Siddharta: scheda libro del romanzo di Hermann Hesse

Siddharta: scheda libro del romanzo di Hermann Hesse. Spiegazione, riassunto, personaggi, stile, ambientazione e frasi del libro

Siddharta: scheda libro del romanzo di Hermann Hesse
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Siddharta: scheda libro

Siddharta
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Siddharta è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse pubblicato nel 1922. Si tratta di un romanzo storico sull’India del VI secolo a.C., e di formazione, sulla maturazione psicologica del personaggio.

Tempo e luogo del racconto

 

Il romanzo, nel suo svolgersi, segue cronologicamente gli avvenimenti della vita di Siddharta: fabula ed intreccio quindi coincidono. Non sono presenti né prolessi né analessi, ma in alcuni casi vi sono delle pause dedicate a monologhi interiori del protagonista ed alcuni sommari. La vicenda si svolge nel VI secolo a.C., il periodo dello sviluppo in India delle religioni e degli aspetti spirituali legati all’Atman (l’interiorità, il proprio Io) e al Brahma (l’universo, Dio).

I luoghi nominati sono prevalentemente paesaggi naturali, che evidenziano le bellezze dell’India, come il Gange, le foreste, la flora ed i ruscelli e i fiumi. Vengono però nominate anche alcune città, come Savathi. I luoghi sono descritti principalmente in modo oggettivo, ma in alcuni casi la loro scelta non è casuale e rispecchia lo stato d’animo del protagonista. Si parla principalmente di ambienti esterni (boschi, fiumi), ma ne compaiono anche alcuni interni (casa di Kamala, casa di Siddharta, capanna di Vasudeva).

Riassunto

Siddharta è un romanzo dello scrittore tedesco Hermann Hesse pubblicato nel 1922. Si tratta di un romanzo storico sull’India del VI secolo a.C., e di formazione, sulla maturazione psicologica del personaggio.

Il romanzo, nel suo svolgersi, segue cronologicamente gli avvenimenti della vita di Siddharta: fabula ed intreccio quindi coincidono. Non sono presenti né prolessi né analessi, ma in alcuni casi vi sono delle pause dedicate a monologhi interiori del protagonista ed alcuni sommari. La vicenda si svolge nel VI secolo a.C., il periodo dello sviluppo in India delle religioni e degli aspetti spirituali legati all’Atman (l’interiorità, il proprio Io) e al Brahma (l’universo, Dio).

I luoghi nominati sono prevalentemente paesaggi naturali, che evidenziano le bellezze dell’India, come il Gange, le foreste, la flora ed i ruscelli e i fiumi. Vengono però nominate anche alcune città, come Savathi. I luoghi sono descritti principalmente in modo oggettivo, ma in alcuni casi la loro scelta non è casuale e rispecchia lo stato d’animo del protagonista. Si parla principalmente di ambienti esterni (boschi, fiumi), ma ne compaiono anche alcuni interni (casa di Kamala, casa di Siddharta, capanna di Vasudeva).

Il romanzo narra la storia di Siddharta, un giovane dell’India del VI secolo a.C. Siddharta è il figlio di un giovane Brahmino, un sacerdote indiano, membro della prima e più alta classe sociale riconosciuta dalla società locale. Si tratta un giovane molto interessato alla religione e sensibile nei confronti della spiritualità e dell’ascetismo mistico; suo compagno di spirito e amico di sempre è Govinda, a lui molto affezionato e pronto a seguirlo e ad accompagnarlo ovunque. Siddharta, nonostante la pace e la tranquillità che lo circondano, si sente inquieto: gli insegnamenti dei maestri non riescono a placare la sua voglia di sapere, la sua continua ricerca della completezza dello spirito nel totale ascetismo.

Quando allora arrivano in città dei Samana, degli asceti girovaghi, Siddharta, dopo un iniziale contrasto con il padre riguardo tale decisione, sceglie di partire al loro seguito, con lo scopo di ricercare nell’isolamento dalla società e nella completa spiritualità la completezza dell’anima; l’amico Govinda parte al suo seguito. I due giovani rimangono per alcuni anni con gli eremiti, imparando le arti della concentrazione, del digiuno e della pazienza, ma Siddharta capisce che neanche tutto questo può permettergli di trovare le risposte che va cercando.

