Storia romana: dalle origini al V secolo dopo Cristo
Il problema delle origini di Roma Le origini di Roma sono state narrate da autori
della
letteratura come Cicerone, Virgilio, Tito Livio e Dionigi di
Alicarnasso, che però scrivono in un’era molto
vicina alla
nostra, che è quella Augustea.
Italia prima di Roma: popolazioni e
lingue parlate Alla metà dell’VIII secolo
l’Italia
presentava tutta una serie di popoli o stabilmente stanziati, oppure
ancora in movimento.
La cultura etrusca
È una civiltà urbana, che rispetto dunque ai
villaggi
delle altre popolazioni possiede città con tanto di mura,
costruzioni in pietra, e una federazione di dodici
città-stato
governate da magistrati o eventualmente da un dittatore che agiva allo
stesso modo di quello romano.
Influenza fenicia e greca nel
Mediterraneo
A partire dall’XI secolo a.
C.
alcuni navigatori fenici
avevano
effettuato delle ricognizioni sulle coste africane e spagnole, e anche
gli Etruschi, tra l’VIII-VII secolo attraversarono un periodo
orientalizzante che si tradusse nella presenza in alcune grandi
sepolture di oggetti o fabbricati alla maniera fenicia, o proprio
importati dalla Fenicia.
La nascita di Roma
21 aprile 753 a.
C.
: una data fissata idealmente come quella della
nascita di Roma, nonché dies natalis di Romolo stesso.
Chi era realmente Romolo
Lo si diceva figlio di Enea o di Lavinio, re del Lazio, e di una
troiana, Romé.
I sette re di Roma
La monarchia romana sarebbe durata, secondo Fabio Pittore, sette
generazioni di 35 anni ciascuna, ovvero 245 anni divisi in 7 re, a
partire dallo stesso Romolo.
La Roma etrusca e la riforma di
Servio Tullio
Gli ultimi tre re della monarchia di Roma furono tutti etruschi, in
quanto la città rimase in mano al popolo etrusco per
parecchi
anni.
Tarquinio il Superbo e la fine
della Monarchia a Roma
Salì al potere contro la volontà dei patres.
Impedì la sepoltura di Servio Tullio: atto fortemente
sacrilego.
Religione romana arcaica
Nel calendario liturgico più antico e importante, quello di
Anzio, datato tra ii e il i secolo a.
C.
, sono menzionate alcune
festività di origine italica e pre-etrusca.
Religione romana tra VI e V secolo
La triade primitiva Giove-Marte-Quirino viene sostituita da quella
capitolina Giove-Giunone-Minerva, il cui culto fu collocato sul
Campidoglio, considerato collina sacra di Roma.
Dalla cacciata dei Tarquini alla
nascita della Repubblica
I due secoli che seguono la cacciata dei Tarquini sono oscuri, e questo
non dipende solo dalla penuria di fonti letterarie e archeologiche, ma
anche dall’«orgoglio nobiliare» delle
gentes che
hanno voluto riscrivere la storia per darsi dei famosi antenati.
Le conquiste della plebe e il
collegio dei decemviri
Per ottenere una legislazione scritta e uno statuto che mettesse fine
ai privilegi del solo patriziato i plebei iniziarono una lunga lotta.
Le leggi delle XII tavole
Le leggi elaborate dai Decemviri furono redatte su XII tavole di bronzo
che furono appese nel Foro e fatte imparare a memoria a tutti gli
scolari.
Le leggi Valeriae-Horatiae
Nel 449 divennero consoli L.
Valerio e M.
Orazio che, secondo la
tradizione, fecero votare tre leggi con le quali la costituzione romana
divenne patrizio-plebea.
Guerre tra Roma e i suoi nemici
Dal 444 al 290 a.
C.
si sono succeduti una serie di conflitti.
Il compromesso Licinio-Sestio, le
magistrature repubblicane e la nuova nobiltà
La situazione politica era alquanto ingarbugliata, e fu aggravata
dall’azione di due tribuni della plebe, Caio Licinio e Lucio
Sestio, rieletti per dieci anni consecutivi, che seminavano
l’anarchia boicottando le elezioni e paralizzando
l’azione
dei consoli con il loro potere di veto.
