Cos'è il Jobs Act: cosa prevede, testo e sintesi della riforma del lavoro

Cos'è e cosa prevede il Jobs Act 2015 e la riforma del lavoro del governo Renzi. Ecco cosa devi sapere su contratti, licenziamenti, welfare, articolo 18

Cos'è il Jobs Act: cosa prevede, testo e sintesi della riforma del lavoro
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JOBS ACT: COS'è

Jobs Act: cos'è e cosa prevede
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Durante le ultime settimane l'opinione pubblica, complice la campagna elettorale, ha ricominciato a parlare del Jobs Act e della riforma del lavoro. Se vi state domandando che cos'è il Jobs Act, ve lo spieghiamo in breve. Il Jobs Act è la legge che delega il governo ad apportare delle riforme nel mondo del lavoro attraverso dei decreti attuativi.

COSA PREVEDE IL JOBS ACT

Le riforme dal testo del Jobs Act coinvolgono temi come lavoro, welfare, pensioni e ammortizzatori sociali. Con il Jobs Act, infatti, sono previste novità nei contratti (che saranno rivisti, riordinati e in alcuni casi prevederanno il demansionamento per i dipendenti), cambiamenti nelle modalità di gestione di alcune tipologie di licenziamenti, riforma degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e trattamento di disoccupazione), e semplificazione dell'applicazione dei contratti di solidarietà.

JOBS ACT, LE RIFORME

Venerdì 20 febbraio 2015 il Consiglio dei Ministri ha approvato i primi 2 decreti attuativi del Jobs Act, che introducono il contratto e tempo indeterminato a tutele crescenti e nuovi ammortizzatori sociali. A partire da marzo 2015, quindi, le aziende potranno assumere con i nuovi contratti a tempo indeterminato.

Focus: Jobs Act, cos'è il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti

Ecco un riassunto delle misure principali previste dai primi decreti attuativi del Jobs Act:

  • Contratti stabili: Sono promossi i contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti, rendendoli più convenienti per le aziende rispetto ad altri tipi di contratto, in termini di oneri diretti ed indiretti.
  • Licenziamenti e reintegro: per i nuovi assunti con contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti, il reintegro è previsto solo nel caso di licenziameno discriminatorio e disciplinare se il lavoratore riesce a dimostrare che il motivo apportato dall'azienda per il licenziamento disciplinare non sussiste. Nel caso di licenziamento disciplinare motivato o di licenziamento per motivi economici il reintegro viene sostituito dal solo indennizzo in denaro, che sarà crescente con l'anzianità del dipendente nell'azienda.
  • Trattamento di disoccupazione: la durata del trattamento di disoccupazione sarà rapportato alla "storia contributiva" del disoccupato. Vengono introdotte la Naspi, che sostituisce Aspi e mini-Aspi, e la Dis-Coll, indennità di disoccupazione prevista per i collaboratori.
  • Meno tipi di contratto: l'attuale giungla dei contratti sarà riordinata. Saranno abolite quelle tipologie di contratto più precarizzanti e più permeabili agli abusi come i contratti di collaborazione a progetto, i famosi Co.Co.Pro. Restano invece i contratti di apprendistato, i contratti a termine senza causale (prorogabili fino a 5 volte per un massimo di 36 mesi) e le partite iva.
  • Demansionamento: il demansionamento dei dipendenti sarà possibile in caso di riorganizzazione aziendale, oppure se prevista dai contratti collettivi nazionali o aziendali.

Ecco le altre misure previste con la riforma del lavoro del governo Renzi:

  • Come cambia la cassa integrazione: sarà impossibile autorizzare la cassa integrazione nel caso di cessazione definitiva dell'attività aziendale. Va rivista la durata della cassa integrazione e la partecipazione delle aziende.

  • Semplificazione: il governo punta a semplificare tutti gli adempimenti a carico di cittadini e imprese e a svolgerli per via telematica.

  • Contratti di solidarietà: semplificazione delle tipologie di situazioni in cui questo puo' essere applicato, potenziandone l'utilizzo. L'obiettivo è consentire alle aziende di aumentare il proprio organico riducendo l'orario di lavoro e, di conseguenza, anche la retribuzione.

JOBS ACT 2017

Il 23 settembre 2016 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto che modifica il Jobs Act, introducendo delle novità chiamate anche Jobs Act 2017.

Ad essere state introdotte sono delle nuove norme che regolavano l'uso dei voucher Inps - poi aboliti il 17 marzo 2017.

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