Storia delle province romane: quali sono e significato del termine

Cosa sono le "province romane"? Quante erano e in che modo le divise Augusto? Storia e significato delle unità amministrative dei territori stranieri dell'antica Roma.
Storia delle province romane: quali sono e significato del termine
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1Cosa sono le province romane? Analisi e significato

Particolare della scultura in rilievo che gira a spirale intorno alla Colonna Traiana a Roma. I rilievi raffigurano le vittorie di Traiano sui Daci
Particolare della scultura in rilievo che gira a spirale intorno alla Colonna Traiana a Roma. I rilievi raffigurano le vittorie di Traiano sui Daci — Fonte: getty-images

Il termine provincia nell’età della Roma antica cambia di significato con il passare dei secoli e, soprattutto, in corrispondenza all’ampliarsi dei territori controllati da questa città. Con tale parola, infatti, si era soliti indicare l’insieme dei poteri esercitati da un funzionario o da un magistrato.

Parallelamente all’avvio della politica imperialistica di Roma, con provincia si cominciò a indicare una regione, fuori da Roma, il cui controllo era esercitato da questa città ed era stato ottenuto con le armi – in genere una guerra – e che concretamente era esercitato da funzionari selezionati appositamente.

Seguire la storia delle province permette di ricostruire le varie fasi della politica estera di Roma e l’evoluzione delle forme di governo. Un dato che rappresenta un fattore di continuità è il trattamento economico degli abitanti delle province che, considerati sudditi e sottoposti a tassazione, rappresentarono una fonte fondamentale di ricchezza per Roma.

2Le prime province e le guerre puniche

Gli accampamenti romani e cartaginesi di Erice, in Sicilia, durante la prima guerra punica tra Cartagine e Roma. 264-241 a.C.
Gli accampamenti romani e cartaginesi di Erice, in Sicilia, durante la prima guerra punica tra Cartagine e Roma. 264-241 a.C. — Fonte: getty-images

Le guerre contro Cartagine, città rivale di Roma per il predominio sul Mediterraneo, segnano una rottura nella storia di Roma e nella storia delle province. Le tre guerre puniche, combattute con alcuni intervalli a partire dalla prima metà del III secolo a.C. fino alla metà del II secolo a.C. permisero a Roma di abbattere la rivale e di mettere in atto una politica espansionistica nel Mediterraneo

Con la fine della prima guerra punica (264-241 a.C.) e la sconfitta dei Cartaginesi presso le isole Egadi, Roma fondò la sua prima provincia: la Sicilia; pochi anni dopo, tra il 239 e il 237, fu la volta della Sardegna e della Corsica

Prima di iniziare la seconda guerra punica (218-202), Roma per circa dieci anni, tra il 229 e il 219, concentrò la sua forza contro:

  • Gli Illiri, popolazione che viveva sulle coste della penisola balcanica e praticava la pirateria; con una serie di conflitti, Roma riuscì a ottenere il controllo di questi importanti territori.
  • I Galli che, organizzati in tribù, avevano invaso la Pianura padana e che Roma vinse, fondando poi delle colonie in alcuni centri del Nord Italia che divennero importanti centri urbani.
Tarragona. Spagna, Catalogna: antico anfiteatro romano risalente al II secolo
Tarragona. Spagna, Catalogna: antico anfiteatro romano risalente al II secolo — Fonte: getty-images

La vittoria romana nella seconda guerra punica e i trattati di pace che vennero firmati tra Roma e Cartagine nel 201 a.C. furono fondamentali. Ampi territori della Spagna, infatti, passarono sotto il controllo di Roma. La Spagna venne divisa in due province: Spagna Citeriore e Spagna Ulteriore. Sarà necessario ancora circa un secolo per realizzare compiutamente sia un pieno controllo sia una solida pacificazione della penisola iberica e ciò avverrà solo con la distruzione della città di Numanzia nel 133 a.C.; l’organizzazione definitiva del territorio avverrà alla fine del I secolo a.C.: l’area verrà infatti suddivisa in tre province:

  1. Hispania Baetica o Ulteriore;
  2. Hispania Tarraconensis o Citerior;
  3. Lusitania.

Lo sfruttamento economico di questi territori, come la politica di romanizzazione, furono molto intensi in quest’area, dimostrando l’importanza della penisola iberica all’interno del progetto espansionistico e imperialistico romano.

