Sono una creatura di Giuseppe Ungaretti: parafrasi e commento

Sono una creatura di Giuseppe Ungaretti: commento alla poesia con parafrasi completa e figure retoriche. Spiegazione breve del componimento

Sono una creatura di Giuseppe Ungaretti: parafrasi e commento
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SONO UNA CREATURA, GIUSEPPE UNGARETTI

Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916

Come questa pietra del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata

Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede

La morte
si sconta
vivendo

SONO UNA CREATURA, PARAFRASI

Il mio pianto interiore è come questa pietra del monte San Michele.

Così fredda, dura, asciutta, refrattaria, così totalmente priva di anima.

La morte si sconta attraverso il senso di colpa di essere sopravvissuti.

SONO UNA CREATURA, TEMI

Questa poesia è strettamente collegata all’esperienza della prima guerra mondiale vissuta da Ungaretti.

Il poeta paragona il suo pianto ad una pietra del monte San Michele e usa aggettivi che esprimono il senso dell’indifferenza nei confronti della morte attraverso una climax discendente (fredda, dura, prosciugata, refrattaria, totalmente disanimata).

Ungaretti è talmente abituato ad un’immagine tanto pessimista e toccata con mano, che non riesce neppure a provare dolore. Il suo pianto è perciò un sentimento interiore, segreto, senza lacrime, duro proprio come la pietra carsica.

Sono una creatura di Giuseppe Ungaretti
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La poesia termina con una tragica conclusione: “la morte si sconta vivendo”, cioè che il sollievo della morte si paga con le sofferenze della vita.

Il rapporto tra vita e morte si inverte: la morte assume un significato positivo di fronte alla vita e non viceversa. Lo stesso prima di lui pensava Ugo Foscolo.

In questo componimento, tratto da “L’Allegria”, Ungaretti fa assumere all’opera un significato profondo, rappresentato da poche parole semplici, caratteristica principale del movimento definito ermetismo.

SONO UNA CREATURA, ANALISI

Sono una creatura presenta uno schema metrico molto libero, con quattordici versi suddivisi in un’ottava e due terzine, con totale assenze di rime. Tra le prime due strofe c'è un enjambement.

In tutta la poesia sono presenti solamente tre forme verbali: due al presente, per dare un’idea di semplicità ed universalità del racconto, e una al gerundio.

I periodi sono distinguibili solo grazie alla divisione tramite i versi. La punteggiatura, tipicamente ermetica, è totalmente assente.

Sono presenti sia nomi concreti (pietra) che astratti (morte, vita) messi a paragone fra di loro. La poesia è caratterizzata da un grande numero di aggettivi messi in risalto da una climax ascendente, di cui l’ultimo termine è ancor meglio evidenziata dall’avverbio totalmente. 

Tra le figure retoriche troviamo:

  • Una similitudine (come questa pietra)
  • Molte anafore (così, così…, come questa pietra)
  • Una climax ascendente (prima strofa)
Un consiglio in più