Accento e apostrofo: la guida per non sbagliare

Quando si mette l’accento? Quando serve l’apostrofo? La guida per evitare errori di italiano con i consigli dell’Accademia della Crusca

Accento e apostrofo: la guida per non sbagliare
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COME NON SBAGLIARE ACCENTO E APOSTROFO

Quando si usa l'accento e quando l'apostrofo? Quando non si usa nessuno dei due? La guida per non sbagliare!
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Si scrive con l'accento o con l'apostrofo? Se anche tu, ti sei posto questa domanda almeno una volta e hai fermato la penna appena in tempo (si spera!) per evitare di commettere un tragico errore di italiano, allora sei nel posto giusto. In questa guida abbiamo riadattato per te in forma più semplice alcune delle direttive dell’accademia della Crusca (e non solo): alla fine non avrai più dubbi ed eviterai brutti voti (e figuracce inenarrabili!)

Hai paura di sbagliare? Ecco la guida completa

A COSA SERVE L'ACCENTO? A COSA SERVE L'APOSTROFO?

  • L'accento serve sostanzialmente a differenziare nel senso e nella forma le parole che in Italiano si definiscono omografe, ovvero scritte in modo identico, ma con significato differente: e/è, la/là, ne/né e così via.
  • L'apostrofo, invece, serve a segnalare elisioni (un'amica / all'estero / quell'uomo) e troncamenti (un po' / va' via).

PO, FA, DA, NE: CON L’ACCENTO O CON L’APOSTROFO?

  • Po. Di per sé, la parola così scritta indica un nome proprio: il Po è infatti un noto fiume del Nord Italia. Ma se volessimo indicare una piccola quantità di qualcosa, come dovremmo scriverlo? Con l'accento o con l'apostrofo?
    La risposta è: con l'apostrofo. Po', infatti, non è altro che frutto di troncamento da po(co): caduta la seconda sillaba, si segnala la sua mancanza con l'apostrofo.
  • Fa. Il fa non è altro che una delle sette note musicali oltre che la terza persona singolare dell'indicativo presente del verbo "fare". Ma se volessimo intimare a qualcuno di fare qualcosa, come dovremmo scriverlo? 
    La risposta è di nuovo: con l'apostrofo. infatti, per quanto diffusa, è una forma assolutamente errata. Fa', con l'apostrofo, è quella corretta. Il perché è facile: l'apostrofo segna la caduta della i di Fa(i) all'interno della parola.
  • Da. Il caso qui è diverso. la parola, così com'è, infatti esiste e indica una preposizione semplice. Esistono però altre due forme, entrambe corrette ma dal significato diverso, una con l'accento e una con l'apostrofo.
    è infatti indicativo presente del verbo dare, mentre da' è un imperativo: l'apostrofo segna ancora una volta la caduta della i: da(i).
  • Ne è una particella pronominale, ma con l'accento diventa negazione. Attenzione però: in Italiano esistono due tipi di accenti, grave e acuto. In questo caso la forma giusta non è nè ma .

ACCENTO E APOSTROFO: ESEMPI

Ecco un piccolo schema riassuntivo che può aiutarti a non perdere la bussola tra accenti e apostrofi:

  • Quando si usa l'apostrofo
    Forme imperative: Da', Di', Fa', Va', Sta'
  • Quando si usa l'accento
    Avverbi di luogo: Là, Lì
    negazione:
    Pronomi:
    Alcuni verbi: (indicativo presente "dare")
    Parole omografe plurisillabe: puoi disambiguare la parola se credi che il contesto lo richieda. Esempi: prìncipi / princìpi, sùbito, subìto
  • Quando non si usa l'accento
    L'accento non si usa mai su alcuni monosillabi: Qui, Fu, Sa, Su
  • Quando non si usa l'apostrofo
    In Qual è non è avvenuta un'elisione ma un troncamento. L'apostrofo non è necessario.

ACCENTI E APOSTROFI: GUIDA ALL'USO

Per renderti le cose ancora più facili, inoltre, noi di Studenti.it abbiamo semplificato e schematizzato alcune delle indicazioni in materia fornite dall’Accademia della Crusca.

In questo modo avrai a tua disposizione delle regole affidabili e allo stesso tempo semplici da capire e da ricordare. Cosa aspetti? Sfoglia la gallery e, se ne hai bisogno, stampa le immagini di cui è composta: sono perfette come bigliettini da portare sempre con te nei momenti di emergenza!

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