indice
1Tema sui profughi: riflessione iniziale
Derivante dalla parola latina profugĕre, quindi "cercare scampo”, il profugo è quella «[…] Persona costretta ad abbandonare il proprio Paese in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, per cercare protezione in una zona più sicura del suo Stato di appartenenza o per cercare asilo in uno Stato diverso da quello d’origine» (definizione tratta dal vocabolario online della Treccani).
Il tema dei profughi è sempre stato un argomento delicato nel dibattito pubblico. Tuttavia, negli ultimi anni, tale discussione si è accesa ancor di più non solo per l’aumento dei flussi migratori in direzione dell’Europa provenienti dall’Africa e dal Medioriente, coinvolgendo così anche l’Italia, ma anche per le condizioni in cui queste persone sono ospitate nelle strutture preposte.
Guardando le immagini in TV, leggendo le notizie sui giornali o ascoltando gli ultimi aggiornamenti in radio, una persona si potrebbe chiedere come mai si parli solo di emergenza e che non si riesca a trovare un modo per risolvere tale situazione.
Evidentemente la questione è complessa e bisogna tener conto di molti fattori che di solito sfuggono in un primo approccio all’argomento.
Per iniziare ad affrontare l’argomento, ti consiglio di prendere un foglio di brutta dove appuntarti i tuoi pensieri sollecitati dal seguente questionario:
- Chi sono i profughi?
- Quali sono i motivi per cui una persona dovrebbe fuggire dal proprio paese?
- Ci sono già dei precedenti storici oppure è un fenomeno attuale?
- Dove e come sono i luoghi in cui sono accolti i profughi?
- Esistono delle leggi nazionali o internazionali che regolamentano e tutelano queste persone?
- Ho mai ascoltato o letto delle testimonianze di queste persone?
- Come ne parlano i giornali, le tv e le radio?
- Qual è la percezione generale delle persone attorno a te a riguardo?
- C’è un modo per risolvere questo fenomeno?
- Esistono degli enti o delle organizzazioni che si occupano dei profughi? Se sì, li ritieni efficaci?
2Tema sui profughi, come procedere: lettura dei documenti forniti dal docente e ricerca su internet
2.1Differenza tra rifugiati, migranti e profughi
Uno spunto iniziale per svolgere il nostro tema sui profughi è andare a esaminare le fonti giuridiche a riguardo. Ciò che si trova vicina alla definizione di “profugo” è quella di “rifugiato”: secondo la Convenzione ONU relativa allo statuto dei rifugiati del 1951, definì “rifugiato”:
«chiunque, nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non può o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato» (Dalla Convenzione sullo status dei rifugiati, Cap. 1, Art. 1 «Definizione del termine di ‘rifugiato'», Ginevra, 28 luglio 1951).
Prima di arrivare al riconoscimento dello status di rifugiato, secondo il diritto europeo è necessario che queste persone presentino la domanda di protezione internazionale, diventando così, dal punto di vista giuridico, “richiedente protezione internazionale”.
In Italia, in accordo alle norme della Convenzione di Ginevra del 1951 e di quella di Dublino del 1992, è stabilito che il diritto di asilo è tra i diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla Costituzione e che quindi, nonostante l’assenza di una legge organica apposita, la Repubblica Italiana assicura l’accoglienza dello straniero presso il proprio territorio.
Infine, in una situazione precaria, sia giuridicamente che sostanzialmente, si trovano invece i profughi i quali, a differenza dei rifugiati, dei richiedenti asilo, non posseggono uno status giuridico ben definito: nonostante essi non siano considerati dei migranti clandestini veri e propri, questi sono perlopiù accostabili ai migranti irregolari.
Per questo, anche per le condizioni in cui sono ospitati la maggior parte dei profughi, l’appellativo più utilizzato nonché più affine a profugo è quello di “sfollato”, ossia «chi ha dovuto allontanarsi, per circostanze dipendenti dallo stato di guerra o da altre calamità, dal luogo di residenza abituale» (vocabolario online Treccani).
Nel linguaggio mass mediatico, per semplificazione della notizia, sia a causa della complessità della situazione che della scarsa conoscenza dei fatti, si adotta il termine generico “profughi” per descrivere tutti quegli individui in uno stato di precarietà che sono sfuggiti dal proprio paese a causa di guerre, persecuzioni, catastrofi naturali oppure perché alla ricerca di maggior fortuna.
