San Valentino: 7 campanelli di allarme per scoprire se la tua è una relazione tossica

Sai cos'è una relazione tossica? E sapresti riconscerla se ne stai vivendo una? In occasione di San Valentino, la festa degli innamorati, facciamo un fous sulle relazioni tossiche. Ecco 7 possibili campanelli d'allarme da non sottovalutare

San Valentino: 7 campanelli di allarme per scoprire se la tua è una relazione tossica
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Amore tossico e narcisista

Sebbene negli ultimi tempi le espressioni “narcisista” e “tossico” abbiano preso sempre più piede, a volte in maniera imprecisa, è molto importante saper riconoscere i segnali di un rapporto malsano e trovare il coraggio di parlarne con un esperto. Alla vigilia di San Valentino, Serenis, centro medico di psicoterapia online, con l’aiuto del direttore clinico Federico Russo, ha individuato alcuni comportamenti da non sottovalutare, senza cadere nella diagnosi “affrettata”

Chi sono e cosa fanno i narcisisti?

Le persone narcisiste sono individui che hanno una forte tendenza a porsi al centro dell'attenzione, a sentirsi superiori rispetto agli altri e a percepire un bisogno costante di conferme da parte degli altri. Questo atteggiamento è spesso associato a un'alta opinione di sé e a una scarsa capacità di empatia verso gli altri. Spesso cercano di controllare gli altri e di manipolarli per ottenere ciò che vogliono, e possono essere molto competitivi e intransigenti. Inoltre, a causa del loro bisogno di conferme costante, sono molto sensibili alle critiche e ai giudizi degli altri.

Nelle relazioni personali, i narcisisti sono molto difficili da gestire: si tratta di individui egocentrici e privi di empatia verso gli altri, che usano per soddisfare i propri bisogni e non esitare a ferirli o a tradirli per ottenere ciò che vogliono. In generale, le persone narcisiste possono causare molti problemi nella vita degli altri.

San Valentino, la festa degli innamorati

A febbraio i riflettori sono puntati su San Valentino, la festa degli innamorati, una ricorrenza che risale al 496 e che prende il nome dal santo Valentino di Terni che, secondo tradizione, avrebbe donato a una giovane donna la somma di denaro necessaria a procurarsi la dote per il suo sposalizio, diventando così il protettore degli innamorati. Ma l’amore, quello da celebrare e augurare, si costruisce su solide basi di fiducia e rispetto delle libertà altrui, elementi che, se vengono meno, possono trasformare un rapporto sano in malsano e abusivo.

Come scoprire se stai vivendo una relazione tossica
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Sempre di più, anche a causa della maggiore attenzione rispetto a questi temi da parte della società e degli esperti, hanno preso piede termini ed espressioni come “tossico” e “narcisista”, in riferimento sia alla relazione in cui ci si trova che al/la proprio/a partner. Eppure, bisogna fare molta attenzione all’utilizzo improprio di queste terminologie, che hanno un significato ben preciso e che si riferiscono a disturbi diagnosticabili che possono inficiare in maniera deleteria un rapporto di coppia se non si interviene.

I 7 campanelli d'allarme di comportamenti tossici e narcisisti in una relazione

Federico Russo, direttore clinico di Serenis
Fonte: ufficio-stampa

Ma come capire se si è in un rapporto tossico e a quali aspetti fare particolare attenzione? Interviene su questo punto Serenis, centro medico di psicoterapia online, che attraverso il contributo del suo direttore clinico Federico Russo ha redatto una lista di comportamenti e tendenze da non sottovalutare, soprattutto se si teme di trovarsi in una relazione malsana, senza rischiare di cadere in diagnosi inappropriate, che spettano a un professionista.

Comunicazione

Il tipo di comunicazione può rappresentare un primo segnale d’allarme. I comportamenti di invalidazione delle emozioni, di gaslighting, di svalutazione, soprattutto se rigidi e persistenti nonostante le discussioni volte a un loro cambiamento, possono suggerire l’esistenza di una persona chiusa, indisponibile alla discussione, a cui importa solo di sé, del proprio benessere e non dell’altra persona.

