Scuole e ideali formativi nel basso Medioevo: caratteristiche e protagonisti

Istruzione, scuole e università nel Medioevo tra il 1000 e il 1492, anni in cui si afferma l'urbanizzazione, la crescita dei commerci, dell'economia e della borghesia.
Indice
1La rinascita dell'Anno Mille e il Basso Medioevo (1000-1492)

Tradizionalmente, la storiografia chiama Basso Medioevo il periodo che copre gli anni che vanno dal 1000 al 1492, l’anno della scoperta dell’America. Sono secoli caratterizzati dall’affermarsi dell’urbanizzazione, della crescita dei commerci, dell’artigiano e dell’economia, dall’affermarsi della borghesia.
In particolare, a partire dalla rinascita dell’anno Mille, si assiste a un dinamismo politico, sociale e culturale che inciderà in maniera significativa sulla cultura, sull’organizzazione dell’insegnamento e sulla pedagogia.
2Le Università nel Basso Medioevo
Durante l’Alto Medioevo l’istruzione era riservata, salvo alcune eccezioni, a coloro che sarebbero divenuti membri del clero o monaci. Nel corso del Basso Medioevo, accanto alle scuole legate alla Chiesa si diffondono istituzioni volte alla formazione dei laici: nascono infatti le prime università. La loro fondazione è da collocarsi a partire dagli ultimi anni dell’XI secolo per poi conoscere una diffusione e un incremento significativi in tutta Europa nei secoli seguenti e in particolare dal Duecento.
L’origine delle università è da individuarsi:
- nell’evoluzione delle scuole cattedrali;
- nella fondazione di scuole indipendenti nate in modo anche spontaneo nei centri urbani.
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Per conoscere e ricordare i concetti, gli eventi e i principali avvenimenti della storia dalle origini a oggi.
Le corporazioni, i gruppi all’interno dei quali erano riuniti tutti i lavoratori di un medesimo settore per la difesa degli interessi e per la protezione comuni, furono i modelli organizzativi cui si ispirarono le università. Infatti, la parola università indicava innanzitutto l’insieme delle persone che avevano la medesima occupazione e tale termine era impiegato per riferirsi ai soggetti che appartenevano ai diversi raggruppamenti professionali.
Universitas studiorum indicava così l’insieme di coloro che si dedicavano allo studio e al contempo la corporazione dei docenti e degli studenti.
Il luogo fisico, invece, dove gli individui si raccoglievano a scopo di studio era denominato studium. Studium generale era il luogo dove gli studenti da tutta Europa si recavano per studiare le tre discipline considerate di base: teologia, legge e medicina.
Bologna per gli studi di diritto, Parigi per quelli di teologia e Salerno per la medicina erano i tre studia riconosciuti a livello europeo all’inizio del Duecento. Col tempo si diffusero ulteriori studia generalia, tra i quali quelli di Montepellier, Padova, Orléans, Oxford e Cambridge. Tali istituzioni potevano anche esercitare il diritto di far insegnare i loro docenti negli altri studia. Una limitazione alla fondazione di nuovi studia generali si registrò nel corso del XIII secolo, quando la loro apertura era vincolata a una autorizzazione emessa dall’Impero o dal papato.
2.1Le prime università: Bologna e Parigi

L’Italia e la Francia furono i primi Paesi nei quali si organizzarono delle università, regolate da statuti e con un preciso percorso di studi.
Bologna è la città in cui venne fondata la prima università del mondo occidentale. La creazione dell’università risale al 1088, quando cominciò a organizzarsi l’insegnamento indipendente dalle autorità ecclesiastiche. L’università si era specializzata nel campo del diritto, grazie in particolare all’opera di Graziano e di Irnerio, uno studioso tra i più noti del Corpus iuris civilis di Giustiano.
L’università divenne un luogo di studio prestigioso: non solo diritto civile e canonico, ma con il passare degli anni, divenne un centro di studio rinomato anche nel campo della medicina, della filosofia, dell’aritmetica, della filosofia, della logica, della retorica, della grammatica e, dal 1364, anche di teologia.
Nel corso del XIII secolo gli studenti presenti in questa università superavano le duemila unità ed erano suddivisi in quattro nazioni, gruppi cioè organizzati dagli studenti stessi per aiutarsi reciprocamente all’interno dei quali essi erano ripartiti a seconda della loro provenienza. Le nazioni presenti all’università erano:
- ultramontana;
- lombarda;
- toscana;
- emiliana.
Del 1158 è la Costituzione Habita di Federico Barbarossa con la quale egli riconobbe la corporazione studentesca, ne riconobbe alcuni diritti fondamentali e difese l’autonomia dell’università dalle ingerenze politiche.
A Parigi l’università venne avviata a partire dalla scuola episcopale. Particolarmente feconda fu l’opera messa in atto da Pietro Abelardo, tra i più importanti filosofi e teologi del Medioevo. All’interno dell’università gli studenti erano suddivisi nelle seguenti nazioni:
- francese;
- normanna;
- piccarda;
- inglese.
L’università più prestigiosa era quella di teologia, all’interno della quale furono docenti i filosofi più importanti della Scolastica. Erano presenti inoltre le facoltà di diritto, medicina e il corso di trivium (le arti liberali).
2.2L’organizzazione dell’università

