Stanchezza emotiva: cos'è e come gestirla
Stanchezza emotiva, istruzioni per l'uso: come si può gestire? Come riconoscerla, cause e come affrontarla con i consigli della psicologa Deborah Disparti.
Indice
Cos'è la stanchezza emotiva?
Dopo più di due anni di pandemia ed una situazione geopolitica ed economica preoccupante, l’arrivo delle stagioni fredde potrebbe diminuire in molti le risorse mentali ed emotive generando stati di malessere psicofisico caratterizzati da stanchezza emotiva.
Non si tratta di una patologia o di un’etichetta diagnostica. Il termine stanchezza emotiva viene utilizzato per descrivere una condizione comune che presenta alcune caratteristiche e che può compromettere il benessere e la salute mentale.
In particolare, delinea una situazione di scarsità di risorse per la gestione delle emozioni intense, fino alla difficoltà a gestire anche le più piccole attivazioni emotive quotidiane, aprendo così a due possibilità:
- espressione esagerata: le emozioni vengono vissute ed espresse in modo amplificato, senza mezzi termini e talvolta in modo dannoso per sé e/o per gli altri;
- repressione ed evitamento: non sapendo come gestirle si opta per uno spegnimento, la cui conseguenza può essere uno stato di apatia e disinteresse, causato appunto dalla mancata gestione ed elaborazione delle emozioni.
Come è facilmente comprensibile, nessuna delle due opzioni risulta ottimale, e nel lungo termine, può determinare l’insorgere di patologie come i disturbi dell’umore o i disturbi d’ansia e portare ad un esaurimento di risorse, anche chiamato burnout.
Come riconoscere la stanchezza emotiva?
Oltre alla modalità di reazione alle emozioni, la stanchezza emotiva e/o mentale, può manifestarsi tramite una serie di sintomi e comportamenti che a lungo andare possono diventare invalidanti e fortemente problematici. Tra gli aspetti principali possiamo trovare:
- spossatezza
- agitazione psicofisica
- irritabilità
- diminuzione dell’interesse verso ciò che solitamente piace fare
- difficoltà a partecipare alle attività sociali
- fatica nel portare avanti le attività quotidiane
- minor entusiasmo
- confusione rispetto al futuro
- difficoltà ad impegnarsi in progetti a lungo termine
Come dicevamo sopra, si parla di sintomi e comportamenti di intensità medio-alta che non invalidano la quotidianità ma che comportano comunque molta fatica e difficoltà nell’affrontare legiornate.
Da cosa è causata la stanchezza emotiva?
Come per tutto ciò che ha a che fare con il benessere o il malessere mentale, sono sempre implicati tantissimi fattori, che possono essere protettivi oppure di rischio. Esistono però dei fattori più comuni e più condivisibili che spesso si ritrovano alla base della stanchezza mentale, alcuni sono fattori esterni, legati cioè al contesto, altri invece sono fattori interni legati alla singola persona.
Tra i principali fattori implicati possiamo individuare:
- età/momento di vita
- eventi di vita instabili/fortemente impattanti
- scarse fonti di sostegno pratico ed emotivo
- sofferenza fisica
- scarse risorse di gestione emotiva
Inoltre bisogna tener conto anche delle condizioni esterne. Ad esempio, il momento storico che stiamo vivendo, data sia l’intensità degli eventi che la loro durata ha comportato nella maggior parte della popolazione l’esaurimento delle risorse a disposizione per gestire l’impatto degli eventi sulla vita quotidiana.
Come gestire la stanchezza emotiva
Sicuramente questa condizione merita un’attenzione particolare in quanto fattore di rischio per l’insorgere di patologie più impattanti.
Sicuramente però possiamo lavorare per prevenire, riconoscere e gestire questa condizione qualora ci capitasse di viverla:
- consapevolezza e automonitoraggio: ci permettono di conoscerci meglio, comprendere i nostri bisogni e saperli soddisfare, ma soprattutto a riconoscere i limiti da non superare;
- life skills: si tratta di capacità varie per il benessere e la costruzione di risorse per gestire emozioni e momenti di vita più complessi;
- self compassion: indispensabile, specialmente per chi tende a essere molto richiedente nei propri confronti, per potersi concedere di rallentare o fermarsi;
- lista di attività riposanti e rigeneranti: avere una lista di cose, da quelle meno impegnative, a quelle più lunghe, già a disposizione, rende più semplice sapere come riposarsi o rigenerarsi;
- rete esterna di sostegno: indispensabile per saper chiedere aiuto e fidarsi della risposta che arriverà, per non dover portare sempre tutto sulle proprie spalle;
Queste risorse possono essere acquisite in autonomia, ma è possibile anche lavorarci in terapia, peracquisirle o rinforzarle così da prevenire o attenuare gli effetti più debilitanti della stanchezza emotiva.
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