Forme della narrazione: fabula e intreccio, piani temporali, personaggi
Indice
1La linea narrativa: la fabula e l’intreccio
Nell’analizzare la struttura di un racconto gli elementi di base da prendere in considerazione sono essenzialmente tre: il narratore, la linea temporale ed i personaggi, che si influenzano a vicenda producendo diverse modalità narrative.
Il motivo è un elemento base del racconto: si tratta di un'unità minima dotata di un qualche significato o importanza, in grado di caratterizzare o influenzare il piano complessivo della narrazione, che sarà quindi composta da una serie successiva di motivi. Per analogia si potrebbe dire che il motivo ha nel racconto la stessa funzione della sillaba nella parola.
Un'ulteriore e fondamentale strumento di analisi è quello che distingue tra fabula e intreccio; entrambi i termini si riferiscono allo svolgimento narrativo del racconto: con il termine fabula si indica l'ordine cronologico e sequenziale dei vari motivi che costituiscono il racconto, mentre l'intreccio è l'ordine narrativo scelto dall'autore, che non è per forza lineare o susseguente.
La struttura dell'intreccio può essere arricchita dall'uso di ellissi, prolessi e analessi, che creano buchi, balzi in avanti o all’indietro nell’arco temporale. Diffuso è soprattutto l’uso dell’analessi, non solo come tecnica narrativa per costruire romanzi che si sviluppano come lunghi ‘flashback’, ma anche come momento di digressione all'interno del racconto.
1.1Fasi e sequenze della fabula
A grandi linee si può dire che la fabula preveda uno svolgimento per fasi logiche e prestabilite:
- situazione iniziale;
- rottura dell'equilibrio iniziale;
- evoluzione del racconto;
- raggiungimento di un nuovo equilibrio;
- fine.
All'interno della fabula si possono distinguere diverse tipologie di sequenze, cioè parti di testo più o meno grandi che rispondono a precise esigenze narrative; si distinguono in:
- narrative: si concentrano sulle azioni;
- descrittive: descrivono ambienti o personaggi;
- espressive: riportano stati d'animo dei personaggi;
- dialogate: riportano dialoghi tra i personaggi;
- riflessive: che riportano i pensieri di un personaggio o del narratore.
2Il ruolo del narratore
Oltre che dallo sviluppo temporale, le diverse tecniche narrative sono determinate dal narratore (che non va confuso con l'autore!), cioè dalla voce che racconta l'intreccio; le diverse tipologie si definiscono in base al suo punto di vista narrativo, al grado di conoscenza dei fatti - detto focalizzazione - ed al suo ruolo all'interno del racconto stesso. La focalizzazione può essere di diversi gradi:
Grado zero: nel momento in cui il narratore è esterno alla narrazione e non vi partecipa in alcun modo. È questo il punto di vista del cosiddetto narratore onnisciente, che conosce e descrive ogni particolare sia degli avvenimenti che degli stati emotivi dei personaggi; si parla anche di narratore nascosto nel caso in cui questi si astenga dall'arricchire la storia con pareri personali e considerazioni; in entrambi i casi il racconto si sviluppa in terza persona.
Nei poemi epici come l’Iliade e l’Odissea, il narratore è onnisciente con focalizzazione zero: non coinvolto nel racconto, conosce tutti gli avvenimenti, le intenzioni e le emozioni dei singoli personaggi, persino degli dèi. Un narratore onnisciente con focalizzazione interna, cioè in qualche modo partecipe degli stati d'animo dei protagonisti, si ritrova spesso in romanzi di Verga come I Malavoglia.
Grado interno: nel momento in cui il narratore adotta un punto di vista interno, cioè quello di un personaggio, e non è dei singoli aspetti della narrazione.
Il rapporto con la narrazione cambia radicalmente nel momento in cui il narratore è protagonista oppure testimone dei fatti narrati: nel primo caso il racconto si volge alla prima persona e comunque la narrazione si sposta su un piano soggettivo che perciò ignora tutti i singoli aspetti della storia. Ne è un esempio l’Ortis di Foscolo, romanzo epistolare che crea una pluralità di voci narranti che sono tutte allo stesso modo partecipi della storia ed assolutamente ignare della sua conclusione.