Istituzioni della Repubblica Romana
alla fine del IV secolo avanti Cristo
A Roma vige una Repubblica aristocratica governata da un Senato che
è affiancato da una serie di magistrati che dirigono lo
Stato.
Le assemblee popolari a Roma
Sono assemblee che raggruppano tutto il populus, ovvero il corpo civico.
Il senato romano
Rappresenta l’assemblea maggiore, e secondo quanto
affermò
Cicerone nella pro Sestio, «i nostri antenati fecero del
Senato
il custode della repubblica».
La Roma del III secolo
La città moltiplica i contatti con il mondo greco
dell’Italia meridionale determinando una ellenizzazione sia
nell’ambito artistico che religioso, e un coinvolgimento
sempre
più attivo nella politica del mediterraneo.
Conquiste di Roma nell'Italia
centrale e meridionale nel III secolo
In seguito alla terza guerra sannita Roma possiede quei mezzi che le
permetteranno di poter allargare gli orizzonti della sua potenza.
La nascita della letteratura latina
e la religione romana del III secolo
Nella seconda metà del iii secolo si assiste alla comparsa
di
quella che Grimal ha chiamato «la prima generazione della
letteratura latina».
La prima guerra punica
Questo conflitto che gli antichi chiamarono non a torto
«Guerra
di Sicilia», si conosce grazie a Polibio, Livio, Diodoro
Siculo e
Cassio Dione, che hanno tratto le loro informazioni da un altro
storico, un greco, contemporaneo di Annibale e filocartaginese, ma
possono anche aver attinto dagli Annales di Fabio Pittore.
La seconda guerra punica
Roma aveva consolidato la sua posizione nell’Italia e si era
inoltre stabilita in Gallia Cisalpina, grazie all’occupazione
di
Mediolanum ad opera di Cornelio Scipione.
La prima guerra di Macedonia
Fu un contraccolpo del secondo conflitto con Cartagine: il sovrano
Filippo v nel 215 a.
C.
volle approfittarsi delle difficoltà
in
cui si trovava Roma per ottenere l’Illiria, dove la capitale
aveva stabilito un protettorato.
Il problema dell'imperialismo romano
Il fenomeno storico più importante dopo la morte di
Alessandro
Magno (323 a.
C.
) è stato il passaggio da
Roma-città a
Roma-capitale di un impero territoriale nel Mediterraneo.
studenti.
it/podcast/la-seconda-guerra-di-macedonia.
html"
target="_blank">La seconda guerra di Macedonia
Durante la seconda guerra punica Roma aveva stretto buoni rapporti con
la città di Pergamo e con la città di Rodi,
importante
piazza commerciale.
La terza guerra di Macedonia
Il successore di Filippo v fu suo figlio Perseo, che ostentò
da
subito un vivo interesse per la Grecia, rendendosi dunque pericoloso
agli occhi di Roma, la quale decise allora – per la seconda
volta
– di intervenire.
Imperialismo economico ed
imperialismo cosciente
Nella prima metà del ii secolo a.
C.
, una folla di uomini
d’affari italici ha seguito le legioni e si è
sparsa in
tutta la Grecia.
La terza guerra punica
Nello stesso anno della sottomissione della Grecia, Roma aveva anche
distrutto Cartagine attraverso una terza guerra punica, iniziata quando
il Senato decise di approvare le continue insistenze di Catone che,
colpito dal riarmo della città, insisteva che bisognava
distruggere Cartagine.
Roma ereditiera di Pergamo e
conquiste in Asia e in Gallia
Il regno di Pergamo si trovava nell’attuale Turchia, sulla
costa orientale.
Conseguenze delle grandi conquiste
romane
Le prime conseguenze delle grandi conquiste furono sicuramente in campo
economico; poi avrebbero coinvolto anche quello sociale e politico.
La crisi graccana
Corrisponde alla prima grave crisi politica romana, che ha inizio in
seguito alla formazione di tre schieramenti politici: i
liberali-conservatori sul tipo di Scipione l’Emiliano,
vincitore
di Cartagine; i riformatori come Tiberio Gracco, influenzati dalla
filosofia stoica; i conservatori che privilegiano, a qualsiasi mezzo,
la salvezza dello Stato.