3Le province tra I e II secolo a.C.

Dal secondo secolo a.C. la politica espansionistica di Roma permise a questa città di estendersi notevolmente. Tra le conquiste più importanti devono essere menzionate

  • con le guerre contro la Macedonia, Roma riuscì a imporsi su questa area che, dopo la battaglia di Pidna nel 168 a.C., venne suddivisa in quattro territori;
  • con la terza guerra punica (149-146 a.C.), Roma riuscì non solo a sconfiggere definitivamente Cartagine – la città venne rasa al suolo nel 146 a.C. – ma anche a creare una nuova provincia comprendente i territori che all’epoca erano retti da Cartagine. Tale area prese il nome di Africa;
  • nel 148 a.C. Macedonia, Epiro e Tessaglia vennero ridotti a provincia romana. Nel 146 a.C. venne distrutta la città di Corinto e parte della Grecia venne anch’essa ridotta a provincia;
  • Attalo III, re di Pergamo lasciò alla sua morte i suoi territori a Roma che creò così nell’area occidentale dell’Anatolia la provincia d’Asia;
  • nel 121 a.C. Roma rese provincia la Gallia meridionale, conosciuta come Gallia Narbonense;
  • il re di Bitinia, Nicomede IV, alla sua morte lasciò i suoi territori a Roma; nel 63 a.C., questa area divenne una nuova provincia unitamente alla regione del Ponto;
  • Pompeo in Oriente riportò numerosi successi: Cilicia, Creta, Siria passarono sotto il controllo di Roma e la provincia d’Asia venne ampliata;
  • con le conquiste di Cesare in Gallia, ultimate nel 51 a.C., il controllo di questi territori divenne completo;
  • nel 31 a.C., dopo la battaglia di Azio, anche l’Egitto passò sotto il controllo di Roma.

4Organizzazione delle province romane: dalle origini ad Augusto

Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma
Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma — Fonte: getty-images

Nel momento in cui vennero create le prime province, Roma si adoperò per organizzarne il controllo e lo sfruttamento. In origine il potere su questi territori era in mano a magistrati – i pretori – che venivano eletti dai comizi centuriati.

Dal secondo secolo a.C. a controllare le province furono inviati i consoli e i pretori che avevano terminato il loro mandato. I propretori e i proconsoli detenevano poteri civili e militari sulle province da essi amministrate.

Le province furono per Roma un serbatoio di denaro: tasse, decime, dazi, dovere di provvedere al mantenimento delle truppe furono imposti alle popolazioni che risiedevano nelle province.

I territori ridotti a province, per quanto sottoposti a tassazione, trassero alcuni vantaggi dall’entrare in maniera così diretta sotto il controllo di Roma:

  • entrarono all’interno di un mercato estremamente vasto che, progressivamente, copriva l’intero Mediterraneo;
  • godettero delle infrastrutture che i romani si impegnarono a costruire: ponti, acquedotti, strade;

Una svolta fondamentale nella gestione delle province avvenne con Augusto, il fondatore dell’Impero Romano, che divise le province in:

  1. Province senatorie (Africa, alcune aree dell’Asia minore, Betica e Grecia), amministrate da proconsoli; le tasse esatte nelle province senatorie facevano parte dell’erario;
  2. Province imperiali (Gallia, Spagna, Illiria, Balcani, alcune regioni orientali), in situazione maggiormente instabile, sotto il suo diretto controllo; il denaro qui raccolto confluiva nelle casse dell’imperatore;
  3. l’Egitto divenne proprietà personale di Augusto.

