Gli studenti delle superiori vogliono la settimana corta
Dal prossimo anno scolastico, con l'attuazione della riforma del ministro Gelmini, molte scuole potrebbero attuare la settimana corta con lezioni fino al venerdì
Fare la settimana corta a scuola è da tempo un sogno di molti studenti. Poter aver la possibilità di andare a scuola per 5 giorni a settimana invece di sei, come del resto fanno i professori, potrebbe realizzarsi dal prossimo anno scolastico anche per gli studenti delle scuole superiori. Infatti con l'introduzione della riforma scolastica voluta dal ministro Gelmini, dal prossimo anno scolastico in molti casi le ore di lezione settimanali saranno minori e questo potrebbe portare a realizzare il sogno di non dover andare a scuola il sabato mattina e poter avere due giorni di pausa dopo cinque giorni di studio. L'orario scolastico settimanale deve però essere in media di 30 ore e per poter attuare la settimana corta sarà quindi necessario rimanere a scuola dal lunedì al venerdì per sei ore. Ed è proprio questo che frena molti dirigenti scolastici dall'approvare la settimana corta nei propri istituti.
Attualmente la settimana corta esiste nelle scuole dell'infanzia, nelle scuole primarie ed in alcune scuole secondarie di primo grado (le scuole medie). Ma per le scuole superiori il discorso è diverso. E non per tutte le varie tipologie di scuole superiori sarà possibile riuscire a terminare le lezioni il venerdì. Nei nuovi licei artistici e negli istituti tecnici, infatti, si prevedono 32 ore settimanali, che sarebbero difficili da suddividere in 5 giorni, senza rendere la giornata di scuola troppo pesante per gli studenti.
Ma alcuni presidi sono intenzionati a cercare di organizzare l'orario scolastico per lasciare il sabato libero agli studenti. Come dichiara Giacomo Merlo, dirigente scolastico dell'Istituto Tecnico Albe Steiner di Milano al Corriere della Sera: "In effetti non si capisce perché non si possa seguire lo schema della settimana corta anche alle superiori. Tra l'altro sarebbe anche un risparmio per l'ente pubblico: meno luce e meno riscaldamento. Ma, soprattutto, i ragazzi avrebbero l'occasione per imparare a gestire il loro tempo. Lo proporrò durante il prossimo collegio docenti. Con la riforma gli orari si riducono e le 32 ore del tecnico si possono distribuire su cinque giorni senza problemi".
Ma non tutti sono dello stesso avviso, come dichiara al quotidiano Innocente Pessina, dirigente scolastico del Liceo Classico Giovanni Berchet di Milano: "Me l'hanno chiesto i ragazzi e ne parleremo insieme. Ma sono scettico: al ginnasio, in una giornata di sei ore possono capitare materie come italiano, latino, greco, matematica, storia e inglese. Troppo. Cercherò di dissuaderli".
In generale, comunque, l'Associazione Nazionale Presidi si schiera a favore della settimana corta, come ha dichiarato Mario Rusconi, preside del Liceo Scientifico Newton di Roma e vicepresidente dell’Anp, al quotidiano gratuito Leggo: "Può funzionare, ne gioverà la didattica e la serenità tra i docenti. Può essere un vantaggio compattare le lezioni in 5 giorni e soprattutto evitare l’assenteismo del sabato, spesso sostenuto dalle famiglie oltre al fatto che finalmente cesseranno le diatribe tra docenti che spesso si contendono il sabato come giorno libero. Dovranno invece fare attenzione quelle scuole che vantano un’utenza molto sparsa sul territorio, per non caricare gli studenti pendolari con mattinate troppo lunghe".