Tema su bullismo e cyberbullismo: scaletta, sviluppo e conclusione
Indice
1Tema su bullismo e cyberbullismo
Un tema su bullismo e cyberbullismo si scrive partendo dalla conoscenza dell'argomento e da quello che già sappiamo. Il bullismo a scuola è un fenomeno di vecchia data. Il fatto che alcuni ragazzi siano frequentemente e ripetutamente molestati da altri è stato descritto in film, serie tv, e romanzi oltre che raccontato in numerosi articoli di giornale. Molti di noi, inoltre, lo hanno sperimentato sulla loro stessa pelle. Eppure, sebbene molti siano a conoscenza del problema del bullismo, solo agli inizi degli anni Settanta ci si è impegnati in uno studio sistematico di tale fenomeno. È rimasto spesso nascosto, o è stato sottovalutato, per via del fatto che accade in spazi lasciati colpevolmente incustoditi o perché le vittime spesso non riescono a denunciare quanto subiscono. Molti, inoltre, restano a guardare e non aiutano il compagno in difficoltà a denunciare l’accaduto. La scuola, piccola grande comunità di ragazzi, è il palcoscenico ideale del bullismo e del cyberbullismo. Essendo difficile capire quale sia il confine tra un brutto scherzo e un’autentica azione violenta, solo negli ultimi decenni gli studiosi hanno affrontato con attenzione il problema chiedendosi come aiutare un bambino vittima di bullismo, cosa devono fare i genitori e cosa gli insegnanti, come difendersi dal bullismo, come intervenire.
Prima di cominciare a scrivere un tema sul bullismo, rispondi ad alcune domande.
- Che cosa sai del bullismo?
- Quali possono essere le cause di questo fenomeno?
- A quali fenomeni o eventi associo il bullismo?
- Qual è il confine tra un brutto scherzo e un vero episodio di bullismo?
- Hai mai assistito a episodi che puoi ritenere di bullismo?
Adesso proseguiamo con la ricerca del materiale per scrivere un tema interessante sull’argomento. Le tue risposte serviranno per un confronto con il materiale che emergerà dopo le ricerche e un’analisi più approfondita. Ma prima di procedere leggi le regole per scrivere un buon tema di Italiano, punteggiatura ed errori da non fare.
1.1Qualche dato sul bullismo
Secondi i dati della piattaforma ELISA del Ministero dell'Istruzione, avviata su 314.500 studenti che frequentano 765 scuole statali secondarie di secondo grado e 46.250 docenti di 1.849 Istituti Scolastici statali, i dati sul bullismo 2020-2021 sono i seguenti:
- Il 22,3% degli studenti e studentesse delle scuole superiori è stato vittima di bullismo da parte dei pari (19,4% in modo occasionale e 2,9% in modo sistematico);
- Il 18,2% ha preso parte attivamente a episodi di bullismo verso un compagno o una compagna (16,6% in modo occasionale e 1,6% in modo sistematico);
- L’8,4% ha subito episodi di cyberbullismo (7,4% in modo occasionale e 1% in modo sistematico);
- Il 7% ha preso parte attivamente a episodi di cyberbullismo (6,1% in modo occasionale e 0,9% in modo sistematico).
Ma non solo:
- Il 7% ha subito prepotenze a causa del proprio background etnico (5,5% occasionale e 1,5% sistematico);
- Il 6,4% ha subito prepotenze di tipo omofobico (5% occasionale e 1,4% sistematico);
- Il 5,4% risulta aver subito prepotenze per una propria disabilità (4,2% occasionale e 1,2% sistematico).
2Bullismo a scuola: storia, documenti e riflessioni
2.1Il fenomeno del bullismo
Il termine inglese “bullying” (di cui l’italiano “bullismo” è la traduzione letterale) è il più usato nella letteratura internazionale sull’argomento; il bullismo è un fenomeno affine al mobbing in ambito lavorativo e al nonnismo nell’esercito: fenomeni, pur distinti, estremamente simili. In termini generali, Dan Olweus definisce in questo modo il bullismo: «uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato e vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni». (D. Olweus, Bullismo a scuola. Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono, Giunti, pp. 11-12), dove per “azioni offensive” s’intendono le situazioni in cui una persona infligge intenzionalmente o tenta d’infliggere un’offesa o un disagio a un’altra persona. Le azioni offensive possono essere perpetrate attraverso l’uso delle parole (per esempio minacciando, rimproverando, prendendo in giro o ingiuriando), sia ricorrendo alla forza o al contatto fisico, per esempio picchiando, spingendo, prendendo a calci, tormentando o dominando un altro.
