Tema su Gertrude: descrizione del personaggio dei Promessi sposi di Manzoni. Il ritratto psicologico e la storia della monaca di Monza.
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TEMA SU GERTRUDE, LA MONACA DI MONZA

Gertrude, conosciuta come la Monaca di Monza, è inserita all’interno del romanzo dei “Promessi sposi” da un altro personaggio, il padre guardiano del convento al quale le due donne Lucia e Agnese erano state indirizzate da padre Cristoforo. Sin dalle prime parole del frate, il personaggio della monaca si circonda di un senso di mistero e di eccezionalità: “non c’è che la signora: se la signora vuol prendersi questo impegno…. La signora è una monaca, ma non una monaca come le altre” (cap. IX de I promessi sposi).
Queste parole, insieme ai riferimenti alla nobiltà della famiglia della monaca e alla sua importanza nel convento, preparano il ritratto della Signora, che rende ancora più evidente la sua ambiguità, attraverso la contrapposizione di bianchi e di neri di cui si compone ed il gioco di affermazioni e riserve, evidenziato dall’avversativa “ma”: un’impressione di bellezza ma di una bellezza sfiorita. È evidente che il ritratto non è tanto indirizzato a cogliere le caratteristiche fisiche di questo personaggio quanto la sua psicologia, il travaglio di un pensiero nascosto, che turba e rende ambigua la sua personalità.
Dopo questa descrizione dall’esterno, ci viene proposto un altro aspetto particolare della monaca: la stranezza dei suoi discorsi con Lucia, tanto che il narratore, per rendere comprensibile al lettore il comportamento di questo personaggio, sente la necessità di esporre la vita antecedente. Il lungo flash back dedicato alla storia di Gertrude fornisce un oscuro spaccato della storia privata dell’età in cui è ambientato il romanzo, della quale viene rivelato il segreto codice di comportamento, fondato sull’ossequio a pregiudizi tanto radicati da sostituirsi ai valori morali, ai legami affettivi, alla stessa religione.
MONACA DI MONZA: RITRATTO PSICOLOGICO
Nella narrazione di questa tragedia, che ricalca un fatto realmente accaduto, viene certamente evidenziata la responsabilità del padre, ma anche la debolezza morale di Gertrude che diventa sua involontaria complice. Infatti Gertrude si rende contro presto di non possedere la forza d’animo e la risolutezza della volontà necessarie per sottrarsi, con correttezza e dignità, alla credule macchinazione del padre e si lascia attrarre dalla sua stessa logica di violenza e di inganni, nell’estremo tentativo di sfuggire alla sua infelice vita: accetta di mentire nell’incontro con il padre esaminatore delle monache e con le educande; si fa complice di sacrilegi e di delitti nella sua relazione con Egidio prima, nell'uccisione della conversa e nel rapimento di Lucia dopo. Gertrude è così vittima e insieme colpevole; la mancanza di forza interiore che costituisce l’aspetto determinante della sua personalità, non la giustifica moralmente, secondo Manzoni, perché essa avrebbe potuto attingere la forza che le mancava proprio da quella religione alla quale era stata sacrificata. Infatti dopo la terribile sentenza e fu monaca per sempre, il narratore si sofferma ad esaminare la situazione dell’infelice fanciulla, presentando come unica salvezza la consolazione offerta dalla religione cristiana, capace di consolare chiunque.
A Gertrude però non era stato mai insegnato quest’aspetto insieme eroico e consolatorio della religione; nell’ambiente in cui era stata educata – la famiglia e il convento – la religione era solo una delle tante convenzioni sociali, strumentalizzata al mantenimento del potere.
TEMA SU GERTRUDE DEI PROMESSI SPOSI: CONCLUSIONE
Per scoprire una diversa dimensione della religione, sarebbe stata necessaria un’autonomia critica che Gertrude non possedeva; dalla sua condizione di vittima essa seppe solo sviluppare un odio violento e distruttivo verso tutto ciò che la circondava, ulteriore strumento di tormento per il suo cuore straziato. Ma anche Gertrude sarà toccata dalla Grazia: al culmine della sua sciagurata catena di perversità, essa sarà processata e troverà la forza per pentirsi e per invocare la misericordia di Dio, aprendo la sua anima ad una speranza di pace.