Pian piano comincia a circolare per le campagne la notizia dell’apparizione di un uomo, Gotama, il Sublime, il Buddha, che è riuscito a raggiungere la pienezza dell’animo, fermando la sua ruota delle rinascite, con il raggiungimento del nirvana e della completa beatitudine. La fama di questo grande personaggio spinge i due ragazzi a lasciare i Samana, per raggiungere Gotama e ascoltare i suoi insegnamenti. Il Buddha si rivela realmente saggio come tutti raccontano, ma le sue risposte non riescono comunque a soddisfare Siddharta: Gotama nei suoi insegnamenti parla del dolore e di come sconfiggerlo, ma nessuna parola può permettergli di descrivere il vero viaggio per arrivare alla beatitudine.

Siddharta decide così di ripartire, abbandonando questa volta l’amico Govinda, che nel frattempo ha deciso di rimanere discepolo del Saggio. Nel suo viaggio verso una città, il protagonista analizza il suo spirito e la sua anima, e decide di provare a sviluppare la sua interiorità, scoprendo il suo vero Io che fino a quel momento aveva represso nella ricerca dell’annullamento del suo spirito nell’universo. Arrivato nei pressi di una città, Siddharta vede in una portantina una bellissima donna, della quale rimane affascinato: si tratta della cortigiana Kamala.

Hermann Hesse, l'autore
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Il protagonista, dopo essersi rasato e profumato, riacquistando l’aspetto di un normale uomo al posto di quello di un Samana, si reca da lei, intenzionato a farsi insegnare l’arte e le gioie dell’amore. Kamala accetta il compito, a patto che lui si trovi un lavoro in modo da permettersi ricchi abiti, scarpe di lusso, e doni per lei. La donna stessa lo aiuta, sfruttando la conoscenza del giovane dell’arte delle lettura e della scrittura per suggerirlo a Kamaswami, un ricco mercante della città, come aiutante. Siddharta si dimostra abile e competente, e viene assunto dal mercante: inizia così a lavorare per lui, ma con il passare del tempo, e il corrispondente aumentare dei suo guadagni e delle sue ricchezze, l’animo del protagonista si corrompe, sprofondando nella noia, nell’ozio e nella mancanza di uno scopo e di un vero desiderio di vita.

Anche la relazione con Kamala perde l’entusiasmo della novità che aveva inizialmente, e Siddharta inizia a sentire il passare del tempo e l’approssimarsi della vecchiaia e della fine della sua vita. Decide così di abbandonare la città e il suo lavoro, per recuperare la spiritualità che caratterizzava la sua vita da Samana.

Con la sua partenza Kamala (che aveva già intuito l’avvicinarsi di questo momento) si rinchiude nella sua abitazione, rifiutando qualsiasi visita, ma ben presto si scopre incinta di Siddharta. Nel frattempo il protagonista finisce con il ritrovarsi presso la dimora di un barcaiolo che già l’aveva traghettato in passato, Vasudeva; affascinato
dall’uomo, Siddharta decide di rimanere con lui presso il fiume, imparando tutta la saggezza che il corso d’acqua è in grado di insegnargli, e rifiutando definitivamente un pensiero di suicidio che si era fatto sempre più persistente nella sua mente.

Quando si sparge la voce dell’imminente morte di Gotama, molta gente inizia a dirigersi verso il suo capezzale, e i due barcaioli si trovano a dover traghettare sempre più persone. Tra i pellegrini si trova anche Kamala, con il piccolo Siddharta: mentre si dirige verso il fiume, la donna viene morsa da un serpente velenoso, e solo poco prima di morire viene trovata dal protagonista, alle cui cure affida il figlio. Siddharta, felice del suo nuovo ruolo di padre, cerca di occuparsi del bambino, ma non riesce a conquistarsene l’amore, e quando il piccolo scappa per tornare in città, egli si trova costretto a doverlo lasciar andare incontro al suo destino. Intanto il tempo passa, e Vasudeva abbandona l’amico, immergendosi nel bosco per non farne più ritorno. Un giorno capita nella casa di Siddharta il suo vecchio amico Govinda. A lui il protagonista tenta di spiegare tutte le sue scoperte, e le saggezze acquisite durante la sua vita; il romanzo si chiude con Govinda che, una volta baciato Siddharta sulla fronte, viene illuminato dalla saggezza dell’amico, e gli presta onore inginocchiandosi ai suoi piedi.