Talvolta, le azioni offensive possono essere perpetrate anche senza l’uso delle parole o del contatto fisico: beffeggiando qualcuno, con smorfie o gesti sconci, escludendolo intenzionalmente dal gruppo o rifiutando di esaudire le sue richieste (sempre Olweus, 1996). Il bullismo può essere perpetrato da un singolo individuo, il bullo, o da un gruppo; allo stesso modo le vittime possono essere individui o gruppi. In ambito scolastico è comunque in genere uno studente che si trova, magari suo malgrado, a vivere una condizione di isolamento dovuto a vari fattori: intelligenza, aspetto fisico, condizione sociale, cultura, religione e altri. È opportuno inoltre distinguere tra bullismo diretto, che si manifesta in attacchi aperti nei confronti della vittima, e bullismo indiretto, che consiste in una forma di isolamento sociale e in una intenzionale esclusione dal gruppo (Olweus, 1996). Nella definizione proposta da Olweus il bullismo risulta caratterizzato da tre dimensioni fondamentali:
- l’intenzionalità;
- la persistenza nel tempo;
- la dimensione del potere esercitato sulla vittima.
Nelle azioni di bullismo si riscontrano solitamente dei ruoli. Ecco l’elenco delle figure che quasi sempre fanno parte di un’azione di bullismo:
- il bullo, colui che materialmente compie le prepotenze oppure ne ordina l'esecuzione;
- i gregari, sono coloro che affiancano il bullo nella sua azione;
- gli spettatori, ovvero chi assiste alle violenze. Questa categoria si divide a sua volta in nocivi e utili:
- nocivi: sono quelli che ridono e istigano il bullo al continuare la sua azione;
- secondi sono quelli che intervengono in aiuto della vittima; - la vittima colui che subisce le prepotenze;
- bullo-vittima figura borderline rappresentata da un soggetto che si trova a ricoprire sia il ruolo di martire che quello di carnefice. Si tratta di una figura molto difficile da inquadrare e definire, proprio a causa della sua ambiguità.
In Italia l’inasprimento della violenza e delle attività criminose tra i giovani è uno dei fenomeni di maggior rilievo degli ultimi anni. Le ricerche sul bullismo nascono nel Novanta ad opera di Fonzi, ordinario di Psicologia dello sviluppo (Università di Firenze), e dei suoi collaboratori. Si è partiti dal presupposto che anche nel nostro paese, come negli altri paesi industrializzati, il fenomeno del bullismo sia presente e con discreta consistenza. La ricerca è partita nel maggio 1993 nelle città di Firenze e Cosenza, e da lì si è proseguito con studi sistematici. La ricerca condotta a Firenze e a Cosenza su 1.379 alunni delle ultime tre classi della scuola elementare e media sul fenomeno del bullismo ha dimostrato che i bambini e i ragazzi italiani sono peggiori di quelli europei ed extraeuropei. Gli studi successivi hanno poi dimostrato che nelle scuole elementari il numero di bambini vittime di regolari prepotenze, una o più volte alla settimana, oscilla dal 13% al 19%, nella scuola media attorno al 10-11%. Quel che accade è raccapricciante, sintomo di un’atmosfera dominata dalla violenza: Manuel, ragazzo disabile, viene usato come posacenere umano; a Piacenza un episodio di bullismo al femminile, più difficile da scovare, rispetto a quello maschile, ma ugualmente grave.
Vediamo cosa si legge sul sito dell'Unicef:
Secondo gli ultimi dati UNESCO, provenienti da indagini condotte in paesi industrializzati, la percentuale di minorenni che ha sperimentato cyberbullismo varia tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, con conseguenze psicofisiche che vanno dal mal di testa ai dolori allo stomaco e/o che si manifestano con mancanza di appetito o disturbi del sonno. Coloro che hanno sperimentato episodi di bullismo/cyberbullismo hanno inoltre maggiori probabilità di sviluppare difficoltà relazionali, di sentirsi depressi, soli, ansiosi, di avere scarsa autostima o sperimentare pensieri suicidi.
Il fenomeno viene continuamente studiato e la letteratura in proposito si avvale di contributi sempre più preziosi; sono numerosi i siti che danno consigli in proposito e che compiono ricerche importanti per lavorare anche alla prevenzione. Il fenomeno è crescente, ma crescente è anche l’attenzione degli istituti scolastici: a Torino, ad esempio, un caso di bullismo finisce dritto nelle mani dei Carabinieri. Le cose possono cambiare purché ci sia la volontà di farlo.