Le guerre servili nel I secolo
avanti Cristo
L’importazione massiccia degli schiavi e le dure condizioni
in
cui essi lavoravano o venivano trattati, portarono a numerose guerre
servili di relativa gravità.
La guerra sociale nel I secolo
avanti Cristo
Diodoro Siculo la chiama «la grande guerra».
La
guerra ebbe
inizio a causa del rifiuto di Roma ad accordare la cittadinanza a tutta
la popolazione italica.
Rivoluzione intellettuale e
spirituale e misticismo dionisiaco
Negli anni tra il 215 e il 160 trionfa la «seconda
generazione» della letteratura latina, con Nevio, che scrisse
la
seconda epopea nazionale, dedicata al racconto della guerra Punica.
Stoicismo, epicureismo e
rivoluzione morale
Lo stoicismo fu animato da Panezio di Rodi, che contro il degrado dei
costumi predicò la pratica della virtù o
piuttosto delle
quattro virtù cardinali: la conoscenza, la giustizia, il
controllo di sé e il coraggio.
Ragioni della crisi della res
publica
Era stata la crisi graccana a dare inizio alle prime gravi
difficoltà per il mantenimento della sicurezza e
dell’equilibrio per la Repubblica romana.
La riforma di Mario per l'esercito
romano
L’esercito era sempre stato nazionale, censitario e non
permanente.
studenti.
it/podcast/la-dittatura-di-publio-cornelio-silla.
html"
target="_blank">La dittatura di Publio Cornelio
Silla
Silla fu un personaggio completamente diverso da Mario, ma con
quest’ultimo egli dominò la vita politica romana
per
diversi anni, causando lotte interne tra i loro partigiani.
L'avvento e la signoria di Pompeo
Minus
Figlio di Gneo Pompeo Strabone, signore del Piceno durante la guerra
sociale, Pompeo Minus fu assai presto aiutato dalla sorte: prima
ereditò un’importante clientela dal padre, poi
scelse il
campo di Silla quando costui sbarcò a Brindisi.
Il primo triumvirato
Mentre Pompeo combatteva in Oriente, Roma attraversava le
rivalità tra i populares e gli optimates oltre che le
rivalità tra Cesare e Crasso, nonché la congiura
di
Catilina ai danni del console Cicerone, nel 63 a.
C.
Dittatura di Cesare
Gaio Giulio Cesare apparteneva ad una famiglia patrizia che era stata
alleata con Mario.
Verso il secondo triumvirato
Morto Cesare l’idea dei congiurati era quella di gettarne il
cadavere nel Tevere e di proclamare il ritorno della
libertà,
tuttavia, di fronte alle ostilità del popolo che era venuto
a
sapere dell’assassinio, i congiurati guidati da Cassio e
Bruto
dovettero trovare rifugio sul Campidoglio.
Il secondo triumvirato
Ottavio, intanto, fu proclamato imperator, marciò su Roma e
si
impadronì del tesoro dello Stato, organizzò poi
comizi
elettorali e si fece eleggere console contro ogni regola.
html"
target="_blank">Primi dissapori tra Ottavio e Marco
Antonio
Ottavio, in Italia, doveva portare a termine i compiti che gli erano
stati assegnati.
Rottura del secondo triumvirato
I primi segni della rottura risalgono al 35 a.
C.
quando Ottavio
rifiutò energicamente di inviare truppe ausiliarie ad
Antonio
che stava preparando la sua rivincita contro i Parti.
Trasformazioni sociali e culturali
del I secolo avanti Cristo
In questo periodo tutte le classi sociali sono state toccate da
profonde trasformazioni.
Conseguenze della battaglia di Azio
La battaglia di Azio era destinata a diventare come la manifestazione
dell’epifania del Principe che gli dei avevano spedito sulla
terra per ridare a Roma la pace e la serenità.
Il miracolo di Azio
Subito dopo la battaglia Ottavio fece erigere due trofei:
l’uno
al tempio del dio Apollo che si trovava proprio di fronte al campo di
battaglia, sul golfo di Ambracia; l’altro, invece, elevato a
Marte, Nettuno ed Apollo, nel luogo stesso dell’accampamento.