Controllo

La tendenza di uno, o entrambi i partner, al controllo dell’altro, spesso è ciò che definisce la relazione come tossica. Controllare i messaggi, gli spostamenti, i like ai post, il numero di followers - magari conteggiati prima o dopo un litigio dovuto a dubbi di tradimento -, sono azioni volte a controllare l’altra persona e ad assicurarsi che si conformi all’idea di amore di uno dei due individui. Questa idea di amore però può essere troppo rigida, utopistica, irrazionale, fino ad avvicinarsi al delirio, come nella gelosia definita ossessiva.

Manipolazione

Un altro aspetto rilevante è la manipolazione e la più nota negli ultimi anni è proprio il gaslighting. Si tratta di una serie di espedienti sottili, volti a svalutare l’altra persona, invalidarne le emozioni, manipolarne persino i ricordi fino a farle credere che si sia inventata tutto o abbia esagerato. Si può, di questo passo, arrivare a vivere una relazione tossica in maniera traumatica e sviluppare così sintomi da stress post-traumatico.

Svalutazione

Su questa scia, il fatto che i propri bisogni non vengano ascoltati ma anzi ridicolizzati, negati e sminuiti è un altro indizio che depone per un tipo di relazione abusante da un punto di vista psicologico. L’atteggiamento critico e svalutante di una persona rispetto all’altra è infatti un serio campanello d’allarme, che può portare uno dei due a sentirsi inferiore, nutrendo un sentimento di inadeguatezza che può sfociare in stress e sopraffazione.

Isolamento e rinuncia

Spesso, per non indisporre il partner, si finisce per accettare condizioni o capricci dettati in realtà da comportamenti manipolatori e di controllo, che man mano portano la vittima a isolarsi dalle amicizie, a rinunciare alla propria privacy o addirittura alle proprie passioni o sogni. Si vive così uno stress continuo che invade la quotidianità e fa stare sulle spine, con la costante apprensione di fare qualcosa di sbagliato o provocare reazioni spiacevoli nell’altro/a.

Abuso

Il controllo può assumere forme di vero e proprio abuso. Al di là della più evidente violenza fisica, sono ormai tristemente noti degli schemi di comportamento psicologicamente abusanti, che si mettono in atto per assoggettare l’altra persona al proprio volere e renderla conforme alle aspettative. L’autore di questi comportamenti abusanti, la maggior parte delle volte, è identificato in narcisisti uomini, ma non bisogna cadere in una narrazione stereotipata perché non sono le uniche persone a mostrare tratti narcisisti o comportamenti abusanti e manipolatori.

Disturbi psicologici

A complicare la situazione, c’è la possibilità che a incastrarsi con questi comportamenti siano persone con tratti di personalità borderline. A livello statistico e diagnostico, non ci sono differenze sostanziali tra uomini e donne, ma a livello clinico si tende ad assistere a una prevalenza di donne con tratti borderline che arrivano in terapia, coinvolte in relazioni tossiche con uomini dai tratti narcisistici. È molto raro vedere questi ultimi in terapia: può accadere laddove, a una certa età, le conseguenze negative dei loro comportamenti li hanno nel tempo portati a perdere persone significative, o a incorrere in guai legali, e per questo a cercare aiuto.

L’importanza di non semplificare e non confondere il bisogno con la dipendenza

Si fa presto, tuttavia, a parlare di carnefici narcisisti e vittime borderline. Una tale semplificazione della realtà rende più facile identificare sé o l’altra persona in queste diagnosi e lasciare che sia questo a spiegare il tutto. Difficilmente, però, la realtà è così netta ed è probabile che una persona abbia dei tratti di personalità che si avvicinano a quelli narcisistici o borderline, senza però configurarsi in un disturbo di personalità. L’apprezzamento, infine, non è un bisogno di per sé patologico, ma può diventarlo. A chiunque fa piacere vedersi riconosciute delle qualità, ma ciò non implica una dipendenza, né porta a maltrattare il partner che non rivolge elogi. Allo stesso modo, la gelosia e la paura dell’abbandono sono comuni alla maggior parte delle persone, non solo a chi ha tratti borderline, e ciò non rende una persona automaticamente borderline.

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