Solstizio d’inverno 2024: data, significato e curiosità

Si tratta di una data molto importante che si celebra sin dall'antichità, ma qual è il vero significato del solstizio d'inverno? Quando cade nel 2024? Cerchiamo di fare chiarezza (e di ripercorrere la sua storia)

Solstizio d’inverno 2024: data, significato e curiosità
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Solstizio d’inverno 2024

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Il solstizio d’inverno segna il passaggio dall’autunno all’inverno e indica il giorno più corto dell’anno. Il solstizio d'inverno, che si verifica solitamente tra il 20 e il 23 dicembre nell'emisfero nord, rappresenta il giorno più breve e la notte più lunga dell'anno. Nel 2024 il solstizio si verificherà il 21 dicembre

Cos’è il solstizio d’inverno

Solstizio è un termine che arriva dal latino e viene tradotto in “sole fermo”. Parliamo di un fenomeno astronomico legato all’inclinazione dell’asse di rotazione della Terra rispetto all’eclittica. Si verifica quando il Sole illumina una zona del Pianeta per meno ore, smette infatti di calare rispetto all’equatore celeste, poi inverte il cammino.

Nel corso di questa giornata inoltre il Sole tocca il punto più basso che si trova all’orizzonte e a mezzogiorno raggiunge l’altezza minima di tutto l’anno. A differenza di quanto pensano in tanti il Sole si posiziona nel punto più vicino alla Terra, ma le temperature sono basse perché i raggi  raggiungono il Pianeta inclinati.

Solstizio d’inverno nell’antichità

Il solstizio d’inverno è un fenomeno conosciuto sin dall’antichità, legato, sin da tempi remoti, a credenze, leggende e con un enorme valore simbolico. Esistono alcuni luoghi del mondo come Stonehenge, in Gran Bretagna, in cui questo evento veniva celebrato con particolari rituali per celebrare la vittoria della luce sulle tenebre.

Se a Stonehenge i druidi compivano riti ancestrali, nell’Antico Egitto veniva celebrato il dio Horus, mentre in Messico gli Inca onoravano il dio Inti. E se in Grecia, il solstizio d’inverno era il tempo di Adone ed Ercole, gli Aztechi onoravano gli dei Huitzilopochtli e Bacab. I popoli del Nord invece credevano che in questa giornata si mostrasse il dio Freyr, figlio di Freya e Odino.

Nel corso dei secoli, d’altronde, i popoli hanno celebrato il passaggio durante il solstizio d’inverno dalle tenebre alla luce. In epoca precristiana i Celti vivevano Yule, una festa in cui si organizzavano banchetti sotto un pino. Nell’antica Roma invece si festeggiavano i Saturnali, una giornata in cui venivano azzerate le distinzioni sociali. Gli schiavi infatti prendevano il posto de loro padroni e ci si scambiavano dei regali.

Il significato del solstizio d’inverno

La parola solstitium arriva da latino “sol” che vuol dire sole e “sistere” che significa stare fermo. Rappresenta dunque una fermata obbligata del Sole lungo il suo cammino attraverso la volta celeste. Durante questa giornata infatti smette di discendere rispetto all’equatore celeste, facendo una pausa e invertendo, in seguito, il suo cammino, iniziando un modo di avvicinamento.

Il significato sta proprio qui: il Sole sembra stia tramontando, in seguito risorge tornando alla stessa posizione. Quasi come se di colpo precipitasse nella buia oscurità per poi tornare ad essere più forte, invincibile e vitale. Non a caso gli Antichi Romani parlavano di festa del Sol invictus, in cui si celebrava la rinascita.

Come si festeggia il solstizio d’inverno nel mondo

Oggi il solstizio d’inverno viene celebrato in tutto il mondo in modo particolare. In Cina, ad esempio, è una giornata dedicata a ricordo degli antenati che avviene nel corso di un festival, il Donghzi. Un’occasione per trascorrere del tempo con la famiglia e gustare i pitti tipici come i ravioli cinesi e i tangyuan, delle palline di riso farcite.

In Inghilterra esistono numerose tradizioni legate al solstizio d’inverno. A Brighton va in scena il Burning the clocks, un festival in cui le persone sfilano in costume per le strade della cittadina, trasportando lanterne di carta. Stonehenge, monumento preistorico famosissimo, è uno dei luoghi in cui il solstizio d’inverno viene vissuto con maggiore emozione. In questa località infatti ogni anno si riuniscono tantissime persone pronte a vivere questo evento. Secondo alcuni studi il complesso di pietre sarebbe stato voluto dai druidi, dei sacerdoti celtici che avrebbero disposto i megaliti per consentire una perfetta visuale del sole che tramonta.

In Iran invece viene tenuta viva la tradizione della festa di Yalda. Questo termine significa letteralmente “rinascita” e si riferisce alla vittoria della luce contro le tenebre. Nel corso delle celebrazioni si mangiano pezzi di anguria e melograno, frutti che richiamano fortemente i colori dell’alba, fanno riferimento all’abbondanza. Viene inoltre servita la frutta secca, un simbolo di vitalità e di energia. Le famiglie si riuniscono e leggono dei racconti persiani e poesia ad alta voce. In particolare vengono letti i componimenti di Hafez, considerati di ottimo auspicio per l’arrivo dell’inverno e di un nuovo anno.

Curiosità sul solstizio d’inverno

In tanti sono convinti che il solstizio d’inverno cada sempre il 21 dicembre, ma non è affatto così. Questo perché bisogna fare una distinzione fra l’anno solare su cui è basato il calendario gregoriano e l’anno siderale che dura 365 giorni, 6 ore, 9 minuti, 10 secondi. Il calendario che utilizziamo è lungo 365 giorni per semplificare, questo però fa sì che vengano lasciate fuori circa sei ore ogni anni. Questo ritardo con il tempo si accumula, causando una oscillazione del solstizio d’inverno fra il 21 e il 22 dicembre. Ogni quattro anni avviene poi una sorta di “recupero”, aggiungendo un giorno a febbraio.

Non solo, alcuni studi hanno dimostrato che il solstizio d’inverno non avviene solamente sulla Terra, ma interessa anche altri pianeti che fanno parte del Sistema Solare. Quest’ultimi possiedono un asse di rotazione che è inclinato rispetto al piano dell’orbita, con un’alternanza fra stagioni, equinozi e solstizi. La frequenza di tali eventi è legata all’inclinazione dell’asse che varia. Quello di Venere e Giove, ad esempio, ha un’inclinazione di appena 3 gradi, con cambiamenti stagionali brevi. Su Saturno le stagioni durano ben sette anni, mente su Nettuno il solstizio arriva ogni quarant’anni.

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