America: storia, economia e protagonisti degli U.S.A.

Dalla fondazione all'ascesa economica, ecco le principali tappe della storia degli U.S.A. e della sua trasformazione in super potenza globale

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Con una storia legata a doppio filo a quella di celebri navigatori ed esploratori italiani, in particolare Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci, l’America è senza dubbio uno dei continenti più affascinanti e ricchi di storia dell’intero pianeta. Noto agli albori della sua scoperta, con il nome di “Nuovo Mondo”, il continente americano ebbe un ruolo cruciale in ottica di ampliamento delle rotte commerciali del XVI secolo diventando centrale nei progetti di colonizzazione dei popoli europei: portoghesi, ispanici, inglesi, olandesi e francesi, in primis. Ed è proprio in questo periodo che iniziano a delinearsi le prime grandi differenze culturali e sociali, oltre che prettamente geografiche, dell’enorme territorio americano. Differenze che daranno vita a tre principali macroaree ben distinte:

  • America del Nord
  • America Centrale
  • America del Sud

Gli Stati Uniti d’America (U.S.A.), fanno parte dell’area geografica dell’America del Nord e il loro passaggio da colonie a stato federale, a seguito della Dichiarazione d'Indipendenza del 1776, traccia la rotta dell’ascesa che di lì a poco, trasformerà i primi 13 stati del tempo e gli attuali 50, in un’indiscussa potenza mondiale.

Storia americana: dalla colonizzazione all’indipendenza

Gli eventi, l’economia e i protagonisti della storia degli U.S.A. sono strettamente correlati al fenomeno della colonizzazione del territorio americano da parte delle popolazioni europee. In particolare, Il Nord America, area geografica di cui, come abbiamo anticipato, fanno parte gli Stati Uniti d’America (United States of America in lingua originale, da lì la sigla U.S.A) è diventata nel XV secolo l’area di interesse principale di coloni spagnoli, inglesi e olandesi.

Interessati alle ricchezze del vasto territorio e alla possibilità di avviare nuovi scambi commerciali, i coloni europei hanno dato il via a un’operazione di espropriazione delle terre fino a quel momento popolate dagli indigeni, insediandosi e imponendo la propria cultura, le proprie tradizioni e il proprio credo religioso. Una situazione destinata a peggiorare con l’avvio della piaga dello sfruttamento della manodopera dei popoli indigeni che acquisì ben presto i tratti e le dinamiche tipiche della schiavitù e che fece da apripista allo schiavismo dei neri d’Africa nel XVIII, avvenuto attraverso la tristemente nota tratta atlantica degli schiavi.

 

La dichiarazione d’indipendenza americana

Prima del XVIII secolo, nella seconda metà del ‘700, fu proprio sulla costa atlantica che si innescò la miccia che diede vita alla formazione degli Stati Uniti d’America con i primi 13 degli attuali 50 Stati. Le 13 colonie inglesi di quell’area infatti, che dipendevano direttamente dalla Gran Bretagna, stanche delle enormi pressioni fiscali e consci di avere ormai una propria storia e una propria identità, decisero di proclamare la loro indipendenza con una dichiarazione formale, nota appunto come Dichiarazione d’indipendenza Americana.

Dichiarazione che il 4 luglio 1776 ( dopo una sanguinosa guerra d’indipendenza combattuta un anno prima e conclusasi nel 1783) sancì la nascita degli U.S.A. che dovranno però aspettare l’ufficialità del Trattato di Parigi per essere considerati a tutti gli effetti Stati Uniti d’America, nel 1783.

I primi 13 Stati indipendenti furono i seguenti:

  • Connecticut
  • Delaware
  • Georgia
  • Maryland
  • Massachusetts
  • New Hampshire
  • New Jersey
  • New York
  • North Carolina
  • Pennsylvania
  • Rhode Island
  • South Carolina
  • Virginia

A cui si aggiunsero dal 1791 al 1959 altri 37 Stati a partire dal Vermont, sino al 50° e ultimo stato federato rappresentato dall’arcipelago delle Hawaii. Dalla Dichiarazione d’Indipendenza in poi, gli Stati Uniti piantano il seme della loro crescita economica che porterà, negli anni, anche a seguito della triste piaga della tratta degli schiavi africani, a un’ascesa rapida, variegata e complessa.