Personaggi

Ecco i personaggi fondamentali del romanzo, con caratteristiche specifiche di ciascuno.

Siddharta

È il protagonista del romanzo. È il figlio di un Brahmino, un sacerdote indiano, e fin da piccolo si dimostra molto interessato alla spiritualità, alla ricerca di un legame forte con l’universo e la divinità, e tenta di raggiungerlo imparando dai saggi maestri, meditando, e compiendo sacrifici ed abluzioni. Ben presto però scopre che tutto quello che ha imparato, un sapere sorprendente per un giovane della sua età, non gli basta per raggiungere la vera beatitudine e per placare la sua sete di sapere. Tutto il romanzo è un resoconto del suo sviluppo e della sua ricerca della vera pace e beatitudine interiore, scopo che lo porterà a sperimentare diverse vie nel tentativo di raggiungerle: diventerà Samara (eremita), ricco mercante, amante, poi di nuovo povero, barcaiolo, padre. Alla fine scoprirà che la vera pace non è nella continua ricerca di qualcosa che noi pensiamo nascosto e lontano, ma essa risiede invece nella realtà presente, nell’amore del mondo per come esso è realmente.

Govinda

È l’amico d’infanzia di Siddharta, a lui molto legato. È suo compagno di meditazione e studio, e quando il protagonista decide di partire con i Samara Govinda decide subito di seguirlo.

I due rimangono insieme tutto il tempo presso gli eremiti, e sempre insieme decidono di abbandonarli per recarsi ad ascoltare gli insegnamenti di Gotama, il Buddha. Una volta ascoltate le parole del sublime maestro, Govinda decide di restare come suo discepolo, mentre Siddharta riparte per sperimentare il suo Io e scoprire la sua vera essenza; così per la prima volta i due protagonisti si separano. Si incontreranno di nuovo due volte, mentre Siddharta lavora come barcaiolo, e durante l’ultimo incontro Govinda, ascoltando le parole del suo amico, riuscirà a capire il segreto della sua beatitudine.

Kamala

Cortigiana della quale Siddharta rimane affascinato. Si reca così da lei pregandola di insegnargli l’arte e le gioie dell’amore. Si tratta di una bellissima donna, con neri capelli, volto molto luminoso, tenero e vivace, una bocca rossa come un fico appena spezzato, sopracciglia curate e dipinte in un alto arco, occhi neri intelligenti e vivaci, collo fragile e sottile, mani lunghe e strette. Vive in una meravigliosa abitazione circondata da un ricco giardino, e possiede inoltre una casa nella vicina città. Si innamora di Siddharta, e vive assieme a lui momenti felici; è lei stessa che gli permette di trovare lavoro presso un mercante della città. Quando il giovane si rende conto del regresso della sua anima, a causa di ricchezze e vizi, e decide di lasciare la città, Kamala non ne rimane sorpresa, ma soffre molto per la sua perdita; dopo poco tempo, inoltre, si accorge di essere incinta. Chiama il bambino Siddharta, come il padre, poi si converte alla dottrina di Gotama, ed apre il suo giardino ai sacerdoti. Quando si sparge la notizia della prossima morte del Buddha, Kamala parte assieme al figlio per recargli visita, ma durante il viaggio viene morsa mortalmente da un serpente velenoso, e solo all’ultimo momento riesce ad affidare il piccolo Siddharta alle cure del protagonista.