2.2Cos'è il cyberbullismo
L’era di internet e degli smartphone, dei social network e dei forum digitali, ha dato ulteriori armi in mano ai bulli, pronti a intuire le risorse della rete, come un luogo virtuale, ma concretissimo, dove compiere atti violenti. Per gli adolescenti delle società tecnologicamente avanzate, Internet rappresenta infatti un contesto di esperienze e socializzazione irrinunciabile. Tuttavia le nuove tecnologie nascondono lati oscuri, come ad esempio l’uso distorto e improprio che ne viene fatto per colpire intenzionalmente persone indifese e arrecare danno alla loro reputazione, facilitato dall’anonimato e dalla potenziale diffusione planetaria delle offese. A questo proposito, è stato coniato il termine “bullismo elettronico” o “cyberbullismo” (cyberbullying nella letteratura anglofona) per definire un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima. Il bullo può agire, ad esempio, pubblicando fotografie, video o informazioni private della vittima, divulgando maldicenze attraverso messaggi di testo con il cellulare o con la posta elettronica, oppure mettendo in atto minacce ripetute tramite il cellulare o gli strumenti elettronici. Nancy Willard ha proposto una distinzione tra vari tipi di cyberbullismo:
- Flaming: messaggi online violenti e volgari, spesso all’interno di un forum.
- Molestie ("harassment"): invio ripetuto di messaggi di insulto.
- Denigrazione: "sparlare" di qualcuno tramite pettegolezzi o voci per danneggiare la sua reputazione.
- Sostituzione di persona ("impersonation"): farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi che compromettano la reputazione della vittima o le sue amicizie.
- Rivelazioni ("exposure"): pubblicare informazioni o immagini private e/o imbarazzanti su un’altra persona.
- Inganno: ("trickery"); pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate in segreto.
- Esclusione: escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per ferirla.
- "Cyber-persecuzione" ("cyberstalking"): molestie e denigrazioni ripetute e minacciose.
2.3Cyberbullismo: caratteristiche e come combatterlo
Analogamente al bullismo tradizionale, anche in quello elettronico si possono distinguere due forme: il bullismo elettronico diretto e il bullismo elettronico indiretto. La sua forma diretta riguarda una serie di atti aggressivi perpetrati dal bullo nei confronti della vittima senza l’uso di intermediari, mentre la forma indiretta si riferisce a quegli atti perpetrati “alle spalle” di qualcuno, attraverso la diffusione ad un vasto pubblico di informazioni ingiuste e spesso false, allo scopo di screditare la vittima. In questo senso sta prendendo piede, tristemente, il fenomeno che può essere definito “stupro virtuale”: accade quando vengono sottratte foto di ragazze dai loro profili Facebook e vengono condivise su chat private, dove si dà libero sfogo a qualunque tipo di offesa. Ci troviamo di fronte a cyber-bulli e cyber-vittime che presentano caratteristiche diverse dai bulli e dalle vittime off-line, poiché spesso la rete può diventare il luogo ideale dove compiere le proprie vendette. Dopotutto, una risorsa del cyberbullismo è costituita dall’anonimato, garantito e reso possibile dai nuovi media. Il secondo elemento di novità è la possibilità di svincolare il contenuto della comunicazione dalla dimensione corporea e dall’apparenza fisica. La terza novità risiede nel fatto che gli individui hanno la possibilità di esercitare un maggiore controllo sul tempo e luogo dell’interazione, estendendo la possibilità di scambi ben al di là della presenza fisica. Il quarto aspetto di novità, infine, è determinato dall’impossibilità di ottenere indici relativi all’interazione sociale, quali il contatto oculare o il tono della voce.
Inoltre vi sono novità anche per quanto riguardano i ruoli di bullo e di vittima. Il mezzo elettronico non necessita di un potere mediato, ad esempio, dalla forza fisica, né di una intimidazione psicologica che deriva da una supremazia numerica o psicologica nei confronti della vittima. Infatti, anche una sola persona, nel chiuso della propria stanza e senza particolari doti fisiche, può compiere atti di bullismo su un numero illimitato di vittime con poche operazioni telematiche. Anche il contesto in cui si verifica il bullismo è differente: il bullismo tradizionale è stato ampiamente studiato e definito in contesto scolastico, in cui le relazioni sono quotidiane, faccia a faccia e determinano un forte stress per la vittima. In Internet, le relazioni sono sia con persone conosciute che con estranei e le molestie possono essere attuate ripetutamente o essere isolate e non determinare un forte stress nella vittima. Anche il tempo è differente: il bullismo tradizionale avviene principalmente nelle ore scolastiche, mentre nel bullismo elettronico le aggressioni continuano anche a casa e nei week-end. Infine, per quanto riguarda l’aspetto di intenzionalità legato all’atto aggressivo, se nel bullismo tradizionale è relativamente immediato leggere l’intenzionalità nelle azioni del bullo, nel bullismo elettronico la responsabilità può essere estesa e condivisa anche a chi semplicemente visiona un video e decide di inoltrarlo ad altri. Nelle scuole il problema sta cominciando a farsi sentire con sempre maggiore urgenza, data anche la difficoltà nel rilevarlo perché le vittime non denunciano la violenza subita.