 

L’ascesa economica degli Stati Uniti

L’ascesa economica degli Stati Uniti ha un prima e un dopo che delineano in maniera marcata la complessità delle dinamiche di questa repubblica federale e l’avanzamento di modelli che ancora oggi sanciscono il suo successo e rafforzano il suo ruolo di super potenza globale. Il prima è rappresentato dall’agricoltura. Nell’economia coloniale del Nord America infatti, prima della nascita degli Stati Uniti d’America, l’economia era prettamente di sussistenza e si basava esclusivamente sull’agricoltura e sull’ottenimento di prodotti agricoli finalizzati soltanto alla sopravvivenza e non al guadagno e allo scambio monetario. Tutto questo cambia a seguito della Dichiarazione d’Indipendenza e alla formazione dei primi 13 Stati della federazione.

 

Dall’economia di sussistenza all’economia di mercato

A seguito dell’indipendenza infatti, gli stati iniziano a concepire il lavoro agricolo non più come finalizzato solo all’autoconsumo, ma anche al guadagno. È proprio da questa trasformazione che nasceranno le prime industrie inizialmente concepite per essere funzionali all’ottimizzazione dei processi agricoli.

Ed è questo lo spartiacque principale che sancisce l’ascesa economica degli Stati Uniti. Un’ascesa che ad oggi li vede leader nei più svariati settori industriali dai prodotti di largo consumo all’elettronica, sino alle biotecnologie, alla blockchain e a tutti i settori innovativi e tecnologici alla base dell’impatto globale delle Big Tech.

 

I maggiori protagonisti della storia americana: i presidenti

In tema di storia, cultura ed economia degli U.S.A. non si possono non menzionare alcuni grandi protagonisti che hanno lasciato un’impronta indelebile nell’identità e nel patrimonio socio-politico-culturale del Paese. Tra le figure di spicco, i presidenti degli Stati Uniti hanno un ruolo di primissimo piano, a partire da George Washington, uno dei padri fondatori nonché primo presidente degli Stati Uniti d’America. E che dire di Abramo Lincoln? Il sedicesimo presidente degli U.S.A. è considerato una vera e propria figura iconica, soprattutto per la sua impronta politica moderna che ebbe il suo apice nel celeberrimo discorso di Gettysburg e nell’abolizione della schiavitù.

Dall’800 passiamo agli anni ‘60 del ‘900, con John Fitzgerald Kennedy il presidente che portò gli Stati Uniti sulla luna grazie al primo allunaggio della storia, nel 1969 e che ebbe un ruolo cruciale nella promozione dei diritti civili. La stessa promozione che permise, anni dopo, di aprire le porte della Casa Bianca a uno dei più carismatici presidenti degli U.S.A, nonché primo presidente di colore e Nobel per la Pace, Barack Obama e alla prima vicepresidente donna Kamala Harris.

Le figure di spicco della cultura e dell’intrattenimento

Ma i protagonisti che hanno contribuito a rendere grandi gli Stati Uniti, non possono essere certo confinati all’interno delle mura della Casa Bianca. È il caso di Martin Luther King, Malcolm X, Rosa Parks, leader indiscussi dei movimenti civili. E ancora Sandra Day O'Connor prima donna a far parte della Corte Suprema e Ruth Bader Ginsburg seconda donna nella storia degli Stati Uniti a ricoprire quella carica e paladina dei diritti delle donne e della parità di genere.

Molti di questi attivisti e protagonisti delle battaglie a favore dei diritti civili sono stati omaggiati sul grande schermo dalle produzioni di Hollywood. Considerata la mecca del cinema, Hollywood ha dato vita a personaggi e icone che hanno contribuito a definire la cultura e lo stile del Paese, da Marylin Monroe a James Dean, sino a registi come Stanley KubrickSteven Spielberg. Dalla mecca del cinema a quella della tecnologia e dell’innovazione con la Silicon Valley e le sue massime figure di spicco: Steve Jobs, Bill Gates e Mark Zuckerberg che con le loro intuizioni hanno cambiato radicalmente il modo di comunicare e di fare informazione impattando in maniera indelebile su tali dinamiche a livello globale.

 

 

 

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