Scuola: arriva il divieto per gli insegnanti di fare propaganda politica e ideologica. Chi sgarra sarà sospeso

Un deputato del Pdl ha proposto un'aggiunta al testo unico sulla scuola per impedire agli insegnanti di fare propaganda politica. Secondo lui questo avverrebbe soprattutto in Emilia Romagna. A vigilare dovranno essere i dirigenti scolastici

Scuola: arriva il divieto per gli insegnanti di fare propaganda politica e ideologica. Chi sgarra sarà sospeso

Fabio Garagnani, deputato del Pdl, ha proposto una aggiunta al testo unico sulla scuola: il divieto per gli insegnanti di fare propaganda politica e ideologica. Dovranno essere i dirigenti scolastici a vigilare e per chi sgarra è prevista la sospensione da 1 a 3 mesi.

"L'importante era inserire nel Testo unico sulla scuola il divieto di fare 'propaganda politica o ideologica' per i professori". Per quanto riguarda le sanzioni queste dovranno essere contenute poi in dettaglio in un provvedimento attuativo della legge. La propaganda politica" -secondo garagnani- "non può trovare tutela nel principio della libertà dell'insegnamento enunciato dall'Articolo 33 della Costituzione. Un conto infatti è tutelare la libertà di espressione del docente, un'altra è quella di consentire che nella scuola si continui a fare

impunemente propaganda politica". E sarebbero molti i casi in cui i professori oltrepassano questo limite; per Garagnani accade soprattutto in Emilia Romagna, tra i professori iscritti alla Cgil".

Per Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil si tratta di una proposta "delirante" ed ha aggiunto che "gli insegnanti educano, non inculcano".

Per la Rete degli Studenti il governo ha paura della scuola pubblica e del libero pensiero che questa insegna. Quello di Garagnani è un ulteriore attacco alla libertà di espressione.



"È chiaro che in un Paese che è stato cresciuto negli ultimi vent’anni sotto gli insegnamenti del Berlusconismo, la presenza di luoghi ancora pubblici, liberi e democratici come le scuole, fa molta paura.

È per questo che si cerca in tutti i modi di distruggere i luoghi della formazione, da un lato con tagli e riforme scellerate, dall’altro con un tentativo costante di imbrigliamento e censura, come abbiamo visto sui libri di testo e ora sugli insegnanti, e come se non bastasse, con un mensile attacco verbale da parte del Presidente del consiglio, che non perde occasione per screditare l’istruzione pubblica nel nostro Paese.

Non possiamo accettare che le scuole pubbliche oltre ad essere in condizioni fatiscenti, de finanziate, sempre più limitate e sfavorite rispetto all’istruzione privata, vengano sottoposte anche ad un sistema di controllo e censura.

Crediamo che la scuola serva per creare dei cittadini con coscienza critica, capaci di giudicare e ragionare e per far questo il principio della libertà di insegnamento e di espressione è essenziale.

La scuola pubblica Italiana, nonostante ciò che pensa Berlusconi, non inculca. Evidentemente è proprio questo che questo governo non vuole accettare, avere un luogo in questo Paese che sfugge alle grinfie del re e della sua corte
" conclude il comunicato della Rete degli Studenti.

Ha ragione Garagnani o si tratta di una proposta "delirante"?

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