Condizioni della capitale Roma nel
I secolo avanti Cristo
È una città vecchia che ha già dietro
di sé sette secoli di storia.
Condizioni dell'Italia nel I secolo
avanti Cristo
L’Italia, comprendente la penisola più la Gallia
Cisalpina, vide per la prima volta allontanarsi dal suo territorio
brigantaggio e disordini di ogni tipo.
html"
target="_blank">Origini ideologiche del Principato
Il 19 agosto del 14 d.
C.
sarebbe morto a Nola, in Campania, Ottaviano
Augusto.
Punti a sfavore per la costituzione
del Principato di Augusto
Il trionfo di Ottavio nel 29 significava la fine della guerra civile e
il ritorno ad uno stato di diritto, ma quale? Punti a favore per la costituzione
del Principato di Augusto
Ottavio disponeva di contro anche di appoggi di prim’ordine.
Compromesso istituzionale di Ottavio
Nel 28 Ottavio inaugurò il suo sesto consolato con Agrippa
come
collega: i due consoli restarono a Roma tutto l’anno,
organizzarono un census e il Senato fu rinnovato.
Debolezza del sistema consolare
Nonostante che il Principato sembrava ormai essersi saldamente formato,
nel 23 a.
C.
siamo a conoscenza di una crisi, anche se le informazioni a
riguardo sono molto imprecise, che svelò la debolezza del
sistema, secondo il quale tutto poggiava sulle spalle
dell’imperatore.
Augusto
Era nato il 23 settembre del 63 a.
C.
a Roma.
I collaboratori di Augusto
Tra i suoi collaboratori emergono due figure fondamentali, che sono
Agrippa e Mecenate.
Gerarchia imperiale
Oltre che creatore di un nuovo regime, Augusto volle anche riformare la
società romana in base ai principi della sua ideologia, come
il
ritorno alla morale antica e il rafforzamento della coesione sociale.
it/podcast/il-senato-sotto-augusto.
html"
target="_blank">Il Senato sotto Augusto
Nell’epoca repubblicana non esisteva un ordo senatorius, ma
la
sola condizione richiesta ad un uomo per entrare in senato era quella
di aver ricoperto almeno la prima delle magistrature (questura), e
soprattutto di possedere un capitale equivalente al censo equestre.
Ordine equestre ed esercito sotto
Augusto
Essere cavalieri dava dei privilegi, come portare la tunica con la
banda di porpora stretta, l'anello d’oro ed avere posti
riservati
agli spettacoli, ma non dava nessuna eredità legale: non si
nasceva cavalieri, a meno di non essere figli di senatori, lo si
diventava.
Impero romano e la sua
amministrazione
Il successo di una «monarchia mascherata» come
quella di
Augusto sta nell’aver saputo amministrare correttamente gli
immensi territori dell’impero.
La politica religiosa sotto Augusto
La politica religiosa di Augusto si sviluppò da una parte
secondo una linea tradizionalista, dall’altra una
innovatrice,
con la fondazione del culto imperiale.
Questione della successione di
Augusto
L’opera colossale religiosa, politica e amministrativa di
Augusto
sarebbe stata del tutto effimera se non si fosse assicurata la
successione: bisognava dunque trasmettere l’auctoritas e le
qualità personali di Augusto.
La dinastia dei Giulio-Claudii
Nessuno col tempo mette in discussione il regime del Principato, anzi
lo si sperimenta, lo si modifica e lo si adatta.
Tiberio
La storiografia senatoria ce lo presenta come un cattivo principe, alle
volte un tiranno, che avrebbe dato al Principato una forma autocratica.
Caligola
Dell’avvento al potere di Caligola nel 37 d.
C.
si sa molto
poco,
solo che il prefetto del pretorio vi ebbe un ruolo importante, e che il
popolo di Roma, così come il Senato, lo accolsero con gioia:
era
colui che la folla acclamava come «nostro bimbo»,
«nostra stella».
Claudio
Dopo l’assassinio di Caligola nel 41 d.
C.
, mentre il Senato
decideva di restaurare la Repubblica, i pretoriani perquisirono la
domus sul Palatino alla ricerca di un membro della famiglia
giulio-claudia che potesse sostituirlo.
