Scienza e fede: tema argomentativo

Tema argomentativo su scienza e fede oggi: come impostare una riflessione a partire da autori noti. Commento personale

Scienza e fede: tema argomentativo
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SCIENZA E FEDE

Galileo Galilei di fronte al tribunale dell'Inquisizione
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Affermazioni sul piano scientifico circa il modo in cui la creazione, o la produzione della realtà esistente sono avvenute possono essere dettate da varie correnti di pensiero, principalmente due: tutto è da sempre uguale per il fissista, tutto è in cambiamento per l'evoluzionista. Del resto anche Darwin credeva in Dio creatore e, sempre del resto, Giovanni Paolo II, ha detto pubblicamente che l'evoluzionismo, come tale, è qualcosa di più di una semplice teoria.

Il Papa stesso disse, nella Lettera enciclica Fides et ratio ai vescovi della chiesa cattolica, che gli scienziati stanno apportando grandi conoscenze all'umanità e che questi vanno esortati a proseguire nei loro sforzi affiancandosi costantemente ai valori filosofici ed etici che sono parte della natura umana.

SCIENZA E FEDE RIFLESSIONE

In un clima sottoculturale in cui si dà credito a maghi e oroscopi, non è strano che chi si richiama alla scienza e alla ragione venga considerato un arido positivista insensibile al mistero. Ma il mistero - delle cose ultime e di quelle d'ogni giorno, dell'universo fisico e di quello mentale, degli interrogativi metafisici e delle ambiguità della vita e del nostro cuore - non ha nulla a che spartire con le buffonate falsamente ieratiche di chi fa buio nella stanza affinché, non vedendo nulla, si creda che vi sia nascosto chissà quale fantasma tenebroso.

Non solo la scienza, anche le grandi religioni sono chiare e razionali, perché insegnano a distinguere fra ciò che può essere dimostrato razionalmente e ciò che invece può essere solo oggetto di fede e quindi - si sia o no credenti - non pasticcia e non offende la ragione.

È fedele al mistero chi, pur sapendo di non poterlo veramente mai dissipare e spiegare sino in fondo, continua a cercare di capirlo e ad indagarlo, con quella ragione che, secondo il Vangelo, si è fatta carne ossia è la presenza del divino. La scienza, che indaga tutto ciò che non è ancora conosciuto cercando di capirne le leggi, è l'unico atteggiamento legittimo dinanzi al mistero, anche per il credente.

Sicuramente Dante può essere posto tra gli autori che ci hanno efficacemente dimostrato, attraverso l'espiazione dei peccati capitali, nella Divina Commedia, quanto fragile, precaria, condizionata sia la nostra ragione; quanto facilmente essa sia insidiata dall'ansia, dal pregiudizio, dallo stato d' animo, dalla debolezza fisica, dalla malattia, e quindi soprattutto che essa è in realtà solo una piccola e fievole luce che se viene a mancare, non ci si accorge più neanche del buio.

Basti pensare all'episodio, riportato nel secondo canto del purgatorio, in cui Dante, ricordandosi dei bei tempi, prega Casella, suo amico e abilissimo cantore, di intonare una canzone che dia sollievo alla sua anima affannata dal viaggio attraverso l'Inferno. Casella intona quindi una canzone del Convivio, Amor che ne la mente mi ragiona, con tale dolcezza che tutti rimangono estasiati ad ascoltare, ma all'improvviso irrompe Catone a rimproverare le anime e a spronare verso il cammino di redenzione loro, ma implicitamente anche Dante.

Affichè non si perda la ragione, dice Arber, il primo a sedere alla presidenza della Pontificia accademia delle scienze, si deve cercare di mettersi nell'ottica della collaborazione.

SCIENZA E FEDE GALILEO

Egli dice di non aver mai sperimentato una contraddizione tra l'essere scienziato e credere nelle verità del cristianesimo, ma che le sue intuizioni scientifiche hanno sicuramente in qualche modo influenzato la sua fede e che comunque ci sono dei fenomeni che egli non riesce ancora a spiegarsi.

