Tancredi e Ghismunda, novella del Decameron | Video

Tancredi e Ghismunda, novella del Decameron: in questo video Chiara Famooss ci spiega la trama e i temi principali della prima novella della quarta giornata

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TANCREDI E GHISMUNDA

Tancredi e Ghismunda: guarda il video sulla novella del Decameron
Fonte: redazione

La prima novella della quarta giornata del Decameron si intitola Tancredi e Ghismunda. L'intera giornata è dedicata agli amori infelici.

A decidere il tema della giornata, cioè gli amori infelici, è Filostrato, che ordina a Fiammetta di cominciare a raccontare la novella. Fiammetta dice che dilettarsi e rallegrarsi attraverso il male che è toccato in sorte agli altri è difficile. Perché Boccaccio sceglie, dopo le prime tre giornate dedicate agli scherzi, agli amori adulteri, all’amoralità, un tema così serio? Lo fa probabilmente per bilanciare gli eccessi dei giorni precedenti.

TRAMA

Tancredi, principe di Salerno, uomo di grande umanità e indole generosa, è padre di Ghismunda, figlia che ama oltre misura, in modo quasi ossessivo, al punto che prima ne ritarda il matrimonio e poi, quando lei è rimasta vedova, fa di tutto per impedirle di risposarsi, allo scopo di trattenerla a sé.

Ghismunda è divisa tra l’amore per il padre e il suo desiderio di evadere dall’isolamento, e piano piano comincia a nutrire il desiderio di innamorarsi. L’occasione arriva quando conosce un paggio a servizio del padre, di nome Guiscardo, un ragazzo bello e gentile che non è indifferente alla bellezza della ragazza.

I due devono incontrarsi in segreto: Ghismunda lo avverte recapitandogli con l’astuzia un messaggio nascosto in una canna di bambù, Guiscardo può utilizzare un passaggio segreto per raggiungere le stanze dell’amata, dove i due coronano così il loro amore.

Un giorno però Tancredi, come consuetudine, fa visita a Ghismunda nelle sue stanze, ma non la trova. Allora si siede ad aspettarla dietro ad un baldacchino, dove si addormenta. Nel frattempo Ghismunda, ignara della presenza del padre, riceve in segreto Guiscardo. Tancredi si sveglia quando vede i due ragazzi giacere insieme ma rimane nascosto.

Decide quindi di far arrestare Guiscardo e dice a Ghismunda di aver scoperto la sua tresca con un uomo che, non solo è un amante (e non il coniuge), ma è addirittura di condizione inferiore, onta inaccettabile per il loro rango nobiliare. Ghismunda confessa al padre il suo amore per Guiscardo, esaltandone la virtù e la grandezza interiore e gli dice che si ucciderà nel caso in cui succedesse qualcosa all’amato. Accecato dalla gelosia, Tancredi decide di punire Guiscardo e ordina alle guardie di stappargli il cuore, per poi consegnarlo in una coppa d’oro alla figlia.

Ghismunda, che aveva creato una pozione mortale, la versa sul cuore dell’amato e la beve direttamente da lì, aspettando la morte. Tancredi corre al suo capezzale ma è troppo tardi, la figlia chiede di essere sepolta accanto all’amato e Tancredi, straziato dal dolore e roso dai sensi di colpa, esaudisce quel desiderio e fa seppellire insieme i due amanti.

Il tema al centro di questa novella è l'amore sensuale, con la sua dirompente forza naturale, che l’intelligenza delle persone dovrebbe lasciare libero di esprimersi.

Ghismunda rivendica il diritto ad una propria vita sessuale, e non crede di aver fatto niente di male se non il «natural peccato», ossia aver assecondato la propria natura umana e i propri istinti.

La tresca tra Ghismunda e Guiscardo è inoltre un topos che si ricollega in parte agli amori furtivi della letteratura cortese, ma con un'importante differenza: l’amante non è cavaliere – e quindi un nobile – e la soddisfazione dei desideri carnali non è il punto di arrivo, ma la scintilla della relazione.

ANALISI

Ma passiamo all’analisi: nella novella possiamo distinguere tre nuclei narrativi:

  • Tancredi scopre i due amanti e fa arrestare Guiscardo;
  • dialogo tra Tancredi e la figlia con l’apologia di Ghismunda;
  • uccisione di Guiscardo, Tancredi invia il cuore di Guiscardo a Ghismunda, suicidio di quest’ultima. La conclusione della vicenda è affidata all’ultimo desiderio di Ghismunda.

Nella novella i temi principali sono il rapporto determinante tra amore e gentilezza e la contrapposizione tra nobiltà di sangue e nobiltà d’animo. La presenza della caverna e le difficoltà anche fisiche che il giovane deve superare sono alle tipiche prove d’amore per conquistare la dama. Anche il topos del cuore strappato all’amato e consegnato all’amante è un topos letterario antico, già riutilizzato da Dante nella Vita nova, quando racconta il suo sogno in cui Beatrice si nutre del suo cuore.

L’amore, grande protagonista della novella, è presentato qui in termini molteplici e complessi: come istinto naturale dirompente, ovvero l’amore sensuale; come amore puro e nobile che non si lega agli interessi economici e come amore tragico e contrastato.

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