La società romana: caratteristiche, economia, ceti, cultura, giochi e spettacoli

Storia e caratteristiche della società romana che, nel corso dei secoli, cambiò profondamente per via dei contatti con altri popoli, migrazioni, conquiste e invasioni. Economia, cultura e giochi
La società romana: caratteristiche, economia, ceti, cultura, giochi e spettacoli
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1Caratteri generali

Corsa delle bighe ai tempi dell'antica Roma
Corsa delle bighe ai tempi dell'antica Roma — Fonte: istock

La società romana mutò profondamente attraverso i secoli della sua storia. Il contatto con altri popoli, le migrazioni, le conquiste e le invasioni che caratterizzarono le varie epoche – dalla monarchia alla repubblica, e poi dall’Impero alla sua dissoluzione – trasformarono il volto della società dal punto di vista economico e culturale. Fondamentale fu l’influenza dei diversi Paesi con cui entrò in contatto, in primo luogo la Grecia.  

2Economia della società romana

Agricoltura e contadini nell'antica Roma
Agricoltura e contadini nell'antica Roma — Fonte: istock

Roma, alle sue origini, aveva una economia prettamente agricola, di sussistenza e volta alla produzione in primo luogo di cereali. L’agricoltura fu il settore più importante per diversi secoli. Anche a livello culturale e sociale, il mondo dell’agricoltura rivestì un ruolo fondamentale: lavorare i campi ed essere proprietari di appezzamenti era considerata la condizione ideale del cittadino romano e ne determinava anche la sua condizione sociale

Un cambiamento importante si ebbe durante l’età repubblicana, in particolare nel corso del IV-III secolo a.C. Con le conquiste di nuovi territori, Roma ebbe più terre a disposizione e affluirono nella città non solo beni, ma anche schiavi. Molti di essi furono inviati nei poderi a lavorare e tale aumento di manodopera comportò trasformazioni in campo agricolo: le realtà agricole si ingrandirono, cominciarono a produrre vino e olio, da commerciare e non solo da consumare, a ridurre il terreno destinato alla coltivazione di cereali, importato ormai dalle province e dalle terre conquistate (la Sicilia divenne fondamentale per la produzione del grano).  

Nel primo secolo d.C. crebbero fortemente i commerci sia in Italia che nelle province e parimenti si svilupparono l’artigianato e l’edilizia. L’economia, in questa prima fase dell’età imperiale, conobbe un notevole sviluppo.

Nel corso del III secolo si registrarono una contrazione dei commerci e della produzione ad essi collegati e alcune crisi legate alla circolazione della moneta. In questo secolo, uno dei fenomeni più evidenti fu l’abbandono delle campagne e il conseguente sviluppo delle città. Un settore che beneficiò di questa urbanizzazione fu quello dell’edilizia. Parallelamente, il mantenimento degli eserciti e di uno Stato sempre più burocratizzato fece aumentare notevolmente le tasse richieste ai cittadini e l’ingerenza dello Stato nella vita economica.

Nel IV secolo si ebbe una importante, per quanto non uniforme, ripresa economica che comportò un aumento dei traffici commerciali, nonostante una certa instabilità dei prezzi.

Nei primi anni del V secolo si verificò un abbassamento dei prezzi, in connessione a una contrazione dei consumi. L’intervento dello Stato nell’economia non accennò a diminuire anche in questa ultima fase dell’Impero romano d’Occidente.

3Ceti della società romana

Fabbro al lavoro
Fabbro al lavoro — Fonte: getty-images

Sin dall’antichità, la suddivisione tra patrizi e plebei è tra le principali caratteristiche che contraddistinguevano la società romana

I patrizi erano quei cittadini romani che appartenevano ai ceti privilegiati, alle famiglie nobili e alla classe dominante. Essi godevano integralmente dei diritti civili e politici. Erano in numero ridotto e facevano parte di quelle famiglie che, durante il periodo monarchico, potevano accedere al senato, una istituzione che secondo la tradizione era stata istituita già da Romolo.