2.4Come prevenire bullismo e cyber-bullismo
Come difendersi dal bullismo e come aiutare un ragazzo vittima di bullismo? I percorsi educativi per combattere il bullismo a scuola devono partire dalla riflessione di chi lavora sul campo, dall’iniziativa e dal coinvolgimento attivo del gruppo docenti. La legge sull’autonomia scolastica (DPR n. 275/1999) e il suo regolamento attuativo hanno decentrato alle singole scuole l’elaborazione del piano dell’offerta formativa (POF) come elemento costitutivo dell’identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche; l’autonomia si sostanzia di interventi “mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo” (art. 1). Il pericolo è però che il POF si trasformi in un assemblaggio dei diversi progetti o in vane parole. Per questo è importante muoversi per gradi, formare un gruppo di lavoro sul progetto, fare una prima rilevazione del fenomeno e consultare le diverse componenti della scuola, individuare i bisogni e le risorse disponibili, per costruire progressivamente un accordo di intenti che coinvolga a diversi livelli chi lavora, vive e partecipa alla comunità scolastica. La cultura della scuola si esplicita anche nell’organizzazione degli spazi. Vi sono luoghi dell’edificio che se vengono lasciati a se stessi, possono diventare teatro di istinti aggressivi e conflittuali. La maggior parte delle azioni di bullismo, infatti, si verifica in specifici ambienti condivisi come, per esempio, i bagni e le zone appartate del giardino della scuola. In questi spazi, è necessaria una supervisione particolarmente attenta. Un ruolo importante in questo campo potrebbe svolgerlo il personale ATA, che spesso si trova ad assistere agli episodi. Proprio per questo sarebbe utile una formazione comune e una collaborazione tra insegnanti e ausiliari affinché sia chiaro cosa deve fare la scuola per combattere il bullismo, per favorire uno scambio di informazioni e concordare finalità educative comuni. In ultimo, occorre una collaborazione tra scuola e famiglia, un dialogo costruttivo che crei le condizioni di ritrovare la serenità e l’accoglienza quando questa viene minacciata da gesti di violenza.
Per quanto riguarda il cyberbullismo, il primo obiettivo da perseguire per la prevenzione, è aumentare la consapevolezza del problema tra gli adulti (insegnanti e genitori), che sono frequentemente poco a conoscenza del coinvolgimento dei ragazzi in questo fenomeno e delle sue possibili conseguenze negative. Ad un’aumentata coscienza della gravità di tale fenomeno dovrebbe accompagnarsi una maggior conoscenza e padronanza dei nuovi mezzi di comunicazione, che spesso risulta più carente negli adulti/educatori rispetto ai ragazzi, creando un divario generazionale nell’uso delle metodologie di comunicazione digitali. Un altro passo importante è includere esplicitamente il cyberbullismo nelle politiche scolastiche anti-bullismo e nelle specifiche attività svolte nell’ambiente scolastico. Prevenire il bullismo elettronico a scuola significa prevedere attività mirate alla conoscenza e discussione sul problema del tutto analoghe a quelle utilizzate per il bullismo tradizionale. Inoltre, un contributo a un uso più adeguato delle tecnologie della comunicazione deriverebbe da un loro utilizzo più sistematico e guidato in aula come strumento di insegnamento e apprendimento, in modo da rendere i ragazzi consapevoli sia delle enormi potenzialità che dei potenziali rischi implicati nell’uso di ambienti virtuali come il World Wide Web.
2.5Come si scrive un tema? Ascolta l'audio lezione
3Tema personale sul bullismo per medie e superiori: scaletta
Trattandosi, come abbiamo visto, di un argomento vasto e complesso, ti consiglio di fare una scaletta molto dettagliata.
- Introduzione.
- Presentazione dell’argomento: se stai svolgendo un saggio breve (testo argomentativo), devi presentare la tua tesi insieme all’argomento, in modo da indirizzare il lettore.
- Elaborazione dell’argomento, discussione degli articoli, discussione delle statistiche. Questo particolare punto puoi suddividerlo ulteriormente per argomenti.
- Proposte e conclusioni.
