Seconda guerra mondiale: la musica, gli inni e le canzoni fasciste e partigiane
Inni e canzoni che fecero da colonna sonora al regine fascista e quelle della resistenza partigiana. Inni e canti in Italia durante la seconda guerra mondiale.
Indice
Seconda guerra mondiale: le canzoni del fascismo e della resistenza
Lo spirito di dominio del fascismo di Mussolini si racconta anche nei suoi canti. Questi servivano sia a far marciare i soldati in senso materiale sia ad imprimere le idee fasciste nel popolo, trasmettendo alla gente gli ideali fascisti.
Non si trattava di vere e proprie canzoni ma di inni mentre la musica era quella del "manganello".
Alle persone veniva chiesto di avere un nuovo ideale. Le intenzioni degli inni fascisti hanno testi chiari ed illuminanti:
Quando la notte pian piano discende
sulla città addormentata
vedi il fascista con la mano armata
di un colossal manganel
Il comunista trema e poi va
dalla gran fifa che ha
il socialista lo cerchi invan
ma non lo trovi più
Manganel tu che spacchi
il social cervel
picchia giù che la pace non si fa più!
Alla voglia di combattere, al racconto dei bollori militareschi, a questo modo di sentirsi superiori subentrerà però la tragica esperienza della Seconda guerra mondiale.
L'inno ufficiale del fascismo era "Giovinezza" composto nel 1909 da Nino Oxila e Giuseppe Blanc.
La musica degli inni è in linea con i desideri e le esigenze dei fascisti: marciante, ben cadenzata, dall'andamento melodico aggressivo e dal ritmo impetuoso. L'andatura militaresca ripropone quella della Prima guerra mondiale. Nei testi si ritrova spesso del volgare virilismo.
I canti del fascismo, sia le parole che la musica, sono molto accurati e ben predisposti ad essere cantati ma non erano popolari perché il fascismo alla fine, diventerà il loro nemico principale.
Le canzoni della Resistenza
Anche la Resistenza aveva i suoi canti di cui il più famoso è bella ciao:
Stamattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
stamattina mi sono alzato
e ho trovato l'invasor
O partigiano portami via
ritornello
o partigiano portami via
che mi sento di morir
E se io muoio da partigiano
ritornello
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir
Seppellir lassu in montagna
ritornello
seppellir lassu in montagna
sotto l'ombra di un bel fior
E le genti che passeranno
ritornello
e le genti che passeranno
e diranno che bel fior
E' questo il fiore del partigiano
ritornello
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.
Questo canto fu inventato apposta per la Resistenza. E' un canto di contadini che diventa anche danza: a coppie, uno difronte all'altro e battendo alternativamente le mani con quella del compagno. Segue lo schema mertico tradizionale e a ogni strofa si ripete il ritornello nel secondo verso.
Questa canzone denuncia l'occupazione nazifascista in Italia e fa sapere che i partigiani sono pronti a morire per la loro patria. L'andamento ritmico è uguale dall'inizio alla fine. E' composto da 6 strofe formate da 4 versi.
Questa canzone-inno racconta lo stato d'animo degli italiani costretti a subire il dominio nazifascista e quanto le persone fossero disposte a morire, con onore, per liberare la patria.
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