I plebei costituivano la maggioranza della popolazione: erano commercianti, artigiani, contadini. Nei tempi più antichi di Roma, a essi non erano riconosciuti tutti i diritti: non godevano dei diritti politici, non potevano accedere alle distribuzioni di terre derivanti dalla conquista di nuovi territori, non potevano sposare dei patrizi e non potevano essere eletti come magistrati. Ciononostante pagavano le tasse, combattendo e contribuendo con il loro lavoro all’economia di Roma. 

Tra patrizi e plebei numerosi furono gli scontri nell’età arcaica della storia di Roma. Nel 494 a.C. la plebe di Roma diede luogo alla secessione e si raccolse sul colle Aventino, in segno di protesta. A seguito di numerosi scontri e di questo importante gesto dimostrativo, la plebe poté eleggere come propri rappresentanti i tribuni della plebe e ottenne, a metà del medesimo secolo, che le leggi venissero fissate in forma scritta sulle XII tavole. Durante il IV secolo a.C., i plebei poterono accedere al consolato e poi alle restanti cariche politiche; nel 300 a.C. fu lecito anche per loro accedere al collegio dei pontefici e degli auguri.  

Un’altra categoria fondamentale, accanto a quella dei patrizi e dei plebei, è quella rappresentata dall’ordine equestre. In origine, al suo interno erano annoverati quei cittadini che potevano permettersi di combattere nella cavalleria perché aveva il denaro sufficiente per possedere e mantenere un cavallo. Negli anni della Repubblica, facevano parte di questo ordine i cittadini facoltosi impegnati in attività economiche particolarmente remunerative. Con il passare dei secoli, essi assunsero incarichi pubblici sempre più importanti. Il loro antagonista principale era rappresentato dai nobili senatori provenienti da ricche e note famiglie dell’aristocrazia patrizia, al vertice della scala sociale. L’ordine equestre venne man mano scomparendo nel corso del IV secolo d.C.

Schiavi romani
Schiavi romani — Fonte: istock

Tra le altre figure che popolavano Roma e i suoi territori vanno annoverati i clienti: uomini che in cambio di prestazioni lavorative ottenevano di che vivere e protezione. Il cliente doveva essere fedele e ubbidire al patrono. Alla base del rapporto tra i due vi era la fides, un vincolo di fedeltà fondamentale nella cultura e nelle pratiche della società romana.

Nel gradino più basso della scala sociale vi erano gli schiavi: essi erano o prigionieri di guerra o persone che non erano riuscite a saldare i loro debiti. Erano di proprietà del loro padrone che aveva potere di vita e di morte su di loro e non godevano di alcun diritto. Molti di loro erano sfruttati nelle grandi tenute agricole. Nel caso in cui un padrone avesse concesso loro la libertà, essi divenivano liberti.

Anche le donne godevano di diritti estremamente limitati: non solo non potevano votare, ma non potevano neanche testimoniare in tribunale. Vivevano sotto la potestà del pater familias, prima il padre e poi il marito. La dimensione che era loro propria era esclusivamente quella domestica e famigliare: le donne dovevano badare alla casa e curare i figli.

4Cultura nella società romana

Roma fu un polo culturale fondamentale durante la storia antica. La grandezza della capitale dell’Impero era visibile ai suoi cittadini e ai visitatori per le grandi opere pubbliche, basti pensare ai risultati ottenuti nel campo dell’architettura e dell’ingegneria con la costruzione, ad esempio, di ponti, strade, anfiteatri, acquedotti.

Tra i tratti fondamentali della cultura nella Roma antica vi è l’apporto dato in particolare dalla Grecia che influì non solo sui costumi, ma anche sulla filosofia, sulla religione, sulla letteratura, sulla poesia.

Tra i nomi degli autori che più di altri influirono sulla cultura latina e a la cui opera ancora oggi è ricordata, possono essere citati, solo per fare alcuni esempi: 

  • Gli storici Tito Livio e Tacito;
  • Virgilio, autore del poema epico Eneide; 
  • i poeti Orazio e Ovidio;
  • Cicerone, autore di orazioni molto note che influenzarono notevolmente il genere dell’oratoria;
  • l’autore di commedie teatrali Plauto;
  • nel genere originale e totalmente romano della Satira, uno dei nomi più importanti è quello di Giovenale.