Nerone
Il caso, o più verosimilmente il veleno fecero di Nerone il
nuovo imperatore di Roma nel 54 d.
C.
.
La politica dei Giulio-Claudii
È spesso difficile cercare di individuare che cosa risalga
ad
Augusto e che cosa ai suoi successori; a lungo si è
attribuito
molto al primo, tuttavia oggi gli storici hanno scoperto che i
Giulio-Claudii non sono stati solo dei continuatori.
L'esercito e il culto imperiale
sotto i Giulio-Claudii
Dalla morte di Augusto, globalmente l’esercito rimase quello
che era sempre stato, leale cioè alla casa imperiale.
La rivoluzione spirituale e il
cristianesimo
Così un grandissimo storico italiano, Santo Mazzarino,
mettendo
in parallelo il «vangelo secondo Augusto» e il
vangelo di
Gesù sottolinea la nascita di due fedi simultaneamente e di
un’era nuova in data di nascita dei loro fondatori.
studenti.
it/podcast/evoluzione-della-amministrazione-sotto-i-giulio-claudii.
html"
target="_blank">Evoluzione dell'amministrazione
sotto i Giulio-Claudii
Augusto aveva già organizzato un apparato amministrativo
efficace e adatto alle dimensioni del mondo romano, e centrato su Roma.
La crisi del 68-69 e l'avvento dei
Flavii
La morte di Nerone avrebbe aprì un anno e mezzo di crisi, di
grande estensione geografica, che mise in evidenza le contraddizioni e
le ambiguità del regime di Augusto, e per molti versi si
avvicinò alle guerre civili repubblicane.
Interpretazione e conseguenze della
crisi del 68-69 dopo Cristo
Le ragioni furono molteplici, tanto fu complessa: Non si
trattò di una crisi di regime, ma del fallimento di un uomo,
Nerone: nessuno pensò di restaurare la Repubblica.
Principato di Vespasiano e di suo
figlio Tito
Nato da una famiglia di nobili municipali della Sabina, il padre
apparteneva all’ordine equestre, Vespasiano
cominciò la
carriera come cavaliere.
Domiziano, ultimo dei Flavii
Il secondo figlio di Vespasiano, al contrario del fratello, trascorse
un’infanzia triste ed ebbe educazione trascurata.
Domiziano come continuatore
Essenzialmente il governo di Domiziano non differisce di parecchio da
quello di Vespasiano e di suo fratello.
Domiziano come innovatore
Nel dettare una volta una lettera, Domiziano la iniziò
così: «il nostro signore e nostro dio ordina
quanto
segue».
Inizio della vita municipale con
Roma
Tra i criteri che distinguevano i barbari dagli altri uomini
c’era la città: vivere in città si
doveva meritare,
e più che una tappa che permetteva di raggiungere un tipo di
civilizzazione superiore, l’ambiente cittadino era un punto
di
arrivo, il risultato di una vera conversione ad un altro modo di
vivere.
Trasformazioni sociali e ascesa dei
provinciali sotto i Flavii
L'epoca dei Flavii è stata caratterizzata dai seguenti
aspetti:
declino dell’aristocrazia senatoria, legata ai
Giulio-Claudii,
con il suo luxus e le sue folli pretese; sparizione quasi completa
delle antiche famiglie dell’epoca repubblicana; crescita
lenta e
continua dei cavalieri; calo dell’influenza dei liberti.
La dinastia degli Antonini
Si usa chiamare gli imperatori successivi a Domiziano, che furono tutti
«italo-provinciali», con un nome creato a partire
dal
quarto imperatore della dinastia.
Nerva
Anche prima dell’assassinio di Domiziano, Nerva era stato
scelto
per succedergli: la sera dell’omicidio
dell’imperatore, il
Senato gli confermò tutti i poteri.
Traiano
Vir militaris di grande prestigio; fu in grado di domare i pretoriani
ed ebbe sufficienti relazioni per essere appoggiato dai diversi
eserciti.
