La Conferenza di pace di Parigi e i Trattati di pace del 1919

Conferenza di Pace di Parigi del 1919: i Trattati di pace, il riassunto e la mappa concettuale del trattato di pace a margine della Prima guerra mondiale

La Conferenza di pace di Parigi e i Trattati di pace del 1919
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Conferenza di pace di Parigi e trattati di pace del 1919
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CONFERENZA DI PACE DI PARIGI 1919

Quando tutti i fronti della Prima guerra Mondiale ormai erano stati chiusi, la smilitarizzazione delle aree di battaglia così come delle colonie ormai era del tutto conclusa. Con la conferenza di Pace la il conflitto mondiale fu ufficialmente chiuso ma le ripercussioni tra i Paesi che ne fecero parte furono numerose. Tre grandi Imperi si disgregarono: Austria-Ungheria dopo aver concesso i territori dovuti ai vincitori si frazionò in nuovi piccoli nascenti repubbliche indipendenti con numerosissimi problemi economici. La Germania ormai divenuta Repubblica di Weimar dopo la caduta della precedente monarchia imperiale risentiva fortemente delle indennità di guerra imposte con i trattati di Pace.

CONFERENZA DI PARIGI: RIASSUNTO

Conferenza di pace di Parigi del 1919

La caduta dello Zar in Russia provocò scontri interni per molti anni a seguire trovando una soluzione solamente nel 1921 con la nascita dell’Unione Sovietica. L’Impero Ottomano segnato dalla guerra e dagli scontri interni fu suddiviso tra le Nazioni vincitrici del conflitto allo stesso modo furono suddivise le colonie tedesche sul territorio suddivise principalmente tra Francia, Giappone e Regno Unito, avvenimento che in Italia i nazionalisti usarono per criticare aspramente l’entrata in guerra del Paese il quale era stato allettato dalle promesse di nuovi territori coloniali che alla fine, nonostante la vittoria, non le erano stati assegnati per tanto fu coniato il termine di “vittoria mutilata”.

Prima guerra mondiale: la mappa concettuale

TRATTATI DI PACE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

La chiusura dei trattati di Pace non significò però la chiusura della guerra nei Paesi che ne presero parte, poiché la guerra non genera solo morti al fronte, ma ha molteplici e sfaccettate ripercussioni in ogni ambito: lo sforzo economico bellico affrontato da ogni Paese comportò l’indebitamento da parte dei Governi con i Paesi non direttamente coinvolti nel conflitto come l’Argentina e il Brasile o gli stessi Stati Uniti abbastanza forti economicamente da affrontare sia la guerra sia il credito ad altre Nazioni, la cessione di numerose rotte commerciali al Giappone in cambio di aiuto nel conflitto navale, le restrizioni al libero commercio tra i Paesi fece sì che la ripresa a livello economico dell’Europa fosse lenta e faticosa; lo sforzo umano provocò la disgregazione d’intere famiglie che videro i propri cari partire per il fronte per non tornare mai più, e i superstiti tornarono fortemente provati dagli orrori della guerra.

I cambiamenti dovuti alla guerra non furono del tutto negativi però: per la prima volta le donne furono riconosciute come forza lavoro pari a quella maschile e impiegate per necessità anche in quei campi da sempre definiti “tipicamente maschili” riuscendo benissimo a far coincidere il ruolo di madre con quello di lavoratrice a tempo pieno, fu l’inizio della consapevolezza della parità tra uomo e donna.

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