Tema argomentativo sui giovani e il lavoro

Tema argomentativo sui giovani e il lavoro: prospettive, problematiche, difficoltà e opportunità. In prima persona e con commento personale

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GIOVANI E LAVORO

Tema argomentativo sui giovani e il lavoro
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La questione del lavoro per i giovani dell'epoca odierna è radicalmente diversa rispetto a quella dei loro genitori.

La maggior parte dei ragazzi oggi può permettersi di studiare a lungo, anche grazie al sostegno delle proprie famiglie.

Il benessere sociale ed economico è decisamente più diffuso, e ha portato a un miglioramento generale delle condizioni di vita.

La prima differenza fra le varie epoche storiche nasce proprio da qui: non è più necessario andare a lavorare da giovanissimi, ed è possibile pianificare una carriera professionale che preveda anni di studio. Sono sempre di più i ragazzi che arrivano alla laurea o che completano un percorso post-lauream prima di cercare un primo impiego.

Appare evidente come le cose siano cambiate radicalmente rispetto agli anni del dopoguerra, quando arrivare al diploma non era affatto scontato, e in molti erano costretti a iniziare a lavorare prestissimo. Nelle famiglie dell'epoca non tutti i figli potevano permettersi a studiare, al punto che generalmente le donne venivano relegate al lavoro domestico, mentre il figlio più grande veniva mantenuto agli studi per permettergli di trovare un buon impiego.

I figli di questa generazione hanno potuto godere di un'istruzione maggiore, ma questo non ha significato per molti poter arrivare alla laurea: si sceglievano spesso scuole tecniche, che preparassero al lavoro. Ragioneria, istituto tecnico, aeronautico, scuole magistrali erano le scelte più diffuse, che permettevano di puntare presto a un impiego qualificato. Il liceo e l'università erano scelte che richiedevano investimenti economici maggiori, e non tutti potevano permettersi di farle.

LAVORO ED EMIGRAZIONE

Anche se oggi la frequenza scolastica è obbligatoria, per molti questa non appare come un'opportunità, ma come una perdita di tempo. Se per qualcuno può sembrare un capriccio, è anche vero che per molti non è così. Spesso ciò che scoraggia i giovani è la difficoltà di trovare un impiego, soprattutto in zone d'Italia che sentono forte la presenza di una disoccupazione crescente. Per molti lasciare le proprie città e i propri affetti è un sacrificio che si cerca di evitare il più possibile.

Gli stessi impieghi che molti giovani qualificati si rifiutano di fare vengono accettati da lavoratori stranieri immigrati in Italia, che vengono considerati manodopera a basso costo, esattamente come fu a basso costo la manodopera degli italiani che nel dopoguerra emigrarono dal sud al nord o fuori dall'Italia alla ricerca di un impiego che permettesse loro di sopravvivere.

Per molti ragazzi di oggi costruire un futuro non è una priorità: in tanti tendono a vedere il momento della ricerca di un impiego come molto lontano nel tempo. Questo porta naturalmente a ritardare i tempi dell'autonomia, l'assunzione di responsabilità e la creazione di una propria famiglia.

Naturalmente i fattori che incidono su queste scelte sono molti, e non tutti interni. Spesso la mancanza di autonomia economica non permette ai giovani di lasciare la propria casa e staccarsi dalle famiglie: la scelta di convivere con altri giovani diventa così per molti l'unico modo di potersi permettere le spese di gestione di una casa, che da soli sarebbe del tutto inaccessibile.

Gli stipendi bassi e i lavori precari minano ogni certezza e aspettativa.

D'altro canto, sento spesso parlare di giovani che dopo tanti sacrifici da parte dei loro genitori decidono di abbandonare gli studi universitari perché troppo stressati. Tutto questo è possibile sia perché viviamo in una società evoluta dal punto di vista economico, che non fa sentire pressante la necessità di guadagnare denaro per sopravvivere, ma anche per una mancanza crescente di senso di responsabilità tra le nuove generazioni.

In alcuni giovani noto una vera e propria mancanza di rispetto nei confronti di se stessi e degli altri: si guarda troppo alle apparenze, dando poca importanza a ciò che è davvero fondamentale nella vita.

Mestieri come il falegname, lo spazzacamino, il contadino, l’idraulico oggi sono sempre meno richiesti, e spesso c'è difficoltà a trovare queste figure. Tuttavia, la colpa è in parte anche della scuola che non forma ragazzi pronti al lavoro, come invece faceva un tempo.

GIOVANI E LAVORO: PROSPETTIVE

Il lavoro manuale si è perso sia negli insegnamenti scolastici che nelle prospettive dei giovani: l'aspirazione della maggior parte dei ragazzi è quella di rivestire ruoli di tipo diverso, considerati più qualificati. Tuttavia, anche in questo caso il diploma non è più sufficiente. Spesso, nei fatti, non è sufficiente neppure una laurea.

La mancanza di prospettive è proprio quella che porta i ragazzi alla frustrazione e all'abbandono di sogni e aspettative: ci si abbandona a una vita monotona e all'illusione di un mondo inesistente, spesso amplificato dall'immagine che ci arriva dal social di star ricche e di luoghi lussuosi che non rispecchiano in alcun modo la realtà.

Molti giovani sono consapevoli di vivere in un mondo dove divertimenti e comodità non mancano: tuttavia sono anche consci che il momento in cui dovranno assumersi la responsabilità della propria vita arriverà, e sarà difficile essere certi di avere gli strumenti giusti per affrontarlo.

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