Simulazione prima prova 2025: consigli per svolgere il tema argomentativo
Soluzioni simulazioni prima prova 2025: vademecum per risolvere la tipologia B dell'esame, il tema argomentativo. Svolgimento e consigli pratici
Prima prova maturità 2025: tema argomentativo
Tra le tracce della prima prova 2025 ci saranno anche tre diversi testi argomentativi. Questa tipologia ha preso il posto, nel 2019, del saggio breve e dell'articolo di giornale. Per aiutarvi a fare un po' di pratica con le tracce dello scritto di italiano, di seguito abbiamo riportato la soluzione della simulazione della prima prova proposta dal MIM quattro anni fa. La traccia svolta è quella del tema argomentativo, la B2.
Vuoi esercitarti? Ecco tutte le simulazioni pubblicate dal MIUR per la prima prova
Indice
Simulazione prima prova tracce
Riassumi il contenuto del testo, indicando i punti salienti delle argomentazioni dell’autore
L’articolo affronta il tema della fatica di leggere e del piacere della lettura indicando alcune criticità e offrendo a queste alcune soluzioni. Il punto di partenza dell’articolo è denunciare con una certa franchezza la fatica di leggere, che è innaturale. Comunicare, semmai è naturale. A suffragio di questa argomentazione è chiamato in causa il linguista Tullio De Mauro che vede nella comunicazione un vero e proprio principio evolutivo imprescindibile. Ma leggere resta qualcosa di artificiale per la fatica cognitiva e fisica che comporta.
Certo, i lettori esperti riescono a decodificare una pagina in minor tempo e quindi faticano meno (perché hanno già faticato prima). Chi è invece alle prime armi avrà duri ostacoli da superare all’inizio, perché la lettura di un testo complesso non è come leggere un sms o una lista della spesa. Proprio questa fatica spinge alla rinuncia. Questa è un’altra importante argomentazione.
L’autrice a questo punto si chiede: come ovviare al problema e far capire che la lettura è qualcosa di straordinario? L’unico modo, a suo avviso, è sperimentarne il piacere, «il gusto di lasciarsi catturare (e perfino possedere) da una storia, o il gusto di impadronirsi di un’idea, una prospettiva, una competenza nuova attraverso un testo». Ma i piaceri non si impongono. Per farlo scoprire, dice l’autrice, occorre insegnarlo con una sorta di ginnastica dolce: leggere ad alta voce ai bambini per rapirli nell’incanto di una storia. Sperimentato questo piacere, un giorno lo cercheranno da soli. Allo stesso modo, anche a scuola, grazie agli insegnanti, bisognerà tornare a leggere a voce alta per sentire il gusto delle parole ed esserne catturati.
Evidenzia la tesi dell’autore concernente la complessità del “leggere”
L’autrice sostiene che leggere è faticoso perché non è naturale; solo ammettendolo si possono trovare delle soluzioni efficaci. La seconda tesi (come evinciamo dal titolo) è che il piacere della lettura si può scoprire con una lungimirante educazione che parte dall’infanzia.
Individua gli argomenti che l’autore porta a sostegno della propria tesi
A sostegno della prima tesi (leggere è faticoso) l’autrice sostiene che, mentre comunicare è naturale, leggere è innaturale perché «i nostri occhi non sono fatti per restare incollati a lungo su una pagina o su uno schermo», ma anche cognitiva perché «il cervello riconosce e interpreta una stringa di informazioni visive (le lettere che compongono le parole) e le converte in suoni, e poi nei significati legati a quei suoni». E poi deve fare appello alla memoria per richiamare il significato delle singole parole e tradurlo in immagini. Il tutto in un tempo rapido e senza avere pause.
A sostegno della seconda tesi (il piacere della lettura) l’autrice sostiene che bisogna insegnare sin da piccoli il fascino delle storie e leggere ad alta voce, così da abituare la mente a comprendere rapidamente i significati e a immaginare.
Scoperto il piacere, sarà più semplice affrontare la fatica.
Evidenzia il ruolo che l’autore attribuisce agli insegnanti nello sviluppare il gusto per la lettura
Gli insegnanti hanno un ruolo decisivo nell’educare al piacere della lettura. Tuttavia sono spesso colpevoli di dimenticare proprio la fatica di leggere e quindi non tengono conto che non sempre hanno davanti alunni capaci di apprezzarne il gusto. Anche con loro occorre quindi leggere ad alta voce, come un padre che racconta una storia ai figli prima che si corichino per la notte.
Il testo presenta una sintassi prevalentemente paratattica, utilizzando periodi brevi. Ritieni efficace questo stile per affrontare un tema così problematico?