I narratori si classificano come di primo o secondo grado, in base al fatto che comunichino direttamente al lettore gli eventi narrati, o che si facciano portavoce di eventi che sono stati riportati loro da altri agenti, come un testimone diretto o che il narratore ripropone.
3Il ruolo dei personaggi
Il terzo elemento determinate della costruzione narrativa è costituito dai personaggi. La struttura tipica della fabula si sviluppa dalla rottura di un equilibrio iniziale per arrivare al raggiungimento di un nuovo equilibrio, ed in questo arco temporale agiscono i personaggi, che schematicamente possono essere distinti in:
- protagonista: è colui che ha il ruolo principale nel racconto, che il mandante mette in moto per raggiungere l’oggetto;
- antagonista: si oppone al protagonista contrastandone le azioni;
- aiutante: personaggio di secondo piano che affianca il protagonista;
- oppositore: personaggio di secondo piano che affianca l’antagonista;
- oggetto: è l’obiettivo, non necessariamente materiale, che il protagonista deve raggiungere;
- mandante: è l’agente che mette in moto il protagonista;
- comparse: figure di sfondo le cui azioni non incidono sull’intreccio.
Nell’Iliade i re achei sono, di volta in volta, protagonisti che devono conquistare Troia (oggetto) su ordine di Agamennone (mandante) contrastando la resistenza degli antagonisti troiani, mentre gli dèi che parteggiano per l’una o l’altra parte hanno il ruolo di aiutanti o oppositori.
I personaggi dell’Iliade forniscono inoltre esempi di personaggi a tutto tondo, vengono cioè descritti rendendo la loro complessità psicologica, basti pensare alla pietà di Achille per il compagno Patroclo e alla sua ira omicida contro Ettore; nello stesso tempo rappresentano esempi di personaggi statici, le cui caratteristiche rimangono immutate in tutto l’arco del racconto.
A Queste due caratterizzazioni si contrappongono i personaggi piatti o unidimensionali, dalle azioni prevedibili, e che di solito sono i personaggi secondari, e i personaggi cinetici, che conoscono profondi cambiamenti nello svolgersi della narrazione.
Le coppie opposte sono quindi queste:
- personaggi a tutto tondo / personaggi unidimensionali;
- personaggi cinetici / personaggi statici.
La sperimentazione letteraria ha portato gli autori a identificare la focalizzazione del narratore con quella del protagonista al fine di poterne descrivere gli stati e le evoluzioni emotive. Si muovono in questo senso le opere di stampo diaristico o epistolare, ma soprattutto i romanzi psicologici con i loro flussi di coscienza: qui il punto di vista del narratore è sovrapposto totalmente a quello dei personaggi, i cui pensieri e le loro evoluzioni vengono riportati nel loro fluire lasciando spazio, in un piano temporale quasi completamente annullato, alle descrizioni di personaggi a tutto tondo e cinetici: esemplari in questo senso sono le opere di Joyce e di Proust.
4Guarda il video: come si scrive un testo narrativo
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Domande & Risposte
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Quali sono le tecniche di narrazione?
Il narratore, la linea temporale, la fabula, l’intreccio e i personaggi.
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Cosa sono le sequenze narrative?
Parti di testo più o meno grandi dove vengono descritte le azioni.
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Cosa significa eclissi dell'autore?
L’eclissi dell’autore, teorizzata da Verga, si ha quando l’autore mette da parte le sue conoscenze, il suo linguaggio e riflessioni e scompare dalla narrazione, mimetizzandosi nei suoi personaggi. Quindi, l’autore si eclissa lasciando al lettore il compito di scoprire la storia attraverso le parole dei personaggi.
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Cos'è il discorso raccontato?
Nel discorso raccontato il narratore si limita a riassumere le parole e le riflessioni dei personaggi, riportando solo i contenuti fondamentali.