Sentimento del tempo di Giuseppe Ungaretti: testo, parafrasi, spiegazione
Indice
- Da L'allegria a Sentimento del tempo
- Sentimento del tempo: nuovo stile, nuovi contenuti
- Sentimento del tempo: i temi trattati
- Sentimento del tempo: spiegazione
- Sentimento del tempo: struttura
- Sentimento del tempo: testo e parafrasi
- Ascolta il podcast sulle opere di Giuseppe Ungaretti
- Concetti chiave
1Da L'allegria a Sentimento del tempo
Se L’Allegria è stata la raccolta in cui Ungaretti aveva racchiuso quella che era stata, in senso assai ampio, la sua giovinezza raccontando della ricerca di un’identità dopo gli anni passati a girovagare, delle sperimentazioni figlie della fascinazione per le avanguardie d’inizio Novecento fino all’esperienza, grandiosa e tragica, della prima guerra mondiale, la sua seconda, importante raccolta, intitolata Sentimento del tempo segna invece una parte diversa della vita del poeta, quella della maturità, in cui anche l’approccio e lo stile di scrittura si modificano profondamente.
La fine del primo conflitto mondiale porta alcune modifiche nel panorama culturale italiano, dove si rimette in discussione il valore delle avanguardie e si guarda, invece a un recupero di forme letterarie più classiche.
Esemplare, in questo senso, è l’esperienza della rivista letteraria La Ronda che comincia le sue pubblicazioni nel 1919.
Pur ospitando sulle sue colonne esponenti dello sperimentalismo letterario e artistico, questa rivista esprime forti critiche nei confronti del futurismo e del suo massimo esponente, Marinetti, arrivando ad attaccare persino Pascoli mentre individua in Manzoni e Leopardi i modelli della letteratura italiana, la cui eredità era stata spezzata dalle sperimentazioni linguistiche di fine Ottocento e inizio Novecento.
Ungaretti viene certamente influenzato da queste riflessioni classiciste (così come anni prima aveva trovato proprio nei futuristi un modello di riferimento), ma le sviluppa a modo suo recuperando, insieme a Leopardi, anche il trecentesco Petrarca.
Ma sullo stile di Ungaretti influisce anche un altro fattore, il trasferimento a Roma che avviene nel 1921. Le bellezze artistiche, in particolare gli edifici in stile barocco, esercitano una profonda fascinazione su di lui, ed agiscono come fonte di stimolo, riflessione e ispirazione.
2Sentimento del tempo: nuovo stile, nuovi contenuti
Esistono diverse affinità tra la fase poetica rappresentata da L’Allegria e quella che trova la sua espressione in Sentimento del tempo, ad esempio non muta l’approccio rigoroso di Ungaretti al proprio lavoro, l’esigenza di sottoporre i suoi scritti a revisioni continue e che porta questa seconda raccolta a conoscere ben tre diverse edizioni, la prima nel 1933, l’ultima nel 1943.
Ma ovviamente è sotto il profilo formale e contenutistico che si riscontrano i cambiamenti più profondi. Sentimento del tempo è il prodotto di una nuova fase poetica ungarettiana, segnata dalla fine dello sperimentalismo e dall’adozione di uno stile scrittorio che si potrebbe dire più tradizionale, e che vede anzitutto l’abbandono della poetica della “parola nuda” in favore dell’uso di versi più complessi e lunghi; nelle poesie di Ungaretti compaiono endecasillabi, novenari e settenari, si fa più pesante la presenza della punteggiatura laddove, in precedenza, erano gli spazi bianchi a definire ed esaltare i significati della parola.
Il complicarsi della versificazione depotenzia, quindi, il peso della singola parola esaltando invece l’immagine costruita da gruppi di parole. La scelta stessa del lessico cambia sensibilmente, e quello semplice e quotidiano de L’Allegria viene abbandonato in favore di una lingua più complessa e ricercata, maggiormente consona al nuovo stile ermetico adottato dal poeta.
La poetica che basa la sua efficacia sulla forza di pochi, lapidari termini, e che trova la sua espressione più compiuta in componimenti come Mattina e Soldati, viene quindi sostituita da una scrittura più complessa che finalizzata alla costruzione di una serie di immagini.
3Sentimento del tempo: i temi trattati
Anche sotto il profilo contenutistico esistono diverse differenze, che sono probabilmente quelle più incisive e di rottura rispetto allo stile de L’Allegria, giacché i temi della scrittura smettono di essere legati all’esperienza personale, per diventare più generali, astratti, come appunto il tema dello scorrere del tempo, che apre alla riflessione sulla limitatezza dell’esperienza umana e sulla morte. Un tema che emerge anche in Sentimento del tempo, il componimento che dà il titolo a tutta la raccolta nella sua versione definitiva.