Augusto cercò inoltre di consolidare i confini del territorio di Roma. Una delle riforme fondamentali di Augusto fu la riorganizzazione di un esercito professionale stipendiato con nuove tasse dello Stato. Con gli uomini in armi, Augusto mosse numerose guerre: fondamentale era rendere stabili i confini e pacificare le aree in cui la popolazione tendeva a essere riottosa nei confronti dell’autorità romana.

Augustò riuscì a ottenere il controllo di Pannonia, Dalmazia e Mesia; dopo una cocente sconfitta delle truppe romane, avvenuta nel 9 d.C. nella selva di Teutoburgo, fissò i confini sul fiume Reno. Augusto creò due nuove province: la Rezia e il Norico; riuscì a controllare in maniera totale la penisola iberica e a rendere più solido il potere di Roma sulla Giudea e l’Asia minore.

5Le province dell’età imperiale

Durante l’età imperiale, la politica espansionistica di Roma fu uno dei punti essenziali dell’agire dei diversi imperatori. Tra questi, colui che permise a Roma di raggiungere la sua massima estensione fu Traiano, al potere per circa venti anni, dal 98 d.C. al 117 d.C. Anche l’arte dà testimonianza delle sue imprese e della sua politica imperiale aggressiva. 

Il teatro romano di Merida in Spagna, costruito quando fu fondata la città di Augustae Merida, per i veterani delle guerre iberiche. Divenne la capitale della Lusitania
Il teatro romano di Merida in Spagna, costruito quando fu fondata la città di Augustae Merida, per i veterani delle guerre iberiche. Divenne la capitale della Lusitania — Fonte: getty-images

Al centro dei fori imperiali a Roma, infatti, svetta la colonna Traiana, alta oltre 20 metri. Tale colonna è finemente scolpita e sulle sue pareti sono raffigurati numerosi episodi delle due campagne militari – condotte rispettivamente tra il 101 e il 102 e tra il 106 e il 107 – che permisero a Traiano di fare della Dacia, l’attuale Romania, una nuova provincia romana. La Dacia era particolarmente ambita, essendo tale regione particolarmente ricca di giacimenti auriferi. 

Traiano riuscì poi a conquistare l’Arabia Petrea, corrispondente all’attuale Giordania; l’imperatore creò una nuova provincia sulle terre a cavallo del Mar Rosso e del Mediterraneo, prospicenti la Palestina. Creò poi altre tre province: Armenia, Assiria e Mesopotamia, la prima nel 114, le altre due nel 115. Fondamentali furono alcune vittorie contro il temibile re dei Parti, storico avversario di Roma. Con l’imperatore Traiano, l’Impero Romano arrivò a toccare il golfo Persico

6Diocleziano e la fine dell’unità

Il Foro romano ai tempi di Diocleziano
Il Foro romano ai tempi di Diocleziano — Fonte: getty-images

L’imperatore Diocleziano, al potere tra il 284 e il 305, mise in atto una trasformazione radicale. Attraverso l’istituzione della tetrarchia egli suddivise l’impero: due Augusti avrebbero governato rispettivamente l’Oriente e l’Occidente. La prefettura d’Oriente aveva come sede principale Nicomedia, quella d’Occidente Milano, sebbene Roma restasse la capitale dell’Impero. Era prevista poi una ulteriore suddivisione: la prefettura d’Illiria era retta dal Cesare d’Oriente, quella delle Gallie era in mano al Cesare d’Occidente. Tale sistema era stato ideato per garantire una successione pacifica: ai due Augusti sarebbero dovuti succedere i due Cesari.

Alla fine del III secolo, l’Impero fu così suddiviso in quattro prefetture, a loro volta divise in dodici diocesi. All’interno di esse vi erano le province che comprendevano una serie di municipi. Le province totali erano circa un centinaio ed erano amministrate da un prefetto.