Violenza sulle donne: saggio breve svolto di ambito storico-politico

Traccia e svolgimento del saggio breve storico-politico, su violenza e non violenza da un testo di Walter Benjamin e la violenza sulle donne

Violenza sulle donne: saggio breve svolto di ambito storico-politico

Saggio breve sulla violenza - Il 25 novembre di ogni anno si celebra a livello mondiale la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituita ufficialmente nel 1999 dall'Assemblea Nazionale delle Nazioni Unite con la risoluzione 54/134. Nel 2014 questo argomento divenne anche una traccia della maturità. Ecco di seguito il saggio breve svolto contro la violenza sulle donne.

Svolgimenti temi maturità 2014 - Svolgimento del saggio breve di ambito storico - politico della prima prova maturità 2014 su Violenza e non violenza: due volti del Novecento. Il brano è stato tratto dall'opera Per la critica della violenza, 1921.

Tema svolto sulla non violenza - La reazione della violenza è l'anti-violenza. La prima, con gli anni cambia le sue modalità di attuazione, la seconda, essendo una conseguenza della prima, deve ancora prevede aspetti da approfondire ancora.

Temi svolti maturità 2014- tutte le tracce della prima prova svolte

La violenza ha una lunga storia, ha delle ragioni radicate e antiche. Con la Prima guerra mondiale le sue dimensioni si ingigantiscono e la morte diviene di massa; è con la Grande Guerra che prende avvio il “processo di brutalizzazione” di cui parla George Lachmann Mosse (storico tedesco naturalizzato statunitense che si è occupato prevalentemente di nazismo), nella sua opera Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti

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La Grande Guerra non è più finita, tutto continua la Grande Guerra: Stati che ne occupano altri, uso di armi inappropriato e contro i più deboli: tanti deboli, tanti innocenti.

Uccidere e massacrare per conquistare e arricchirsi: ecco i solito mezzi, ecco il solito fine.

Svolgimento tema ambito storico - politico - Lo stesso Walter Benjam, filosofo tedesco, in Per la critica della violenza, scrive: “Nell'ambito del diritto la violenza si può trovare solo nell'ambito dei mezzi e non dei fini”. Entra poi in gioco la morale quando la violenza viene usata come mezzo per fini giusti. Criticare la violenza significa capire il rapporto tra la essa e il diritto di praticarla. Ma, ben sappiamo, che il rispetto dei diritti umani ha assolutamente priorità, perciò è assolutamente molto più giusto parlare di violenza illegittima più che legittima. Solo una categoria di persone possono usare la violenza ovvero, i lavoratori organizzati: “il solo soggetto di diritto cui spetti un diritto alla violenza”, afferma sempre il filosofo.

Si può praticare la violenza ma solo se essa porta alla riappropriazione dei propri diritti umani, calpestati dal potere. La violenza è, in quest'ottica, assolutamente mezzo per la pace dell'uomo. Questo, si potrebbe dire a livello politico. Vediamo, successivamente a livello pratico e mentale.

La violenza è un istinto? Konrad Lorenz scopre la funzione di stimolo vitale dell'aggressività, perciò esaltata come una manifestazione della forza della vita e della creatività (si ricordi la teoria positivistica di Bergson). Hannah Arendt, in Sulla violenza, scrive “Tutti sappiamo fino a che punto questa combinazione di violenza, vita e creatività sia presente nell'inquieta situazione mentale della situazione odierna”.

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D'altra parte di fronte all'orrore e alla brutalità di massa battersi per un'umanità degna di tale nome sarebbe molto più opportuno rispetto a credere nella violenza come forza vitale. La non violenza sarebbe un inno alla vita, porterebbe ad un puro slancio vitale. La violenza è fuoco, la non violenza è l'acqua: necessaria alla vita.

Come si si potrebbe attuare quest'ultima? Attraverso il sapere e l'intelligenza, affidandosi alla classe intellettuale: “nel bene e nel male [...] la classe veramente nuova e potenzialmente rivoluzionaria della società sarà composta di intellettuali”.

Hannah Arendt, antinazista per eccezione, sapeva bene il significato di violenza e approfondisce quello di non violenza. Affidarsi al suo intelletto potrebbe essere la prima denuncia all'orrore che ci circonda. Dando per assodato il brutto, si inizi a lottare per il bello.

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