Pochi diplomati, pochi laureati, studenti impreparati ma costi altissimi. Sono queste le contraddizioni del sistema dell'istruzione italiana messe in evidenza da un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico
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Da dove nasce questa triste sentenza? Dal bassissimo numero dei laureati che sfornano le università italiane, considerando che stiamo al penultimo posto in classifica e, dopo di noi, c'è solo la Turchia. Stiamo messi male anche per quanto riguarda i diplomati: questi sono 48 su 100 mentre la media dei paesi OCSE si aggira sui 67.
Male anche la performance degli studenti. Nei test Pisa-Ocse (Programme for International Student Assessment: programma per la valutazione internazionale dell'allievo) i risultati sono particolarmente scarsi in Matematica e Letteratura.
Eppure, nonostante gli scarsi risultati, sono tantissime le risorse che questo sistema risucchia: 100.000 dollari a studente per il percorso complessivo di 13 anni di scuola, 23 mila in più della media degli altri paesi OCSE.
Come mai le cose non funzionano?
Le ipotesi che si azzardano sono diverse: i professori guadagnano poco (i loro stipendi sono tra i più bassi in Europa) e sono tra i più anziani di tutti; gli studenti italiani ogni anno passano in classe circa 300 ore in meno l'anno rispetto ai colleghi di altri paesi.
Una speranza arriva dal calo della popolazione scolastica che -secondo l'OCSE- avverrà entro il 2015 e che farà risparmiare allo Stato il 6% della spesa scolastica.