L'esercizio economico
Le norme e gli schemi di costruzione da rispettare ed eseguire per un buon funzionamento dell'esercizio economico
Argomenti trattati: Norme di legge - Schema di costruzione dell’esercizio economico -
Norme di legge
Qual è, in generale, l’orientamento accolto dalla prassi in conformità a quanto disposto dalle norme di legge?
- in base al principio di prudenza, si imputano all’esercizio i componenti positivi di reddito che
possono considerarsi realizzati, per i quali, cioè, si è già perfezionata l’operazione di scambio;
- in caso di sostenimento di costi nel corso del periodo amministrativo correlati o correlabili a ricavi di esercizi futuri, prevale (con qualche eccezione, fondamentalmente rappresentata dalle commesse pluriennali) la logica dello storno e del rinvio dei costi.
Ben si comprende come l’esercizio economico non sia qualcosa che preesiste alla redazione del bilancio, quasi che gli amministratori debbano solo prenderne atto: esso si costruisce proprio in sede di redazione del bilancio, e si fonda necessariamente su ipotesi, previsioni,
presunzioni e astrazioni.
In termini generali, nel momento di redigere il bilancio di un determinato esercizio, ad esempio quello chiuso il 31/12/2001, verranno inclusi nella costruzione dell’esercizio taluni valori relativi a fatti di gestione occorsi in periodi amministrativi diversi da quello in esame; per contro, valori relativi a fatti di gestione esterna avvenuti nel corso dell'anno 2001 verranno rinviati alla formazione dei successivi esercizi economici.
Schema di costruzione dell’esercizio economico
Sotto il profilo tecnico, si è detto, la costruzione dell’esercizio si attua (al termine del periodo amministrativo) attraverso una serie ragionata di rettifiche delle variazioni di esercizio rilevate durante il periodo amministrativo.
In particolare, gli Autori che hanno approfondito il sistema del reddito distinguono fra:
a) rettifiche di storno e di rinviodi componenti di reddito rilevati durante il periodo amministrativo, ma ritenuti di pertinenza di esercizi economici futuri;
b) rettifiche di imputazione e integrazione, atte a ricondurre all’esercizio di competenza componenti reddituali aventi manifestazione numeraria in periodi amministrativi antecedenti e successivi a quello in esame.
Nella successione dei bilanci di esercizio i valori su a) e b) collegano “i risultati di ciascun esercizio con quelli di esercizi anteriori o successivi”.
Si noti che effettuare le operazioni di rettifica produce un duplice effetto:
- si realizza la correlazione economica fra costi e ricavi di esercizio
- si determina congiuntamente il capitale di funzionamentodell’azienda.
Ad esempio, la valutazione delle rimanenze di materie prime alla data di riferimento del bilancio da un lato rettifica in modo indiretto e indistinto i componenti di reddito dell’esercizio rilevati durante il periodo amministrativo, dall’altro individua un componente attivo del capitale di funzionamento al termine del periodo amministrativo.
Esaminando in modo particolare gli elementi costitutivi del bilancio di esercizio di diretta derivazione contabile, la tavola del risultato economico espone la sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito, dal cui confronto – secondo molteplici strutture – deriva il reddito di esercizio.
La tavola dello stato patrimoniale, invece, rappresenta – anche in questo caso secondo molteplici strutture - la composizione del capitale di funzionamento alla data di riferimento del bilancio di esercizio.
Con riferimento alla combinazione produttiva gli elementi del capitale di bilancio rappresentano condizioni di svolgimento futuro dei processi di produzione: in particolare, i valori non numerari sono immediatamente riferibili a “correlazioni economiche in atto”.
Con la precisazione che “il patrimonio da bilancio non è il patrimonio dell’azienda ma una sua espressione monetaria condizionata allo scopo” di determinare il reddito di esercizio.
Ciò è incontrovertibile se si muove dalla constatazione che “valori patrimoniali non contabilizzati (come contratti commerciali pluriennali e linee di credito presso banche) oppure non contabilizzabili (come l’esperienza del personale o la puntualità nei pagamenti)” vengono espressi indirettamente nel bilancio di esercizio soltanto attraverso “la gestione dei valori del patrimonio di azienda”, da cui si originano nel tempo i flussi di costi e di ricavi.
Riprendendo quanto detto in precedenza, ben si comprende che ogni rettifica di storno e di rinvio trova SEMPRE adeguata rappresentazione nel Conto Economico (ove confluiscono costi e ricavi di esercizio) e nello Stato patrimoniale (ove viene rappresentato il capitale di funzionamento).