Smartphone in classe: sì di Bussetti, ma solo per uso didattico
Sì allo smartphone, no alle chat: parola di Bussetti. Ma gli studenti che avevamo intervistato sotto Maturità la pensavano in modo diverso
USO SMARTPHONE A SCUOLA
La tecnologia a scuola, si sa, può essere vista come un'arma a doppio taglio. Da un lato può favorire la didattica, ad esempio con l'utilizzo di libri in formato elettronico fruibili direttamente da tablet, ma dall'altro può diventare senz'altro fonte di distrazione. Sarà per questo che in Francia è scattato, a partire da settembre, il divieto di utilizzare lo smartphone in classe, decisione che non ha mancato di suscitare dibattiti anche in terra nostrana.
SMARTPHONE IN CLASSE PRO E CONTRO
Il Ministro Bussetti, intervistato dall'Ansa, ha fatto sapere di non essere completamente contrario all'uso dello smartphone in classe:
“Ogni scuola adotta un regolamento che regola l’uso di questi strumenti- spiega – l’importante è che se ne faccia un buon uso”.
"Refrattario", invece, all'utilizzo delle chat e ai programmi di messaggistica istantanea: quelli che, a detta degli studenti, in sede di esame o prove in classe diventano dei veri e propri gruppi di studio online.
USO SMARTPHONE A SCUOLA
In un'indagine di Studenti.it condotta nel mese di maggio i maturandi dichiaravano di fare largo uso della tecnologia per studiare, coinvolgendo talvolta anche i docenti: il 12,3% in particolare aveva creato sui social dei piccoli gruppi di studio in cui sono presenti anche i professori.
Ma non solo: il 20,5% dei ragazzi aveva dichiarato di studiare da solo ma essere costantemente in contatto coi compagni sui social, inoltre il 10.5% usa esclusivamente whatsapp per scambiarsi informazioni relative a questioni didattiche.
In quest'ottica, viene da chiedersi, non sarebbe forse il caso di ripensare l'uso della tecnologia a scuola in base alle abitudini degli studenti?