Adriano
Si diceva che sul suo letto di morte Traiano avesse designato come suo
successore il pronipote Adriano; le fonti antiche non lo credono, anche
perché risultò strano che la moglie di Traiano,
Plotina,
lo avesse fatto sapere ad Adriano tre giorni prima della morte del
marito.
Antonino Pio
Il regno di Antonino Pio, dal 138 al 161 d.
C.
Marco Aurelio
Era nato da una famiglia che contava alcuni consoli tra i suoi
antenati, e che era imparentata con Traiano e con Adriano.
Guerre germaniche sotto Marco
Aurelio
La prima guerra germanica ci fu tra il 167 e il 175 d.
C.
Commodo
Con Commodo, che regnò dal 180 al 192 d.
C.
, per la prima
volta
un imperatore era nato nella porpora: la sua educazione era stata
curata, era stato preparato alle sue funzioni, ed era co-imperatore dal
177. Crisi del periodo tra il 193 e il
197 d.
C.
La notte stessa dell’assassinio di Commodo fu convinto il
praefectus urbi Pertinace ad accettare la nomina di imperatore; egli fu
condotto al campo dei pretoriani e poi davanti al Senato.
L'avvento al potere di Settimio
Severo
Nel 193 il governatore della Pannonia Superiore, Settimio Severo, fu
acclamato imperatore dalle sue truppe e regnò fino al 211
d.
C.
Caratteristiche degli anni di
guerra sotto Settimio Severo
Il Senato non aveva più alcun tipo di potere politico, e i
suoi
voltafaccia e i suoi complotti maldestri non facevano che peggiorare la
situazione.
Settimio Severo garante di
integrità dell'Impero
Seconda Guerra Partica: Severo non era nemmeno arrivato a Roma, che
subito dovette ripartire per la Siria, poiché i Parti
avevano
invaso la Mesopotamia.
La pratica del potere di Settimio
Severo in ambito militare
Monarchia Militare: Anche se Settimio Severo non aveva avuto molta
esperienza sul campo, aveva attraversato alcuni anni di guerra civile,
dai quali era uscito vittorioso, aveva al suo cospetto marescialli e
capi militari assai valorosi, e aveva tratto anche molti insegnamenti
dalle tattiche che aveva già utilizzato Marco Aurelio.
La pratica del potere di Settimio
Severo in ambito monarchico
Monarchia ereditaria: Settimio Severo si era presentato come
vendicatore di Pertinace, ma questo passo non era certo sufficiente per
legittimare la sua ascesa al trono.
Elagabalo
Il nuovo imperatore, che regnò dal 218 al 222 d.
C.
,
è più noto con questo soprannome.
studenti.
it/podcast/severo-alessandro.
html"
target="_blank">Severo Alessandro
Regnò dal 222 al 235 d.
C.
Spinta dei provinciali o
orientalizzazione dell'impero
È evidente che le province, e in particolare quelle della
parte
orientale dell’impero, fornivano ora il personale politico e
militare desideroso di assumere i più alti incarichi al
governo.
La fine della dinastia dei Severi
Quando morì l’ultimo dei Severi, nel 235 d.
C.
,
l’impero aveva raggiunto un certo equilibrio.
La crisi dal 235 al 260 dopo Cristo
A partire dal 235 d.
C.
l’impero romano precipitò
in una
crisi della quale è impossibile negare la gravità
e la
portata generale.
Massimino il Trace
La tradizione senatoria dipinge Massimino il Trace come un
soldato brutale proveniente dal ceto sociale più basso che
si
potesse immaginare: era stato pastore in origine, sarebbe diventato
soldato per poi scalare il cursus militare fino al più
elevato.
Gordiano III
Nel 238, alla morte di Massimino il Trace, fu fatta la scelta di
eleggere Gordiano III anche se non sappiamo se fosse soddisfacente per
tutti.
Filippo l'Arabo
Fu questo il nome del sovrano che succedette a Gordiano III nel 244
d.
C.
e regnò fino al 249 d.
C.
.
Decio
Tra gli usurpatori non va però annoverato Decio, che
riuscì a prendere e mantenersi il potere per tre
anni, dal
249 al 251 d.
C.
.
Valeriano
L’impero sprofondava letteralmente nella crisi: i barbari si
facevano sempre più minacciosi, e i regni dei vari
imperatori
sempre più brevi.