2.2I profughi nel mondo
Oltre alla questione dell’immigrazione, dove purtroppo in Italia viene rimbalzata spesso disinformazione sul fenomeno, è problematico anche il tema sui profughi: non tanto la paura di avere nel proprio territorio possibili criminali o sostituti al proprio lavoro, ma quanto le discussioni sulla loro accoglienza: da una parte, vengono rimproverati i fondi stanziati per le procedure di accettazione e di trattamento dei profughi considerati troppo elevati e, dall’altra, si protesta sui motivi per cui la responsabilità di queste persone sia a carico del proprio paese.
Tuttavia, la Convenzione di Dublino del 1990, tra i firmatari vi è anche l’Italia, stabilisce che lo Stato di primo approdo del migrante è quello che dovrà far fronte al sistema accoglienza e alla sua domanda d’asilo. Data la situazione attuale della migrazione verso l’Europa, è evidente che è necessario rivedere le regole del trattato. Infatti, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyden ha assicurato più volte nel 2020 modifiche in tal senso.
Dopo aver delineato e distinto le varie definizioni, iniziamo a maneggiare i dati che restituiscono lo stato attuale dei profughi nel mondo. Secondo le statistiche del 2020 dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, in base alle informazioni rilevate sul campo sono circa:
- 82,4 milioni le persone in fuga nel mondo, di cui 26,4 milioni i rifugiati, di questi 20,7 milioni sotto il mandato dell’UNHCR e 5,7 milioni in quello dell’UNRWA;
- 48 milioni gli sfollati interni;
- 4,1 milioni i richiedenti asilo;
- e 3,9 milioni sono i venezuelani fuggiti all’estero.
(Da report annuali su Global Trends e su Global Appeal).
I rifugiati più tristemente famosi in questo momento sono purtroppo i 5,7 milioni circa cittadini siriani che sono dovuti scappare dal proprio paese in Turchia, Libano, Giordania, Iraq oppure nei territori siriani liberati dalle forze governative di Bashar al-Assad, a causa della Guerra civile siriana.
Fortunatamente la maggior parte è più o meno integrata con le popolazioni locali; tuttavia, ancora 280 mila persone sono nei campi profughi.
“Il nostro obiettivo principale era quello di uscire ancora in vita da quella guerra”, ha detto Hala, raccontando la loro fuga dalla città di Hama nel 2011. [In Libano] c’era un po di serenità […]. I nostri figli andavano ancora a scuola, stavano imparando, sarebbero diventati qualcuno in futuro e avrebbero reso orgogliosi la mamma e il papà”.
Ma con l’avanzare della crisi in Siria, anno dopo anno, le loro risorse sono diventate sempre più scarse e i debiti hanno cominciato ad accumularsi. I tre figli più grandi di Hala hanno dovuto abbandonare la scuola, e il figlio maggiore Amer, 16 anni, ha iniziato a lavorare per integrare il reddito del padre, che lavora alla giornata. Purtroppo la situazione di Hala è la norma per le famiglie coinvolte nella più grande crisi di rifugiati del mondo. […]
“Ho 16 anni – a questa età dovrei vivere i giorni migliori della mia gioventù”, ha aggiunto Amer, il loro figlio maggiore. “Abbandonare la scuola mi ha fatto sentire come se non fossi desiderato in questa vita. Lavoravo 12 ore al giorno, stando in piedi mentre dovrei essere a scuola a studiare” (Dall’articolo dello Staff UNHCR, su unhcr.org/it/ del 12 marzo 2021).
Non tutti i profughi e i rifugiati si allontanano dal proprio paese a causa di conflitti armati, di persecuzioni o di calamità naturali: un esempio lampante è quello venezuelano, dove circa il 25% della propria popolazione è in fuga dal proprio paese e ha trovato riparo nelle nazioni confinanti: Colombia, Perù, Stati Uniti, Cile, Ecuador, Brasile, Caraibi, Argentina e Messico, il restante è disperso nel resto del mondo, la maggior parte in Unione Europea, in particolare in Spagna.
«La dittatura di Maduro ha prodotto più migranti e rifugiati del regime talebano», sintetizza il premio Pulitzer Andrés Oppenheimer, che ha raccolto i dati di Smolansky (David Smolansky, capo dell’Ufficio dell’Organizzazione degli Stati americani che si occupa dei rifugiati venezuelani) analizzando le tre principali cause per cui il numero dei migranti venezuelani continua a crescere, senza sosta.
[…] La prima ragione è tragicamente semplice: […] Secondo l’ultima ricerca dell'Università Cattolica Andrés Bello, che ha reso noto i dati a fine settembre, attualmente il tasso di povertà a Caracas è pari al 94,5% del totale della popolazione. Del resto il salario minimo in Venezuela, pur includendo un sussidio alimentare obbligatorio, è di meno di due euro al mese.
