Lo stile di Manzoni: caratteristiche e punti chiave delle opere manzoniane
Qual è lo stile di Manzoni? Spiegazione dei punti chiave delle sue opere e le caratteristiche dello stile e della lingua.
Indice
Stile delle opere manzoniane: libertà, verità, originalità
Qual è lo stile che troviamo nelle opere di Alessandro Manzoni? Nelle sue opere troviamo diverse costanti che si fondono tra loro in un unico impasto che forma lo stile di Manzoni:
- amore per la libertà
- amore per la verità
- ricerca dell'originalità
La libertà - intesa come libertà dal peccato - si manifesta sotto forme diverse in tutte le sue opere. Mentre rimase legato al principio di originalità sperimentando nuovi stili e forme.
I 3 princìpi della produzione manzoniana
La sua produzione si basa su tre principi:
- il vero come oggetto
Il vero per soggetto- ciò che viene trattato nell'opera deve essere qualcosa di reale, faccende e personaggi che il lettore possa"incontrare" nella vita di tutti i giorni o nel quale si possa immedesimare. - l'utile come scopo
L'opera deve avere un fine "utile" cioè deve insegnare al lettore qualcosa di applicabile nella vita di tutti i giorni. - l’interessante come mezzo
L'interessante per mezzo significa che l'opera deve trattare un tema che interessi il pubblico. E non un pubblico limitato, bensì vasto.
Esempio concreto nelle sue opere lo troviamo nella produzione giovanile, ad esempio “Del trionfo della libertà” in cui è presente un ideologia giacobina che esalta la libertà della Repubblica romana, della rivoluzione francese e va contro con il potere politico e religioso. Altra opera giovanile è "In morte di Carlo Imbonati" celebrato come esempio di virtù solitaria, la quale può contribuire al miglioramento della società. Anche qui, i temi principali sono la fedeltà alla libertà e alla verità.
Gli Inni sacri
Prendendo spunto dalla Bibbia, Manzoni decide di coniugare la poesia, il bello e la preghiera. Scrive così gli "inni sacri" a celebrazione delle feste dell'anno liturgico, che hanno anche la funzione di ricordare che i sentimenti dell'animo umano sono anche valori cristiani. Le novità che troviamo in questi scritti le troviamo sul piano formale: la prima è la novità della poesia corale dove l'io è assorbito dal noi poiché il cristianesimo mette in crisi l'egocentrismo e l'individualismo. Manzoni usa come fonte la Bibbia e infatti era tradizione nel 1700 prendere spunto dalle Sacre scritture per parlare di cose divine. La sua volontà di raggiungere il popolo lo porta ad usare un lessico prosastico e "basso". Un’altra novità è l’ode come forma metrica, perché popolare e facile da cantare. Grazie a quest’opera, Manzoni trova posto tra i grandi scrittori europei dell'epoca.
Le Tragedie: Il conte di Carmagnola e Adelchi
Manzoni sceglie di scrivere tragedie per due motivi:
- gli permetteva di capire la popolarità della lingua usata;
- è considerata forma d’arte per eccellenza;
Il Conte di Carmagnola ha una fase di produzione più lungo dell’ Adelchi, ed è ispirato dai personaggi dell’opera dello storico ginevrino Sismondi. I punti trattati nelle tragedie sono essenzialmente due:
- l’unità di tempo, luogo e azione;
- la moralità delle opere tragiche.
Usa il sistema storico, ovvero il contenuto è fondato sulla verità storica; la forma deve mancare di unità di tempo e di luogo.
Obbiettivo manzoniano è quello di creare uno stato di giudizio, per questo la tragedia ha uno scopo morale. Attraverso l’inserimento dei cori obbliga il lettore a farsi giudice. Il personaggio scelto da Manzoni è innocente, perché secondo lui dopo la morte e resurrezione di Cristo (vittima innocente), le sventure dell’innocente sono diventate occasione per l’uomo di espiare le proprie colpe e di partecipare ai dolori di Cristo.
Le poesie civili
In tutte le opere di Manzoni è presente il tema della passione politica: ne I Promessi Sposi racconta la triste condizione della Lombardia sotto il controllo degli spagnoli. I moti Indipendentisti del 1821 sono all’origine dell’ode “Marzo 1821”.
Manzoni, insomma, dà voce agli ideali di libertà, unità e indipendenza e accetta il concetto di guerra giusta, ovvero la guerra a scopo della libertà della patria. Lo stesso anno compone “Il cinque Maggio”, alla morte di Napoleone, qui riflette sulla vicenda storica legata al defunto che è visto come figura di superbia umana che si sostituisce a Dio. L’opera venne censurata dagli austriaci, ma viene pubblicata fuori dal regno Lombardo-Veneto.
I promessi sposi
La redazione de I promessi sposi lo occupò per un tempo lunghissimo dal 1821 (Fermo e Lucia) al 1842 (ultima edizione). Manzoni prende spunto da una grida settecentesca sui matrimoni contrastati. Non a caso ambienta l’opera nel 1600, cosa che spiega in una lettera a un amico affermando che il '600 lo colpì perché negli uomini intravedeva i peggiori difetti ma anche le più grandi virtù (presenza del libero arbitrio). Il lavoro iniziato il 1821 ebbe molte riletture, i problemi relativi al genere e alla lingua da usare causavano molte frustrazioni in Manzoni. Inoltre si accorse che la fabula era troppo lineare, così oltre a correzioni linguistiche vi fu una rielaborazione strutturale. Così nel 1825 e 1827 uscirono due tomi “I promessi sposi. Storia milanese scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni”. Che ebbe subito un grande successo anche grazie alla scelta della lingua toscana (parlata dai fiorentini colti). Nell’edizione definitiva ci furono 3 grandi novità:
- nuova veste linguistica;
- un gran numero d’illustrazioni;
- l’aggiunta della “ Storia della colonna infame”.
Fermo e Lucia a confronto con I promessi sposi
- Lingua: nel primo è più composta e prevalentemente letteraria mentre nel secondo è una lingua viva grazie al toscano.
- Struttura: nel primo le vicende sono narrate in modo schematico mentre nel secondo le vicende si intrecciano, cambiano i nomi di alcuni personaggi e ci sono più episodi.
- Tono: nel primo il tono è storico-saggistico (verità storica accentuata) e i personaggi hanno toni intensi e carichi.
Tutti i riassunti de I promessi sposi
I riassunti de I promessi sposi:
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