Galilei aveva ben intuito che quest’operazione era estremamente pericolosa, perché, una volta andato in crisi il modello scientifico di riferimento, rischiava di venir meno anche la fede, che ad esso si appoggiava. Quello che egli aveva ben compreso è che scienza e fede sono due orizzonti di sapere separati, due sguardi diversi sul mondo, indipendenti tra di loro ed entrambi plausibili.

Il punto di scontro tra Galilei e la Chiesa si ebbe quando venne pubblicato Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

La teoria copernicana, l’eliocentrismo e molti degli argomenti di fisica introdotti per difenderla erano in completo disaccordo con gli assunti aristotelici che costituivano l’orizzonte culturale della stragrande maggioranza dei dotti di quel tempo.

Le correnti illuministiche anticlericali del '700 e quelle ottocentesche contrarie al Papato hanno fatto del caso Galilei un potente argomento per dimostrare che la Chiesa è "oscurantista", cioè avversa per natura al progresso scientifico. La vicenda dell'anziano scienziato, processato perché sosteneva l'eliocentrismo contro il geocentrismo, ha pesato come un macigno sui rapporti tra scienza e religione, creando per secoli la convinzione che fossero effettivamente incompatibili.

L'Illuminismo sceglie un orizzonte in cui l'uomo ha il compito di essere utile, concretamente utile agli altri.

Al tempo stesso egli non vive più drammaticamente il conflitto tra anima e corpo, come per esempio faceva Epicuro. Ora l'uomo si riconosce, senza pudore, come un essere di carne e sangue, integrato nella natura che lo circonda, mosso da desideri e impulsi che non hanno in sè nulla di riprovevole.

I grandi pensatori del Seicento, come Descartes e Spinoza, per esempio, meditavano su Dio; per essi la conoscenza dell'essere divino costituisce il principio supremo della conoscenza, dal quale derivano tutte le altre certezze.

Nel pensiero del Settecento, invece, il centro si sposta: come hanno insiegnato Newton e Locke, bisogna concentrarsi sul mondo dei fenomeni, rinunciando ad inabissarsi nelle sterili speculazioni circa inafferrabili sostanze ed essenze.

SCIENZA E FEDE OGGI

La nostra cultura è oggi insidiata da due idee contrapposte ma complementari. Da un lato c'è un riduttivo, falso materialismo; dall'altro lato c'è, altrettanto volgare, un fumoso atteggiamento spiritualeggiante ugualmente convinto. Materia e spirito sono due facce della medesima medaglia, della persona umana.

Il Cristianesimo, in particolare, consiste nell'incarnazione di Dio, lo spirito per eccellenza che si fa carne e quindi sinapsi, neuroni e tutto il resto. L'angoscia spirituale di Gesù nel Getsemani diventa sudore, sangue rappreso, realtà fisiologica indissolubile da ciò che egli prova nel cuore e che - per il cristiano - è la sostanza stessa della redenzione.

Oggi è necessario ripristinare questa consapevolezza, . C' è poco da sperare in un mondo in cui l'oroscopo tende a sostituire sia il Vangelo sia le leggi della fisica, grazie alle quali - come dice Hawking - si potrebbe già spiegare l'esistenza dell'universo, senza l'esistenza di una mano esterna, il «Dio orologiaio» di Newton. Ovviamente pure gli scienziati devono fare la loro parte, rendendosi disponibili a rispondere con umiltà e chiarezza anche a domande sbagliate, anziché liquidarle con fare saccente.

La poesia non è meno precisa e rigorosa della scienza: «La bocca mi baciò tutto tremante» è una grandissima espressione poetica ed è un'espressione non certo meno esatta di una descrizione di ciò che avviene quando due persone innamorate, come Paolo e Francesca nell'Inferno dantesco, si baciano, trasmettendo messaggi che corrono tra le mucose delle loro labbra e il loro cervello, i loro pensieri, la loro fede. Il verso dantesco ci dice con precisione tutto questo, anche se lo dice in altro modo e ancor più a fondo, perché lo connette col senso di tutta l'esistenza.

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