[…] La seconda ragione che spiega la diaspora infinita dei venezuelani sono i negoziati tra il regime e l'opposizione, che dopo un inizio promettente - tra metà agosto e inizio settembre - adesso ristagnano e molto probabilmente non si tradurranno in nessuna apertura politica significativa che possa dare speranza per il futuro.
[…] Infine, a stimolare l’esodo venezuelano nei prossimi mesi, c’è anche un terzo fattore: i paesi dell'America Latina man mano che vaccinano più persone contro il Covid-19 allenteranno le restrizioni di viaggio in entrata già sul finire del 2021 (dall’articolo di Paolo Manzo, su vita.it dell’11 ottobre 2021).
2.3I tentativi di intervento
L’ente principale che si occupa della questione dei rifugiati nel mondo è l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, abbreviato con la sigla inglese UNHCR (United Nations High Commissioner for Refugees).
Fondata il 14 dicembre 1950, quest’organizzazione è attiva e presente in 134 paesi ed è in prima linea a salvare vite umane e a tutelare i diritti di milioni di rifugiati. È stata insignita del Premio Nobel per la pace nel 1954 e nel 1981.
Rimanendo a ciò che ci è più vicino, sappiamo che la meta dei migranti e dei rifugiati è in Europa, sia perché desiderano protezione che una vita migliore.
Da una parte, l’UE promuove programmi di integrazione dei rifugiati presso di loro, come per esempio il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF), dall’altra, essa fornisce supporti alle frontiere.
Tuttavia, nonostante gli sforzi dell’Unione Europea, la situazione dei rifugiati e dei profughi nei territori UE non sembra migliorare: tralasciando le resistenze politiche e le inefficienze amministrative degli Stati membri, il problema preminente è l’aumento sempre più consistente di migranti e di rifugiati dal Medio Oriente e dall’Africa.
Una voce autorevole che può ricordare a tutti quanti la gravità dell’attuale questione dei profughi e l’urgenza di intervento è sicuramente quella di papa Francesco.
Il 5 dicembre 2021 il pontefice ha visitato la Reception and Identification Centre nell’isola di Lesbo, struttura di accoglienza dei rifugiati che sostituisce il precedente campo profughi di “Moria”. Di seguito parte del suo discorso:
L’appello di papa Francesco: Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!
«E quante condizioni indegne dell’uomo! Quanti hotspot dove migranti e rifugiati vivono in condizioni che sono al limite, senza intravedere soluzioni all’orizzonte! Eppure il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignità di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto! È triste sentir proporre, come soluzioni, l’impiego di fondi comuni per costruire muri! […] Chiusure e nazionalismi – la storia lo insegna – portano a conseguenze disastrose… In diverse società si stanno opponendo in modo ideologico sicurezza e solidarietà, locale e universale, tradizione e apertura. È facile trascinare l’opinione pubblica istillando la paura dell’altro; perché invece, con lo stesso piglio, non si parla dello sfruttamento dei poveri, delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio? Vanno affrontate le cause remote, non le povere persone che ne pagano le conseguenze, venendo pure usate per propaganda politica! Per rimuovere le cause profonde, non si possono solo tamponare le emergenze. Occorrono azioni concertate. Occorre approcciare i cambiamenti epocali con grandezza di visione. Perché non ci sono risposte facili a problemi complessi». (dall’articolo di Stefania Falasca, su avvenire.it del 5 dicembre 2o21).
3La scaletta per scrivere un tema sui profughi
Per affrontare questo tema è necessario avere una struttura ben chiara e precisa: utilizza le prime righe per introdurre l’argomento, per poi presentarlo, per elaborarlo criticamente e, infine, per proporre le tue soluzioni e/o tirare le tue conclusioni:
- Introduzione.
- Presentazione dell’argomento.
- Elaborazione del tema con dati e/o testimonianze.
- Proposte d’intervento e conclusioni.
4La stesura di un tema sui profughi
4.1Introduzione
L’attacco del tuo contributo è importante. Perciò, a seconda del tuo gusto, puoi preferire iniziando a raccontare un evento specifico inerente al tema, altrimenti puoi scegliere di combinare l’introduzione e la presentazione dell’argomento.
Fai attenzione allo stile che vuoi adottare: con le frasi brevi darai rilievo alla sfera emozionale; mentre, con le proposizioni più lunghe accentuerai l’aspetto del ragionamento.