4Sentimento del tempo: spiegazione
Questo componimento, che dà il nome a tutta la raccolta, è stato scritto nel 1931 ed era quindi parte già della prima edizione.
Dal punto di vista compositivo questa poesia non presenta uno schema metrico definito, i versi usati sono vari: endecasillabi e settenari, cioè quei versi che sono il timbro caratterizzante di tutta la raccolta; le rime sono assenti, mentre il poeta preferisce utilizzare assonanze e consonanze all’interno del verso che assumono un valore descrittivo.
Tutta la narrazione si svolge negli appena otto versi da cui emerge un quadro rarefatto, quasi astratto. Immagini legate al paesaggio, e quindi a una qualche forma di concretezza, si limitano a:
- vv. 1-4, in cui Ungaretti descrive l’ombra viola (v. 2) dell’ultimo raggio di sole mentre tramonta sul giogo meno alto (v. 3), cioè sul colle più basso, modo per rimarcare la bassa posizione della luce e perciò la prossimità del tramonto;
- l’ultimo riferimento a una dimensione spaziale concreta è al v. 3, con quel riferimento alla lontananza della luce del sole che illumina il paesaggio alla vista del poeta;
- i primi quattro versi trasmettono l’idea di un tempo rallentato e di spazi ampi attraverso l’uso del gerundio in Cadendo (v. 2) e, soprattutto, al v. 4 con l’uso di parole ampie e il gioco di ridondanze delle consonanti l e n e della vocale a, estremamente efficace in questo senso il binomio costruito da lontananza aperta;
- la metà del v. 4 segna l’ultimo riferimento a una dimensione concreta, spaziale e temporale, e l’ingresso nel racconto di una dimensione più marcatamente personale; si può dire che questa parte cominci dalla parola misura che collega il momento catturato nei versi precedenti a quelli successivi.
La relazione tra un’impressione esterna e l’avvio di una riflessione interna sembra rievocare il processo di scrittura presente nell’Infinito di Leopardi, dove l’elemento naturalistico della siepe e del colle avviano quella serie di riflessioni nell’animo del poeta recanatese che lo portano a naufragar nel mare dei pensieri.
5Sentimento del tempo: struttura
Il processo costruttivo di Ungaretti in questa poesia richiama quello leopardiano, ma lo ripropone in una versione più decisamente criptica ed ermetica, soprattutto al centro dei ragionamenti di Ungaretti non c’è più un qualche sentimento melanconico, ma una riflessione sul tema del tempo che ruota attorno al parallelismo, che si rivela appieno negli ultimi due versi, tra la visione del tramonto e la riflessione sulla fine della vita e la morte.
- I vv. 3-4 legano le due fasi della costruzione poetica, l’argomento del discorso passa dalla lontananza (v. 4) dell’orizzonte che si può misurare come si può fare con il palpito del cuore. Si tratta naturalmente di una metafora: se la misura (v. 4) di quella lontananza non può avvenire nel concreto, allo stesso modo il poeta non sta parlando realmente dei battiti del suo cuore, ma di questi come misurazione del tempo della vita.
- Il v. 6 segna l’inizio della parte finale della poesia: Ungaretti entra in comunicazione con sé stesso attraverso l’ascolto del suo cuore, un suono che si rivolge direttamente al tempo.
- Finalmente, infatti, al v. 7 il tempo viene chiamato direttamente in causa con una prosopopea: il ritmo del battito cardiaco, richiamato musicalmente dalla scansione delle doppie f, t e b e dall’uso cadenzato delle consonanti, sembra invitare il tempo personificato ad affrettarsi (T’affretta, v. 7) a mettergli sulle labbra l’ultimo bacio, cioè quello della morte.
6Sentimento del tempo: testo e parafrasi
Testo
E per la luce giusta,
Cadendo solo un’ombra viola
Sopra il giogo meno alto,
La lontananza aperta alla misura,
Ogni mio palpito, come usa il cuore,
Ma ora l’ascolto,
T’affretta, tempo, a pormi sulle labbra
Le tue labbra ultime.
Parafrasi
Mentre cade un ultimo raggio di luce violaceo
Sopra il colle più basso,
Quella lontananza sembra aprirsi alla cadenza,
Di ogni mio palpito, scandito con il ritmo del cuore,
Ma adesso mi concentro ad ascoltarlo,
Tutto questo ti affretta, oh tempo, a mettere sulle mie labbra
il tuo ultimo bacio.