Tanto gentile e tanto onesta pare: testo, parafrasi e analisi
Di Marta Ferrucci.Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante Alighieti: testo, parafrasi e analisi del sonetto presente nella Vita Nova, prosimetro di 31 liriche composto tra il 1282 ed il 1293.
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"Tanto gentile e tanto onesta pare": testo
Testo e parafrasi del sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante Alighieri, i versi contenuti nel capitolo XXVI della Vita Nova (scritta tra il 1282 ed il 1293) e tipico esempio – sia nello stile che nel contenuto - dello stilnovismo. Il sonetto ha soli 14 versi ma è denso di significato. Ecco il testo:
Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua deven tremando muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sententosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta;
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira,
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;
e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.
Approfondisci Dante e la letteratura del suo tempo:
Tanto gentile e tanto onesta pare: parafrasi
Beatrice, la donna del mio cuore, quando saluta le persone si rivela tanto nobile d’animo e tanto dignitosa nei modi che ogni persona che la incontra ammutolisce per l’emozione che provoca e gli occhi non osano guardarla. Lei se ne va, umile, pur sapendo di essere ammirata, e si mostra come una creatura scesa in Terra dal cielo, a manifestazione del miracolo della sua creazione divina. E’ così bella che a chi la contempla infonde una tale dolcezza nel cuore impossibile da spiegare a chi non prova questo sentimento; sembra che dal suo volto emani uno spirito soave pieno d’amore e, chi la guarda, sospira di ammirazione per la volontà di migliorarsi e avvicinarsi così a Dio.
I personaggi presenti nel sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare
I personaggi non sono molti - il sonetto è breve, sono appena 14 versi - ma ciascuno, con la sua presenza, svolge un importante ruolo.

Beatrice
E’ la donna angelo e del suo aspetto fisico vengono descritti solo gli occhi, le labbra e il portamento, cioè gli elementi attraverso i quali la donna trasmette la sua perfezione: nelle persone che la incontrano provoca il desiderio delle persone che la osservano, la voglia di migliorarsi per essere degni di lei, Beatrice, e per il desiderio di avvicinarsi a Dio. L’immagine che si dà della donna è eterea, senza corpo, quasi uno spirito.
Dante
La sua presenza è implicita, è lui che sta lì vicino a descrivere l’accaduto. Il Poeta non è geloso degli altri perché il suo amore è puramente spirituale.
Le altre persone
Sono passive allo spirito benefico di Beatrice e ne subiscono l’influenza e la soggezione che un essere così perfetto e angelico provoca negli altri: le persone che la incontrano hanno - a questo incontro - sia reazioni fisiche che psicologiche e morali:
- Fisiche: abbassano gli occhi, ammutoliscono, sospirano;
- Psicologiche: provano ammirazione, stupore, sbigottimento;
- Morali: vogliono migliorarsi per avvicinarsi a Dio.
Tanto gentile e tanto onesta pare: temi trattati
Dante osserva gli effetti positivi, quasi soprannaturali, che il saluto di Beatrice provoca nelle persone che incontra. I temi che ritroviamo in questo sonetto sono:
- amore spirituale
- avvicinamento a Dio
- assenza di gelosia
- il saluto
- le virtù della donna angelo
- decoro esteriore
- la bellezza interiore data dalla gentilezza e nobiltà d’animo
- il miracolo della manifestazione divina
- lo sbigottimento di chi incontra la donna angelo
Sensazioni ed emozioni che provoca il passaggio di Beatrice
- sbigottimento;
- meraviglia;
- ammirazione;
- stupore;
Stati d’animo che trasmette la visione della ragazza:
- dolcezza;
- serenità;
- calma;
- inquietudine;
Ideali morali
- modestia;
- bene;
- amore profondo;
Ideali religiosi
Raggiungere Dio migliorando se stessi, risvegliare la fede.
Significato di Tanto gentile e tanto onesta pare
Se all’amore si estrapola la parte sensuale rimane l’elemento spirituale che porta l’uomo a migliorarsi dal punto di vista psicologico, morale, religioso e sociale. La sua caratteristica è la materializzazione del reale: lo spirito è visto come la parte più importante e l’unica funzione del corpo è quella di esprimere e portarne lo spirito.
Sintassi, morfologia e metrica
- Sintassi: il sonetto è regolare, la costruzione semplice, e questo fornisce alla poesia un senso di serenità e di perfezione: anche la sintassi è regolare, piana, ordinata e priva di complicazioni.
Nelle proposizioni principali troviamo Beatrice mentre, nelle subordinate, le trasformazioni che avvengono negli altri.
- Morfologia: il verbo è sempre al presente per esprimere eternità.
Troviamo verbi nella forma progressiva per rendere il soggetto più dinamico.
Funzione dinamica attiva ce l’ha anche il falso riflessivo “Ella si va…”e da un’idea di incorporeità.
- Metrica: il sonetto è composto da:
- 2 quartine in rima incrociata;
- da 2 terzine in rima simmetrica;
Il contenuto è trasmesso attraverso un sonetto di versi endecasillabi, che è il verso più solenne, lungo ed elegante. Il verbo lo troviamo generalmente in fondo e forma la maggior parte delle rime. I versi sono fluidi, senza pause brusche, il ritmo è lento. Si usa la rima per creare musicalità e per unire logicamente le parole.
Il lessico
Le parole chiave sono pare e indicano il manifestarsi delle virtù di Beatrice. Ad esempio sospira, miracol e laudare ne sono le dirette conseguenze e riconducono le vicende dell’amore umano alla vicenda religiosa. Le parole e gli aggettivi non sono legati alla presenza di un luogo e questo smaterializza le persone.
- Le parole impiegate per descrivere Beatrice indicano azione;
- Le parole usate per gli altri personaggi della poesia indicano al contrario stasi, ammirazione… ma hanno tutte la caratteristica di essere composte da due o tre sillabe e questo conferisce un dolce equilibrio.
Per legare il passaggio dalla quartina alla terzina Dante fa terminare la prima con “mostrare” e iniziare la seconda con “mostrasi”.
La fonica
La caratteristica dei suoni è di essere dolci, musicali, leggeri, tenui… per esprimere la leggerezza e l’incorporeità dei personaggi, per trasmettere tranquillità e serenità della poesia.
Ritroviamo di frequente i suoni NT, TR, ND: la continua ripetizione di questi suoni è detta l’allitterazione consonantica.
Le terminazioni dei versi “are”, “ore” e “ire” non fanno rima, ma hanno la R in comune: questa si chiama consonanza e serve a formare un legame tra versi diversi e anche lontani tra di loro.
La metafora
Nella poesia troviamo una sola metafora “d’umiltà vestuta”. Si tratta di una figura retorica del significato e si traduce nell’ accostamento di due parole che hanno in comune una caratteristica.
L'enjambement
Viene usata quando la fine della proposizione non coincide con quella del verso, ma essa viene spezzata andando a capo; così si lascia il periodo in sospeso e crea dei cambiamenti all’interno della poesia. L’enjambement e la metafora evidenziano l’idea del miracolo operato da Beatrice.
Il significato delle parole e le parole polisemiche
Sospira è una parola pregnante, cioè è ricca di significati tra loro simili, ad esempio come il desiderio di migliorarsi per Beatrice e il desiderio di avvicinarsi a Dio. Saluta è invece una parola polisemica, ha cioè due o più significati diversi tra loro: essa infatti indica sia il saluto di Beatrice che la salute, nel senso di benessere, che ella infonde in chi riceve il suo sguardo.
Link utili su Dante e la sua opera
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