Il Settecento, il secolo del boom demografico e della fiducia nella ragione

I fattori economici, sociali e culturali che portarono alla crescita demografica nel '700 e alla diffusione delle idee dell'Illuminismo
Il Settecento, il secolo del boom demografico e della fiducia nella ragione
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1Il Settecento: un'introduzione

Il dottor Edward Jenner esegue la prima vaccinazione contro il vaiolo su un bambino di 8 anni, 14 maggio 1796
Il dottor Edward Jenner esegue la prima vaccinazione contro il vaiolo su un bambino di 8 anni, 14 maggio 1796 — Fonte: getty-images

Rispetto agli andamenti di stagnazione demografica e di regressione economica che caratterizzarono il XVII secolo, il Settecento ebbe delle tendenze totalmente contrarie. L’Europa dovette fare i conti, nel XVII, con una situazione economica, politica, sociale e demografica nota come crisi del Seicento.

Dalla seconda metà del XVIII secolo tutta l’Europa si vide crescere in maniera espansiva in ogni settore: nella popolazione, nell’agricoltura, nella produzione industriale e nel commercio

Tale andamento di crescita e di espansione in tutti gli ambiti non riguardò solamente le principali potenze europee: nel XVIII secolo, la maggior parte degli Stati, anche quelli in secondo piano in Europa, come l’Ungheria, la Russia o l’Irlanda, oppure i paesi dell’Asia e delle Americhe beneficiarono di questa generale situazione di prosperità.

2Le cause dell'incremento demografico

2.1Aumento della natalità e riduzione della mortalità

Raccolto, 1775
Raccolto, 1775 — Fonte: getty-images

I fattori dell’incremento demografico in Europa furono molteplici: l’elemento principale indicato dagli studiosi è quello dell’aumento della natalità, grazie alla diminuzione, da una parte, dell’età media matrimoniale, e dall’altra, della percentuale di celibato.

A influire fu anche la diffusione del lavoro salariale, il quale risolveva le questioni economiche che ostacolavano le nozze.

Accanto all’aumento delle nascite, bisogna considerare il peso che lo sviluppo tecnologico sia in campo medico che in quello delle infrastrutture: ciò permise delle condizioni igieniche-sanitarie un po’ meno disagiate, nonché la il calo dell’incidenza delle tre disgrazie tradizionali, ossia la peste, la fame e la guerra.

2.2Evoluzione dell'agricoltura

La semina
La semina — Fonte: getty-images

Il maggiore contributo nell’aumento della popolazione europea durante il Settecento fu sicuramente il progresso nella produzione e nelle tecniche agricole: in questa maniera ci fu la possibilità di sfamare un numero sempre più alto di persone.

A contribuire fu anche un generale miglioramento climatico.

L’aumento della produzione delle derrate alimentari fu possibile grazie ai seguenti fattori:

  • l’estensione dei territori destinati alla coltivazione e all’allevamento;
  • l'intensificazione del lavoro contadino e lo sviluppo di aziende agricole;
  • la più efficiente tecnica di rotazione permanente di colture diverse;
  • l'impiego di tecniche e di attrezzi agricoli più efficaci.

3Crescita economica

3.1L'aumento dell'inflazione

Una banca del 1792
Una banca del 1792 — Fonte: getty-images

Tale situazione di prosperità agricola non si tradusse anche in un generale miglioramento delle condizioni economiche per gli strati più poveri della popolazione: con la sempre più crescente domanda di derrate alimentari dovuto all’incremento demografico aumentarono i prezzi nonché quindi i profitti dei soli imprenditori.

Infatti, in molte aree rurali si avviò un processo di impoverimento e di proletarizzazione.

Nel Settecento i commerci internazionali con l’Asia e le Americhe divennero sempre più centrali per l’economia europea. Ma il fattore principale dell’innalzarsi dell’inflazione fu la maggiore circolazione della massa di metalli preziosi come l’argento proveniente dal Messico e della scoperta di nuovi giacimenti auriferi in Brasile.

3.2L'economia europea si trasforma

La fondazione della Banca d'Inghilterra al Royal Exchange di Londra, 1694
La fondazione della Banca d'Inghilterra al Royal Exchange di Londra, 1694 — Fonte: getty-images

In questo periodo si diffuse ancor di più tra gli operatori economici e finanziari il ricorso alle cambiali e alle banconote. Ciò comportò una stabilizzazione della moneta dei maggiori Stati europei, aumentò perciò anche la sensazione di fiducia per gli investimenti.

Amsterdam era il centro della finanza internazionale e Londra, Amburgo, per quanto riguardava l’Europa centrale e occidentale, Marsiglia, Livorno e Trieste, per il Mediterraneo, i principali porti ed empori mercantili.

