Cosa cambia con l'introduzione della riforma per chi vuole diventare assistente sociale
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Da bambini, invece di torturarle con i metodi più sadici, prendevate le difese di formichine e lucertole? Emarginati e disadattati vi hanno sempre suscitato un istinto di compassione e il desiderio sincero di offrire loro il vostro aiuto? La professione di assistente sociale potrebbe fare al caso vostro.
Vediamo allora qual è il percorso che bisogna seguire per diventare assistenti sociali dopo le novità introdotte dalla riforma.
La riforma universitaria ha rimodellato l'iter di studi da seguire per diventare assistenti sociali.
Analogamente agli altri corsi di studio, esistono ora due lauree, una triennale e una seconda biennale per chi intende specializzarsi e raggiungere una qualifica superiore.
La laurea triennale è quella in "Scienze del servizio sociale" (classe 6), mentre quella specialistica prende il nome di laurea in "Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali (classe 57/S).
Questo iter accademico dovrà preparare i futuri assistenti sociali a programmare e a realizzare interventi di sostegno e recupero non solo di persone, ma anche di famiglie, gruppi e comunità in situazione di bisogno e disagio sociale.
Tutto ciò, come si legge nel codice deontologico della professione, per contribuire "a promuovere una cultura della solidarietà e della sussidiarietà, favorendo iniziative di partecipazione volte a costruire un tessuto sociale accogliente".
Più in particolare, l'assistente sociale "riconosce e sostiene la famiglia quale risorsa primaria".