Sintesi capitolo 15 de I promessi sposi, analisi e figure retoriche
Sintesi capitolo 15 de I promessi sposi: breve riassunto, figure retoriche e analisi del lessico usato da Alessandro Manzoni
CAPITOLO 15 PROMESSI SPOSI: SINTESI BREVE
Capitolo XV de I promessi sposi di Manzoni racconta di quando Renzo, ubriaco e stanchissimo, si addormenta in una stanza dell'oste, il quale, siccome si era rifiutato di dire il suo nome, si rivolge alle guardie di Milano, le quali il giorno seguente vanno a prendere Renzo all'osteria e successivamente nella folla dei soliti protestanti, nasce una discussione con le guardie.
CAPITOLO 15 PROMESSI SPOSI: LESSICO
Ecco il lessico usato da Manzoni nel 15 capitolo de I promessi sposi:
- Ganascia: l'insieme della guancia e della mascella l nella tecnica, nome generico di organi aventi la funzione di stringere o di comprimere: le ganasce di una morsa, le due superfici che accostandosi tra loro serrano il pezzo; ganascia dei freni, organo, ricoperto di materiale resistente all'attrito, che esercita l'azione frenante sulla ruota di un veicolo.
- Mariolo: persona che si distingue per disonestà e furfanteria l detto spesso di ragazzo capace di azioni non buone, furfantello.
- Celia: scherzo innocente e leggero.
- Cavicchio: piolo aguzzo da piantarsi nel muro per appenderci oggetti l legno rotondo di cui si servono gli ortolani per praticare nel terreno i fori dove saranno messe le piantine l bischero di strumento a corda l nel linguaggio marinaresco, cuneo di legno usato per tappare i fori sulle assi del fasciame di nave o altra imbarcazione l in zoologia: cavicchio osseo, prominenza dell'osso frontale dei cavicorni.
- Allocuzione: discorso solenne diretto a più persone raccolte insieme, su argomenti di una certa importanza.
- Impiparsi: fare a modo proprio senza badare a quel che possano dire gli altri; è spesso usato con la part. "ne": impiparsene delle convenzioni.
- Ruzzo: voglia matta di divertirsi, di scherzare, di giocare | voglia capricciosa, ghiribizzo.
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CAPITOLO 15, PROMESSI SPOSI: FIGURE RETORICHE
Manzoni, nel capitolo 15 de I promessi sposi, usa spesso la figura retorica della similitudine:
- Similitudine: "a un di presso come l'ultimo moccolo rimasto acceso d'un'illuminazione, fa vedere gli altri spenti."
- Similitudine: "Trovandolo poi nuovo affatto del paese, aveva tentato il colpo maestro di condurlo caldo caldo alle carceri, come alla locanda più sicura della città"
- Similitudine: "Mentre parlava, i due a cui toccava a fare, diedero una girata a' legnetti. Renzo s'acquietò, come un cavallo bizzarro che si sente il labbro stretto tra le morse".
- Similitudine: "Studiava tutte le maniere di comparire un estraneo che, passando di lì a caso, si fosse trovato stretto nella calca, come una pagliucola nel ghiaccio ".