Un attore importante nella generale prosperità economica fu il miglioramento dei trasporti e delle vie di comunicazione: il rimaneggiamento delle strade per una percorrenza più agevole e rapida, nonché la riorganizzazione dei servizi di posta, rese possibile l’accorciamento dei tempi.

4Il boom demografico nel mondo

4.1Il Vecchio Mondo

Fabbrica di vetro, 1760
Fabbrica di vetro, 1760 — Fonte: getty-images

Il dato più incredibile è la crescita demografica europea: secondo le stime, contando anche la Russia, il numero degli abitanti passò da circa 115 milioni, nel 1700, a 140 milioni, a metà del secolo, e poi a 188 milioni, a inizio Ottocento. Il tasso percentuale dell’aumento fu quindi del 63,5%.

I paesi come l’Ungheria e la Russia, i quali partirono con il numero di abitanti più basso alla fine del Seicento, si trovarono poi, durante il XVIII secolo, a incrementare in maniera impressionante la propria popolazione. La stessa tendenza interessò anche la Spagna e l’Italia, nello specifico il Mezzogiorno che, rispetto al Nord, partiva con una popolazione nettamente inferiore.

A guidare il tasso di crescita demografica più alta nell’Europa del centro-nord fu la Germania, seguita poi dall’Inghilterra, soprattutto la triplicazione degli abitanti dell’Irlanda, da Francia e infine Paesi Bassi. È da sottolineare comunque che questi paesi erano quelli più impegnati in diversi conflitti oppure molti dei loro connazionali emigravano nel Nuovo Mondo.

4.2Americhe e Asia

La raccolta delle patate
La raccolta delle patate — Fonte: getty-images

Sia l’America del Nord e quella del Sud hanno visto aumentare la loro popolazione: secondo le stime gli abitanti passarono da 13 a 24 milioni. Ciò avvenne perché se, da una parte, all’altezza del XVIII secolo, erano terminati da qualche tempo i grandi massacri degli indigeni, dall’altra, entrambi i continenti furono la meta dei flussi migratori sia degli europei che degli schiavi africani.

La stessa tendenza dell’aumento demografico coinvolse anche il continente asiatico, dove, secondo i calcoli, la popolazione salì da 415 milioni abitanti a 625 milioni. Nonostante le differenze tra il modello europeo e quello asiatico, in termini di strutture sociali, economiche e tecnologiche, le condizioni di generale benessere interessarono anche l’Oriente.

5La fiducia nella ragione

5.1L'età dei Lumi

La ricerca intellettuale, scientifica e filosofica che si ebbe nel Seicento fu ciò che permise la nascita del movimento culturale, sociale e politico dell’Illuminismo.

Il Settecento, conosciuto per lo più come l’età dei Lumi, fu il periodo in cui si svilupparono teorie e idee che miravano ad una condizione di benessere generale, per mezzo dell’uso sapiente della ragione.

Rousseau
Rousseau — Fonte: getty-images

Il Settecento fu anche il momento in cui le riflessioni filosofiche degli intellettuali ebbero modo di concretizzarsi in scelte politiche: sebbene diverse, le tre strade indicate da Montesquieu (1689-1755), Rousseau (1712-1778) e da Voltaire (1694-1778), avevano comunque un comune denominatore: l’idea che il potere venisse esercitato nell’interesse comune dei sudditi, nello scopo di conseguire una «pubblica felicità».

Il presupposto degli illuministi era che solo grazie al lume della ragione, quindi svincolandosi dai dogmi religiosi, era possibile raggiungere la piena realizzazione dell’individuo: dunque di riflesso anche un progresso collettivo della civiltà umana. Proprio il romanzo Candido (1759) di Voltaire ben descriveva l’effervescenza ottimistica dell’Illuminismo

5.2Le origini della rivoluzione industriale

Scalpellini a lavoro in un'illustrazione dell'Enciclopedia di Diderot, 1765 circa
Scalpellini a lavoro in un'illustrazione dell'Enciclopedia di Diderot, 1765 circa — Fonte: getty-images

La vera e propria Rivoluzione industriale avvenne alla fine del Settecento. Ciò nonostante, i primi segnali di un’innovazione tecnologica si ravvisarono lungo il secolo, soprattutto nel campo manifatturiero

Con l’aumento demografico di questo periodo incrementò di conseguenza la domanda di tessuti per la vita quotidiana. Da qui iniziò l’epoca d’oro per il cottone

Andando verso la fine del XVIII secolo, in particolare modo in Inghilterra e poi in tutta Europa, la geografia iniziò a tramutare passando da un paesaggio rurale e di campagna a uno composto da fabbriche e ciminiere. Affianco alla classe sociale dei contadini, iniziò a formarsi quella che caratterizzerà i secoli successivi: il proletariato.

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