5Giochi e spettacoli

Colosseo, Roma. Combattimento tra gladiatori
Colosseo, Roma. Combattimento tra gladiatori — Fonte: getty-images

I ludi, termine da tradurre con la parola giochi, rivestono un ruolo fondamentale nella vita dei romani sin dagli anni della Repubblica. I giochi e gli spettacoli pubblici erano organizzati dallo Stato o da privati cittadini nel contesto di ricorrenze e festività religiose e civili. In origine erano infatti associati a celebrazioni religiose; in età imperiale i ludi divennero invece un momento di celebrazione dell’imperatore stesso e uno strumento di creazione e consolidamento del consenso.  

I giochi permettevano inoltre di distrarre la popolazione dai problemi della quotidianità. Per questa ragione, il poeta Giovenale sostenne che i romani miravano ad avere solo “panem et circenses”, per sottolineare cioè come nutrire lo stomaco e assistere agli spettacoli pubblici fosse purtroppo divenuta la loro priorità.  

Al tempo stesso, tali spettacoli consentivano all’imperatore di dare l’illusione di una vicinanza con il popolo, l’imperatore infatti vi assisteva, seduto nella stessa arena nella quale la popolazione accorreva.  

I secolo a.C. Festa in onore di Giulio Cesare nel circo romano. Gladiatori che combattono contro un toro
I secolo a.C. Festa in onore di Giulio Cesare nel circo romano. Gladiatori che combattono contro un toro — Fonte: getty-images

Assunsero così molta importanza, anche nel caratterizzare l’aspetto della città, i luoghi deputati allo svolgimento dei giochi: i circhi, dove si organizzavano le corse con i carri, e gli anfiteatri. Questi ultimi erano costruiti in forma ellittica e lungo il loro perimetro correvano vari ordini di gradoni di pietra sui quali il pubblico poteva sedersi e assistere agli spettacoli. Il più noto si trova ovviamente a Roma ed è l’anfiteatro Flavio (il Colosseo).  

Tra gli spettacoli a cui i cittadini romani potevano assistere, si possono ricordare:  

  • le rappresentazioni teatrali (ludi scaenici);
  • i ludi circenses, tenuti all’interno dei circhi;
  • i combattimenti dei gladiatori. Questi scontri, la cui origine era piuttosto antica, si svolgevano in origine all’interno dei circhi, poi dentro agli anfiteatri. I gladiatori generalmente erano prigionieri di guerra. Talvolta a combattere tra loro erano due gladiatori, altre volte la lotta opponeva un gladiatore a un animale feroce. I combattimenti duravano fino a che uno dei due rivali in lotta veniva ucciso. Alla fine del combattimento, poteva accadere che al gladiatore vincitore venisse concessa la libertà.
  • I giochi più antichi erano i ludi romani, organizzati ogni anno nel mese di settembre. Essi potevano essere di diverso tipo e prevedevano sia rappresentazioni teatrali, sia momenti di recitazione, sia spettacoli di danza e musica.
    Domande & Risposte
  • Come era organizzata la società romana?

    La società romana si fondava sulla gens, ossia gruppi di più famiglie legate da rapporti di parentela. Ogni famiglia dipendeva dal pater familias che aveva il potere assoluto.

  • Che dei adoravano i romani?

    Giove, il dio del cielo; Vulcano che rappresentava il fuoco e la distruzione; Cerere, la dea protettrice dei raccolti; Diana, la dea della caccia e della luna; Marte, in origine dio dell’agricoltura e poi anche della guerra; la dea Giunone; Mercurio; Minerva, la dea della guerra; Venere che rappresentava la bellezza e l’amore per i romani.

  • Come era divisa la popolazione romana?

    La popolazione romana era divisa in due classi sociali: i patrizi e i plebei.

  • Qual era la differenza tra patrizi e plebei?

    I patrizi appartenevano ai ceti privilegiati, alle famiglie nobili e alla classe dominante e godevano di tutti i diritti civili e politici. I plebei, che costituivano la maggioranza della popolazione, erano commercianti, contadini e artigiani a cui non erano riconosciuti tutti i diritti: non godevano dei diritti politici, non potevano sposare i patrizi e non potevano essere eletti come magistrati.