La reazione del potere imperiale
Il periodo che va dal 260 al 284 è segnato continuamente
dalle reazioni alla crisi dell’impero.
Gallieno
Il primo ad ereditare una situazione assai disastrosa, soprattutto in
campo militare, fu nel 260 d.
C.
Gallieno, che era stato associato al
potere dal padre Valeriano.
Claudio II e Aureliano
Claudio II, detto «il Gotico»; nel suo periodo di
regno,
tra il 268 e il 270 d.
C.
, ristabilì in parte la situazione.
Tacito, Probo e Caro
Il breve regno di Tacito, tra il 275 e il 276 d.
C.
, fu caratterizzato,
agli occhi dei contemporanei, da un’effimera restaurazione
senatoria.
Diocleziano
Nato in Illiria da umile famiglia, Diocleziano percorse la carriera
militare che lo portò a capo dei protectores di Caro.
Costantino
Anche Costantino regnò per parecchio tempo, dal 306 al 337
d.
C.
.
La fine dei figli di Costantino
I figli di Costantino regnarono dal 337 al 361 d.
C.
Giuliano, imperatore pagano e
Gioviano
I cristiani hanno soprannominato Giuliano,
l’«Apostata», cioè
l’infedele, il rinnegato.
Avvio di una nuova crisi a Roma tra
il 364 e il 395 dopo Cristo
Il periodo che iniziò dopo la morte di Gioviano fu
caratterizzato da una crisi analoga a quella del III secolo,
cioè anch’essa traeva origine dalle guerre.
Valentiniano I
Questo imperatore preferì molto ricorrere ad una divisione
del territorio imperiale.
Il regno di Teodosio Figlio
L’impero fu di nuovo diviso, in tre parti.
Flavio Stilicone
Flavio Stilicone, nato da una famiglia di Vandali che si era stabilita
all’interno dell’impero e convertita al
cristianesimo ma di
tendenza ariana, è stato una personalità molto
discussa,
presentato come un barbaro amico dei Goti o come un romano difensore di
Roma.
La fine della storia romana
Per quasi tutto il V secolo i destini delle due parti
dell’impero presero direzioni opposte.
La vita quotidiana nella Roma Repubblicana
Nome ed onore nella Roma repubblicana
Ogni cinque anni, il cittadino romano, doveva presentarsi a Roma per
essere censito e per denunciare la sua famiglia, la moglie, i figli,
gli schiavi ed il suo patrimonio.
Ricchezza e opulenza nella Roma
repubblicana
La povertà campestre comportava una vita senza grandi
bisogni.
I liberti
A Roma gli schiavi si davano da fare dovunque.
Organizzazione dello spazio a Roma
Il romano si realizzava nell’ambito della società,
e
perciò viveva più volentieri fuori casa: nei
campi, nelle
strade, nelle piazze ed alle terme.
La casa nella Repubblica romana
Per i romani, un uomo civile non poteva che essere legato alla sua casa.
La famiglia nella Roma repubblicana
La famiglia nel senso latino della parola coincideva con la popolazione
della casa sottomessa all’autorità del
capofamiglia, il
pater familias: i bambini, gli sposi, e talvolta la sposa.
Esercito nella Roma repubblicana
L'impero romano diventò così grande grazie
all'abilità e alla forza del suo esercito.
La simbologia dello spazio urbano
Ogni città romana possedeva un foro, che non serviva
soltanto
come luogo in cui si trattavano affari politici o commerciali, ma
originariamente anche come arena per giochi pubblici, svaghi,
rappresentazioni teatrali, combattimenti di gladiatori e gare.
Il corpo e la persona nella Roma
repubblicana
Il corpo non mente, perché a Roma non era
un’apparenza, o
come dicono alcuni filosofi greci, la tomba dell’anima,
bensì la verità visibile dell’uomo.
Cibo, banchetti e piaceri della
sera nella Roma repubblicana
Per tutti il pasto principale era la cena, che molti oggi immaginano
come uno sfarzoso banchetto ma che in realtà, salvo quelli
che
potremo considerare come ricevimenti particolari, era per i
più
altrettanto frugale come i primi due pasti.
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