Vasudeva

Barcaiolo che traghetta per la prima volta Siddharta dopo che questi ha lasciato l’amico Govinda e il Buddha Gotama. Uomo molto saggio, predice al protagonista il suo ritorno. Quando Siddharta, dopo la fuga dalla città, lo incontra di nuovo, decide di fermarsi da lui, aiutandolo nel suo lavoro e condividendo con lui le saggezze che solo il lento ma inesorabile scorrere del fiume può insegnare. È durante il periodo in sua compagnia che il protagonista impara ad amare il mondo per quello che è realmente nel suo presente, trovando in questo la sua beatitudine. Quando sopraggiunge la vecchiaia, Vasudeva, che ha ormai tramandato tutti i suoi insegnamenti all’amico, lascia Siddharta e la sua dimora, ricco della sua beatitudine, e s’immerge nel bosco, senza fare più ritorno.

Gotama

È il Buddha, colui che ha superato tutti gli stadi della rinascita ed ha raggiunto la beatitudine. Siddharta si reca da lui assieme a Govinda per ascoltarne la dottrina, ma tutto questo si dichiara inutile: nessuna parola può esprimere veramente quello che il Saggio ha passato, l’unico modo è provarlo nel proprio animo.

Così Siddharta riparte dal gruppo di monaci, intenzionato a scoprire la sua vera identità.

Spiegazione

Il romanzo è incentrato sulla ricerca di un senso della vita, che dia completezza alla nostra anima; qualcosa che sembra essere fuori, all’esterno, ma che invece (come si scopre alla fine) alberga dentro di noi. Sono molte le persone dalle quali Siddharta trae insegnamenti, sono altrettanti i ricordi che gli rendono immagini apparentemente dimenticate, che lo conducono al suo passato, al suo rapporto conflittuale con il padre, e sono ancora tante le cose da comprendere, su cui egli si trova a dover riflettere.

Tematiche

Lo scrittore, tramite le vicende ed i pensieri del protagonista, vuole esprimere la necessità che abbiamo di conoscere il mondo circostante e soprattutto quello interiore, attraverso un percorso spirituale e fisico che conduce a noi stessi. Egli vuole mettere in luce l’essenza del peccato che si nasconde in ogni uomo, anche quello che appare saggio e puro, ma ha intenzione, soprattutto, di mostrare quante alternative e possibilità ha ognuno di noi per trovare la redenzione e una pace interiore che non sia solo fittizia. E questo può avvenire solo grazie alla conoscenza e alle esperienze che arricchiscono ogni essere umano.

Tecniche narrative e stile

Il narratore è esterno ed onnisciente, ma lo focalizzazione varia, esprimendo i punti di vista di diversi personaggi. Lo stile è elevato, con espressioni e linguaggio elaborati, in accordo con i temi di alto livello esposti e sviluppati.

Frasi

Alcune citazioni tratte da Siddharta di Herman Hesse:

  • Amaro era il sapore del mondo. La vita, tormento. Una meta si proponeva Siddharta: diventare vuoto, vuoto di sete, vuoto di desideri, vuoto di sogni, vuoto di gioia e di dolore. Morire a se stesso, non essere più lui, trovare la pace del cuore svuotato, nella spersonalizzazione del pensiero rimanere aperto al miracolo, questa era la sua meta. Quando ogni residuo dell'Io fosse superato ed estinto, quando ogni brama e ogni impulso tacesse nel cuore, allora doveva destarsi l'ultimo fondo delle cose, lo strato più profondo dell'essere, quello che non è più Io: il grande mistero.
  • Mai ho visto un uomo guardare, sorridere, sedere, camminare a quel modo, egli pensava, così veramente desidero anch'io saper guardare, sorridere, sedere e camminare, così libero, venerabile, modesto, aperto, infantile e misterioso. Così veramente guarda e cammina soltanto l'uomo che è disceso nell'intimo di se stesso. Bene, cercherò anch'io di discendere nell'intimo di me stesso.
  • Eppure era questa che bisognava trovare: scoprire la fonte originaria nel proprio Io, e impadronirsene! Tutto il resto era ricerca, era errore e deviazione.

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