4.2Presentazione dell’argomento
Adesso riprendi il foglio di brutta su cui sono scritti i pensieri sollecitati dal questionario proposto precedentemente. È bene che in questa fase del tuo scritto tu riesca, da un lato, a restituire lo stato reale della questione dei profughi, liberandolo dalla disinformazione in cui è frequentemente avvolta e, dall’altro, far comprendere al tuo lettore come affronterai tale argomento.
4.3Elaborazione dell’argomento
Questa è la parte centrale del tuo tema in cui devi argomentare e dimostrare le tue idee. Ovviamente, sei libero di esprimere la tua opinione a riguardo, ma ciò deve essere sostenuto da dati statistici e/o da articoli, evitando quindi il sì perché sì e il no perché no.
Successivamente, approfondisci le cause del fenomeno che stai esaminando, ossia quello dei profughi. I documenti e gli articoli a tua disposizione servono a fornirti degli spunti di riflessione: interpretali correttamente e ricordati di citarli.
Dopodiché fai emergere la complessità del tema dei profughi, mettendo in rilievo le sue problematiche: da una parte, mostrare la prospettiva dei profughi e, dall’altra, quella del paese ospitante.
In questo tema, è bene anche menzionare il ruolo che ricoprono i Media, nello specifico il modo in cui narrano questa situazione.
Infine, una volta esposto chiaramente e sviluppato criticamente il tuo discorso, individua delle proposte che abbiano buon senso: ossia che siano concretizzabili e fattibili.
4.4Conclusione del tema sui profughi
Sei quasi alla fine. Prima di ultimare il tuo scritto, rileggi attentamente il tuo tema sui profughi e verifica di aver osservato le regole per scrivere un buon tema di Italiano, punteggiatura ed errori da non fare.
Poi, passa a scrivere le tue conclusioni che, tante volte, risultano coincidenti con le tue soluzioni. Per chiudere il tuo elaborato è bene che tu indichi una strada da seguire per tutti quanti, dalle istituzioni ai comuni cittadini. Puoi anche proporre delle attività da svolgere in classe, in maniera tale da approfondire la questione.
5Le guide per svolgere gli altri temi
Devi svolgere altri temi? Di seguito trovi le guide di Studenti.it con tutti i consigli per sviluppare un elaborato che stupisca i professori:
- Guida al tema sul terrorismo
- Guida al tema sull'adolescenza
- Guida al tema sull'immigrazione
- Guida al tema sull'amicizia
- Guida al tema sul femminicidio
- Guida al tema sul Natale
- Guida al tema sui social network e i giovani
- Guida al tema sui giovani e la crisi economica
- Guida al tema sulla musica e i giovani
- Guida al tema sulla comunicazione ieri e oggi
- Guida al tema sulla famiglia
- Guida al tema sull'amore e l'innamoramento
- Guida al tema sull'alimentazione
- Guida al tema sullo sport e sui suoi valori
- Guida al tema sulla droga, l'alcol e il fumo
- Guida al tema sulla ricerca della felicità
- Guida al tema sul bullismo e sul cyberbullismo
- Guida al tema sulla globalizzazione
- Guida al tema sul razzismo
- Guida al tema sulla fame nel mondo
- Guida al tema sull'eutanasia e l'accanimento terapeutico
- Guida al tema sulla mafia
- Guida al tema sulle fake news
- Guida al tema sulla bioetica
- Guida al tema sui settecento anni dalla morte di Dante Alighieri
- Guida al tema sul Covid-19
- Guida al tema sulla notte nell'immaginario artistico
- Guida al tema sulla Cina e il suo impatto nel mondo occidentale
- Guida al tema sulla libertà di pensiero
- Guida al tema sulle catastrofi naturali e il rapporto tra uomo e ambiente
- Guida al tema su Alessandro Manzoni
- Guida al tema sul conflitto tra Oriente e Occidente
- Guida al tema sui morti in mare
- Guida al tema sulla malattia mentale
- Guida al tema sul ritorno alla normalità dopo il covid-19
- Guida al tema sui lavori del futuro
- Guida al tema sull'identità sessuale e la questione di genere
- Guida al tema sulla crisi climatica e riscaldamento globale
- Guida al tema sull'intelligenza artificiale
- Guida al tema sul cambiamento
- Guida al tema sull'inclusione scolastica e l'inclusione sociale
- Guida al tema sull'immaginazione: riflessioni sull'importanza della fantasia
- Guida al tema sull'amore
- Guida al tema sulla guerra tra Russia e Ucraina
- Guida al tema sull'amicizia reale e virtuale
- Guida al tema sulla memoria: riflessioni e spunti per un tema
- Guida al tema su Roma: storia e protagonisti della città eterna
- Guida al tema sui giovani e la violenza: cause e conseguenze
- Guida al tema su arte e cinema