Lo stile dell’articolo è chiaro, diretto, quasi semplice, e utilizza spesso la brachilogia oltre che uno stile piano e in prevalenza paratattico. Nella prima parte dell’articolo si ha come l’impressione che l’autrice sia impacciata nell’esporre il problema e snodi il suo ragionamento come se stesse scrivendo in una chat. Certamente questo è in gran parte dovuto alla tipologia dell’articolo, tratto da un blog, destinato alla lettura su supporti elettronici, in un tempo rubato ad altre occupazioni, tutte condizioni che rendono la brevitas – qui però persino eccessiva – necessaria.
Tuttavia è pur sempre un testo argomentativo su un tema assai delicato e la questione è così complessa che meriterebbe un approfondimento maggiore e dal punto di vista stilistico un equilibrio più stabile tra paratassi e ipotassi, in modo da non sacrificare la chiarezza e la linearità del ragionamento ma, anzi, favorendone lo sviluppo in modo più efficace. Viene quasi il dubbio che l’autrice abbia scelto questo stile per venire incontro alle dichiarate difficoltà nella lettura.
Il commento
Elabora un testo nel quale sviluppi le tue opinioni sulla questione affrontata nel testo e sulle riflessioni dell’autore, anche alla luce della personale esperienza di lettore, svolta sia nel tuo percorso di studio sia in riferimento alle tue scelte personali.
Leggere è diventato un piacere antico, quasi obsoleto, associato al ricordo romantico di lunghi pomeriggi autunnali o invernali dove il tempo sembrava sospendersi. Oggi ci sono occupazioni migliori, a quanto pare. È un luogo comune duro da estirpare. Tuttavia la domanda è lecita: abbiamo ancora tutto questo tempo oggi? Già Montale in uno suo famoso articolo (“Ammazzare il tempo”) denunciava il fatto che ci mancassero delle pause e che fossimo vittime di una dittatura terribile che ci impedisce il più nobile dei diritti, quello di annoiarci. La lettura (ma anche la scrittura e qualunque attività creativa in generale) sarebbe allora un modo non solo di evadere, ma anche di creare una nuova prospettiva al nostro tempo.
Una volta risolto interiormente il dilemma su come impiegare il nostro tempo, nel momento in cui anche le nuove generazioni impareranno a perderlo, vivendo in modo sano e creativo la noia e rinunciando all’ossessione di impiegarlo compulsivamente, allora la lettura risorgerà come il modo più incredibile di vivere più esistenze simultanee, tanto da fare esperienza di mondi altrimenti non esperibili.
Certamente anche la lettura va allenata e si può essere d’accordo con l’autrice sul fatto che, partendo da piccoli, la lettura può diventare parte imprescindibile di una dieta quotidiana. Se così fosse, allora non sarebbe difficile ritrovare il tempo per la lettura. Sarebbe una necessità.
Specialmente i giovani sono capaci di perdere il loro tempo in moltissimi modi, credendo di impiegarlo bene (basti pensare solo al tempo che quotidianamente spendiamo sui social) o di disporne all’infinito, ed è dura dimostrare quanto si ingannano. «Tempus fugit», diceva Virgilio. Mi piacerebbe chiudere con un esempio positivo sulla lettura, che riguarda da vicino proprio il problema del tempo. Mi riferisco ai pendolari. Essi sanno meglio di altri cosa significhi essere costretti a impiegare il tempo in un modo non congeniale: sono comunque ore della loro vita. Contando un’ora per raggiungere il posto di lavoro, avremmo già due ore al giorno; dieci in una settimana, quaranta in un mese. Contando un mese di ferie, 440 ore all’anno che si perderebbero così, senza far niente, semplicemente aspettando di arrivare.
E invece, eccoli, quasi come funamboli sulla metro a leggere nelle posizioni più scomode, ad ascoltare audio-libri e musica, ad esercitarsi in corsi di lingua online, superando di fatto in modo creativo il problema concreto del tempo a disposizione. 440 ore annuali sono così spese per leggere, conoscere altri mondi e per guardare tutto sotto un’altra ottica. Solo così, allora, superata la fatica e compiuta la scelta di usare da protagonisti il proprio tempo, può accadere che alla tua fermata della metro ti sembri di vedere Raskolnikov salire trafelato e intanto, tu, preso dalla lettura, magari ti sei scordato di scendere…
Un aiuto in più per i tuoi temi
Essere in grado di scrivere un buon tema alle Medie e alle Superiori è fondamentale per poter comunicare efficacemente, sviluppare le proprie capacità cognitive, prepararsi al mondo dell'università e del lavoro, migliorare la propria creatività. Saper scrivere bene, infatti, racconta molto di sé e per questo motivo è importante saperlo fare nel migliore dei modi. Ecco qualche strumento che può tornarti utile:
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