Studiare e lavorare: suggerimento provocatorio per aspiranti studenti lavoratori
Di Lorenzo Ait.Leggere questo articolo vi farà inorridire perchè è una vera provocazione! Vorrei darvi il mio punto di vista su quale sia (ve lo ripeto: secondo me!!!) uno dei migliori lavori al mondo per chi studia
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Nella nostra società esistono due tipi di lavoro:
lavori dove si guadagna in base a ciò che si produce
lavori in cui si guadagna a seconda del numero di ore che si lavora
Se fossi in voi cercherei un lavoro del primo tipo: vi permette di guadagnare più del secondo se (e solo se) siete bravi e vi fa organizzare al meglio il tempo senza dover rispettare orari e turni. Inoltre vi forma mentalmente e professionalmente e potrete guadagnare quanto decidete perché sarete premiati in base ai risultati ottenuti e non per gli sforzi che fate.

C’è un solo tipo di lavoro che risponde a questi requisiti…si tratta di fare (Argh!!! Che brutta parola che sto per dire!!!) il VENDITORE.
Aspettate prima di insorgere: …evitate i call center e in generale tutti quei lavori che richiedono molte ore con una paga minima, optate, per quanto vi è possibile, su di un lavoro che vi responsabilizzi per i risultati (se non produci non mangi) come potrebbe essere appunto un buon lavoro di “Vendita”.
So che la maggior parte di voi inorridisce alla parola “Venditore”, perché ciò che viene legato al concetto di “Venditore” è spesso e volentieri un piazzista sfruttato senza la minima preparazione.
Cercate quindi un’organizzazione seria, che non vi prometta di assumervi troppo facilmente, che vi offra formazione pagandovi se (e solo se) producete (leggasi “vendete”) realmente qualcosa.
Non adducete la scusa che “non mi assumono”: di un venditore disposto a formarsi e ad essere pagato per quello che produce c’è sempre bisogno, anche se può garantirti solo mezza giornata di lavoro! Correte (se potete permettervelo, ma in caso contrario non potreste permettervi neanche gli studi!) il rischio di non guadagnare: è l’esperienza più formativa alla quale andrete incontro!
Scegliete in ogni caso un’azienda che vi paghi i primi mesi se state imparando (leggasi stage, della durata di non più di tre mesi e che vi frutti uno stipendio di almeno 600€).
Ed ecco, come di consueto, una bella storiellina per chiudere in bellezza, tratta dal best seller di Robert T. Kyiosaky “Padre Ricco, Padre Povero”:
Nel 1995 concessi un'intervista a un giornale di Singapore. La giovane giornalista arrivò puntuale e cominciò subito a pormi delle domande. (…) «Un giorno mi piacerebbe essere una scrittrice di successo come lei», mi confessò la giornalista.
Insomma: imparate a vendervi e non compratevi le scuse, tanto le vostre quanto quelle degli altri! Ciao, grazie del tempo e dell’attenzione che abbiamo passato insieme, aspetto i vostri commenti di replica a questa mia provocazione!