Sociologia: cos'è e cosa studia

Sociologia: cos'è e cosa studia la disciplina. Appunti di sociologia del primo anno di università

Sociologia: cos'è e cosa studia
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Sociologia: cos'è

Cos'è e cosa studia la sociologia?
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Che cos’è la sociologia? Cosa studia?

La sociologia è una scienza empirica, che si occupa dei fatti della vita, appartiene alle branche delle scienze naturali, e come tale è basata su tre principi fondamentali:

  • Generalità
  • Universalità
  • Verificabilità

La sociologia studia i fatti sociali, che sono alla base dell’organizzazione sociale.

Cosa sono i fatti sociali

Quali sono e che cosa sono i fatti sociali? Un fatto sociale deve sempre avere le caratteristiche di generalità, universalità e verificabilità.

Il nascere, crescere, è un fatto sociale. Ma anche il mangiare è un fatto sociale?

I bisogni fisiologici, dai maestri fondatori della sociologia, sono stati emarginati e posti fuori dall’ambito della sociologia in quanto non parte sociale.

I fatti biologici fisiologici, quindi, di per sé non vanno considerati. La fame, per esempio, non va considerata, e così neppure il cibo in sé. Eppure, il mangiare è un fatto sociale: nel mangiare rispettiamo dei comportamenti che sono i comportamenti del gruppo sociale al quale apparteniamo.

Per esempio, noi per mangiare usiamo le posate, e le usiamo in un certo modo, espresso e usato dal gruppo al quale apparteniamo. Quindi io escludo che lo stimolo sia un fatto sociale, ma affermo che il fenomeno che ne derivano afferiscono al fatto sociale, perché io, nel portare avanti un determinato comportamento, mi uniformo a quello tenuto dal gruppo al quale appartengo.

Il valore in sociologia

Che cos’è il valore in sociologia?

Valore è preferenza: il termine valore all’interno del settore sociologico, assume un significato diverso. Nella sociologia il valore si considera in riferimento alle preferenze per cui una preferenza collettiva è un valore.

  • Ad esempio, se siamo tutti vestiti, l’essere coperto è quindi un valore.
  • Se fossimo all’interno di una tribù, il valore sarebbe il non abbigliamento.

Il valore, quindi, ha un'origine anonima e impersonale.

Spesso facciamo qualcosa senza neanche sapere perché: si fa perché sono uso e costume della società, e servono a conformarsi all’interno del gruppo sociale.

Il fatto sociale, quindi, non è soltanto un aspetto, ma si compone di tutti gli aspetti, nel momento in cui viene a crearsi un uso comune.

La preparazione dei cibi, per esempio, include una identità etnica, ragion per cui li prepariamo in un certo modo. Si includono in questo anche gli eventi culturali che caratterizzano una società.

Cos'è una società

Ad una risposta impulsiva ci verrebbe di dire che la società sia un insieme di individui, ma sono sempre esistiti gli insiemi di individui: all’origine abbiamo sempre avuto gruppi e si parla di Orde, di gruppi di persone disordinate, e senza nessuna forma di rispetto reciproco, e di cultura.

La società per poter esistere richiede una serie di elementi che sono assenti invece nelle orde.

Per rappresentare la società dobbiamo immaginare una grossa piramide.

Fonte: redazione

L'insieme di individui che rappresenta la società vive all’interno di un territorio, gerarchizzato, la gerarchizzazione include due aspetti, che rappresenteremo in questa piramide facendo riferimento alla nostra famiglia come società:

  • Gerarchizzazione per potere: uno è in posizione superiore rispetto a un altro);
  • Gerarchizzazione per età: Da un bambino, all'interno di una famiglia, si pretende un comportamento diverso rispetto a quello che si pretende da un adulto.

La società gerarchizzata

La nostra società è una società gerarchizzata.

In termini generali e diffusi, e in termini quasi cronici, alterna all’interno sempre una certa diversità derivante dal ruolo e dal prestigio.

L’individuo dentro la società ha due elementi che sono importanti:

  • Status
  • Ruolo e prestigio

Ad esempio: io lavoro in un tribunale e faccio l’usciere, un altro fa il caposettore e un assessore è il direttore. In questo modo abbiamo appena creato un esempio di stratificazione sociale.

Abbiamo poi una stratificazione politica, che si lega alla circostanza, perché il potere politico dipende dal voto.

L’assessore in questo caso condiziona l’operato degli altri due dipendenti, ed si trova in una condizione di tipo politico.

Una piramide, man mano che sale si stringe, e così è la struttura della società. Chi è più in alto comanda. L’organizzazione è complessa, e la gestione del potere deriva da indicatori fondamentali.

La società si basa prevalentemente su quel potere che Max Weber chiamava Burocrazia. All’interno di un ministero o di un comune, non comanda tanto un ministro, quanto il dirigente generale, però quest’ultimo viene di fatto condizionato dal potere politico: ecco perché Sabino Cassese diceva che al di fuori della politica c’è solo il vuoto cosmico.

Attraverso la politica si gestisce il potere, ed ecco perché quando si va a votare non si deve farlo a cuor leggero.

La società si trova ad essere gerarchizzata, pertanto ognuno di noi occupa un posto nella società. Ma il posto che occupiamo non è stato deciso né dal creatore e neanche dalla nostra famiglia: occupo un posto in riferimento a degli indicatori che possiedo.

Molti giovani disoccupati, alla domanda che cosa vorresti fare, rispondono con mestieri che non rispecchiano i titoli di studio che hanno: le loro ambizioni sono superiori agli indicatori, cioè ai loro titoli di studio. Eppure il titolo di studio è l’elemento fondamentale per accedere ai ruoli centrali dello stato.

Il capitale invisibile

Un capitale composto dal titolo di studio che sta alla base dell'individuo è chiamato il capitale invisibile. Ma i capitali invisibili sono più o meno importanti di quelli visibili? Probabilmente sono più importanti i capitali visibili, perché nel bene e nel male anche chi ha capitale visibile si deve rivolgere a chi ha capitale invisibile.

Quando si va a votare dobbiamo renderci conto che il voto rappresenta l’espressione di elezione della persona che ti deve governare. Etienne de La Boëtie nel suo libro che si intitola Discorso della servitù volontaria dice che col voto determiniamo il nostro padrone: andare a votare quindi significa designare chi mi deve comandare, chi devo servire.

La cultura da sempre è stata considerata un disturbo, perché chi sa cambia il suo atteggiamento.

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