Scuola chiusa per la fine del Ramadan: ecco che succede ora
È polemica per la decisione di un istituto lombardo di chiudere per la festa di fine Ramadan: ecco la posizione del Ministro
Indice
Scuola chiude per la fine del Ramadan
L’Istituto Iqbal Masih di Pioltello nella provincia di Milano è attualmente al centro di una serie di polemiche a causa della decisione di tenere la scuola chiusa per la fine del Ramadan, il 10 aprile 2024. È la prima volta in Italia che una scuola primaria e secondaria di primo grado decide di chiudere per una festività importante per la comunità musulmana.
Scuola chiusa per la fine del Ramadan: le parole di Valditara
Il giorno di Id al-Fitr, la festa di fine Ramadan, gli alunni staranno a casa come se fosse la festa del Santo Patrono. La sospensione delle lezioni è stata approvata dal consiglio d’istituto e inserita nel calendario scolastico. Secondo il dirigente scolastico è una grande prova di inclusività ma il Ministro dell'Istruzione Valditara ha precisato che le scuole non sono autorizzate a stabilire nuove festività in modo autonomo.
"Le festività possono essere introdotte esclusivamente dalla Regione o dallo Stato, quindi l’ufficio scolastico della Lombardia verificherà se le decisioni prese dal consiglio d’istituto e dalla scuola sono coerenti con la legge. Dopodiché sarà l’ufficio scolastico regionale ovvero la Regione Lombardia a fare le loro opportune valutazioni”.
Il problema della chiusura della scuola
A giustificare la scelta dell'Istituto Iqbal Masih di Pioltello c'è più di una ragione: da una parte, infatti, molti alunni della scuola sono di fede islamica e non sarebbero comunque andati a scuola. Dall'altra gli istituti possono scegliere liberamente di utilizzare tre giorni di vacanza discrezionali, che si aggiungono a quelli stabiliti dal calendario scolastico di riferimento.
Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi ANP, precisa infatti: “Si tratta di una questione tecnica, che rientra pienamente nell’autonomia scolastica. Ogni scuola ha la facoltà di adattare il calendario scolastico entro limiti minimi, due o tre giorni all’anno. L’obiettivo è proprio quello di rispondere alle esigenze specifiche del proprio territorio e della propria comunità scolastica“.
Guarda il video
@studenti.it