4Tema sul bullismo: stesura
4.1Introduzione
Cattura l’attenzione del lettore, invoglialo a leggere. Devi scegliere se utilizzare un’affermazione brusca, un dato statistico molto rilevante, un’immagine o un particolare fatto di cronaca. Dopo queste prime righe, presenta l’argomento in modo definitivo. Diciamo che il punto 1 e 2 (Introduzione-Presentazione dell’argomento) sono estremamente collegati.
4.2Presentazione dell'argomento
Adesso presenta l’argomento, predisponendo tutti gli elementi di cui parlerai; cerca di far capire al lettore nel modo più chiaro possibile quale tesi vuoi dimostrare. Diciamo che questo è il momento di passaggio in cui sta chiudendo la fase introduttiva per poter poi scendere nell’elaborazione vera e propria del tema.
4.3Elaborazione dell’argomento
Beninteso, sei libero di esprimere tutte le idee che vuoi, ma devi sempre appoggiarti a dati statistici e ad articoli: devi evitare il sì perché sì e il no perché no. Comincia a sviscerare le cause del fenomeno che stai esaminando servendoti di tutti gli articoli e delle statistiche che hai trovato. Negli spunti che ti ho dato, negli articoli che trovi nei link, puoi trovare tante strade per interpretare il fenomeno: ricordati di citarli e di renderli problematici. Non copiare senza capire. Una volta che avrai inquadrato il fenomeno da tanti punti di vista, proponi delle soluzioni che abbiamo buon senso, che siano cioè attuabili.
4.4Conclusioni
Sei adesso alle conclusioni. Rileggi bene il tuo testo. Quali soluzioni hai proposto per incidere positivamente su questo fenomeno? In gran parte le conclusioni e le soluzioni coincidono. Quindi poi chiudere indicando una strada da seguire per tutti e per te stesso.
5Le guide per svolgere i temi
Devi svolgere altri temi? Di seguito trovi le guide di Studenti.it con tutti i consigli per sviluppare un elaborato che stupisca i professori:
- Guida al tema sul terrorismo
- Guida al tema sull'adolescenza
- Guida al tema sull'immigrazione
- Guida al tema sull'amicizia
- Guida al tema sul femminicidio
- Guida al tema sul Natale
- Guida al tema sui social network e i giovani
- Guida al tema sui giovani e la crisi economica
- Guida al tema sulla musica e i giovani
- Guida al tema sulla comunicazione ieri e oggi
- Guida al tema sulla famiglia
- Guida al tema sull'amore e l'innamoramento
- Guida al tema sull'alimentazione
- Guida al tema sullo sport e sui suoi valori
- Guida al tema sulla droga, l'alcol e il fumo
- Guida al tema sulla ricerca della felicità
- Guida al tema sulla globalizzazione
- Guida al tema sul razzismo
- Guida al tema sulla fame nel mondo
- Guida al tema sull'eutanasia e l'accanimento terapeutico
- Guida al tema sulla mafia
- Guida al tema sulle fake news
- Guida al tema sui profughi
- Guida al tema sulla bioetica
- Guida al tema sui settecento anni dalla morte di Dante Alighieri
- Guida al tema sul Covid-19
- Guida al tema sulla notte nell'immaginario artistico
- Guida al tema sulla Cina e il suo impatto nel mondo occidentale
- Guida al tema sul conflitto tra Oriente e Occidente
- Guida al tema sulla libertà di pensiero
- Guida al tema sulle catastrofi naturali e il rapporto tra uomo e ambiente
- Guida al tema su Alessandro Manzoni
- Guida al tema sui morti in mare
- Guida al tema sulla malattia mentale
- Guida al tema sul ritorno alla normalità dopo il covid-19
- Guida al tema sui lavori del futuro
- Guida al tema sull'identità sessuale e la questione di genere
- Guida al tema sulla crisi climatica e riscaldamento globale
- Guida al tema sull'intelligenza artificiale
- Guida al tema sul cambiamento
- Guida al tema sull'inclusione scolastica e l'inclusione sociale
- Guida al tema sull'immaginazione: riflessioni sull'importanza della fantasia
- Guida al tema sull'amore
- Guida al tema sulla guerra tra Russia e Ucraina
- Guida al tema sull'amicizia reale e virtuale
- Guida al tema sulla memoria: riflessioni e spunti per un tema
- Guida al tema su Roma: storia e protagonisti della città eterna
- Guida al tema sui giovani e la violenza: cause e conseguenze
- Guida al tema su arte e cinema
6Guarda il video: cos'è il bullismo?
Guarda il nostro video sul bullismo per prendere spunto per il tuo tema argomentativo!