All’interno delle università si organizzarono le facoltà, suddivisioni con competenze prettamente amministrative e di organizzazione della didattica. La facoltà delle artes, incentrata sullo studio del trivium e del quadrivium preparava all’accesso delle facoltà di medicina, teologia, diritto canonico. Con il tempo la facoltà delle artes si specializzò nello studio della filosofia.
L’insegnamento all’interno dell’università era strutturato attorno alla lectio, un termine che deriva dal latino legere, leggere in italiano. La lezione, tenuta dal maestro, iniziava leggendo i brani della Bibbia nelle università di teologia o dei più noti e autorevoli autori nelle altre università. Per ciò che concerne l’ambito giuridico, si leggevano i testi di Graziano; alla facoltà di medicina si studiavano i testi raccolti e tradotti da Costantino l’Africano; nelle facoltà delle artes, tra gli autori letti comparivano Cicerone e Aristotele.
La lettura era preceduta da una introduzione e seguita da un commento, pronunciati dal maestro, che mirava a cogliere il senso del testo, ad analizzarlo ed a interpretarlo, a evidenziare le tematiche e le questioni sollevate dall’autore.
Un altro momento formativo fondamentale è rappresentato dalle disputationes, delle discussioni strutturate intorno a specifici argomenti. Il maestro sollevava una questione che il baccelliere, lo studente che aveva già compiuto alcuni anni di studio e sostenuto la discussione finale, presentava al pubblico. Il baccelliere era tenuto poi a rispondere alle domande poste dagli studenti intervenuti ad assistere e a partecipare alla disputa. Il maestro infine tirava le fila del discorso e presentava le sue conclusioni. Le dispute avvenivano con cadenza regolare, ogni una o due settimane.
Nel corso dell’anno scolastico, aveva luogo anche la diputatio de quodlibet, una disputa che poteva vertere sui più svariati argomenti alla quale partecipavano tutti gli studenti della facoltà.
3San Tommaso e la Scolastica
Durante il Basso Medioevo, uno dei pensatori della cristianità più importanti è il filosofo e teologo San Tommaso, il padre fondatore della Scolastica.
Nelle sue opere egli offre una sintesi del sapere cristiano volta a presentare fede e ragione in armonia, pur sostenendo la priorità e una “eccedenza” della fede rispetto alla ragione. La sua opera è tesa inoltre a offrire una dimostrazione razionale dell’esistenza di dio.
San Tommaso si occupò anche di pedagogia e della questione del metodo di insegnamento. I testi Questione 11 De Veritate (anche nota con il titolo De Magistro) e Questione 117, Articolo 1 della Somma teologica sono i riferimenti principali per cogliere alcuni punti essenziali rispetto ai suoi ideali educativi.

Secondo San Tommaso, l’alunno possiede interiormente i principi primi della scienza, ma non ancora organizzati in maniera strutturata. L’azione del maestro, esterna al fanciullo, è dunque fondamentale per consentire al fanciullo di essere guidato nella sistematizzazione di quei principi che egli già possiede, di essere coadiuvato in un percorso che porta la conoscenza dall’essere in potenza all’essere in atto. Il maestro deve essere in grado di risvegliare l’intelletto del ragazzo e di stimolare la sua attività razionale. Fondamentale è il metodo che guida in questa azione di conoscenza e di consapevolezza.
San Tommaso, inoltre, riconosce un ruolo fondamentale ai genitori. Essi sono alla base dell’educazione dei figli e nessuna istituzione può essere equiparata al valore dell’educazione ricevuta in ambito famigliare e al diritto/dovere educativo esercitato dai genitori nei confronti dei figli.