Saggio breve sul degrado ambientale

Saggio breve sul degrado ambientale: come si svolge un saggio breve sul tema dell'inquinamento, completo di spunti e riflessioni

Saggio breve sul degrado ambientale
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SAGGIO BREVE SUL DEGRADO AMBIENTALE

Saggio breve sul degrado ambientale
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Il tema sul degrado ambientale è uno dei più assegnati negli ultimi anni, complice il cambiamento climatico, il dibattito pubblico e le manifestazioni mondiali degli attivisti di Fridays For Future. Se anche il tuo prof ti ha assegnato un saggio breve sul degrado ambientale, di seguito troverai il tema svolto da cui puoi prendere spunto per il tuo. 

SAGGIO BREVE SUL DEGRADO AMBIENTALE: SVOLGIMENTO

In questi ultimo periodo chiunque, ascoltando il telegiornale o parlando con i conoscenti, avrà affrontato un problema allo stesso tempo grave ed imponente perché la specie umana riesca a sopravvivere bene anche in futuro: il degrado dell’ambiente.
Ma, a differenza di quanto si possa pensare, non tutti sanno cos’è l’ambiente. La risposta più semplice ed immediata potrebbe essere “La natura” oppure “Il verde che ci circonda”, ma in realtà dietro tutto ciò si cela una realtà ben più complessa e della quale l’uomo deve rispettare le regole. L’ambiente è qualcosa che funziona insieme, un organismo, nel quale un singolo intervento locale ha conseguenze sull’intero sistema, poiché i vari elementi sono collegati tra loro da una stretta rete di relazioni; se si rompe questo equilibrio o il sistema viene distrutto o si crea un nuovo equilibrio.

IL RUOLO DELL'UOMO

Anche l’uomo svolge un ruolo in questa interazione; la qualità della vita è infatti influenzata per buona parte dall’ambiente in cui l’uomo vive e alle caratteristiche che questo ha, adatte o non alla sopravvivenza della specie umana. Spesso gli uomini operano interventi locali che rovinano in modo irreparabile gli ecosistemi.

IL PROGRESSO

In questi ultimi due secoli il progresso ha influito pesantemente sull’ambiente, modificandolo o alterandolo con conseguenze anche drammatiche per la stessa sopravvivenza della specie umana; si è passati ad un mondo costituito per di più di cemento che di “verde”. Il degrado ambientale, infatti, è strettamente collegato al degrado della vita di tutti gli esseri viventi, uomo compreso. Il problema è complesso, molto più di quanto non sembri a prima vista, poiché fa capo a un duplice squilibrio: quello del rapporto uomo-natura e quello tra popoli avanzati tecnologicamente e popoli arretrati o in via di sviluppo. Fin dalla propria comparsa sulla Terra l’uomo ha segnato profondamente l’ambiente con la sua presenza per creare le condizioni della propria sopravvivenza e del proprio benessere. Per far ciò, ha però disboscato foreste, messo a coltura i terreni, spianato alture, addomesticato e ucciso animali; man mano il “progresso”, la scienza, la “tecnologia” gli hanno fornito strumenti sempre più potenti ed efficaci per piegare la natura alle proprie esigenze. Tutto questo ha avuto un prezzo: più sofisticati si facevano gli strumenti del progresso, più alto diveniva il prezzo da pagare, fino alle drammatiche conseguenze che vediamo ogni giorno ai telegiornali e che rischiano di trascinarci in una catastrofe irreversibile.

La natura è per l’uomo una fonte di sentimenti e forti emozioni. Tutti ci saremmo messi a fantasticare osservando il sole sorgere, o la luna brillare nel cielo buio circondata dalle stelle lucenti che sembrano quasi ballarle attorno. Oppure osservare le rondini volare nel cielo azzurro vicino al sole splendente, quasi giocassero a prendersi l’un l’altra, o la sera quando in gruppo volano a cercare un riparo più caldo. O ancora osservare il mare illuminato dalla luna, o un cavallo correre libero in mezzo alla verde prateria. Queste e ancora altre sono le immagini che rischiamo di perdere per sempre se non cercheremo di rispettare un po’ di più l’ambiente

Ma non sempre è l’uomo a danneggiare l’ecosistema. Spesso terremoti ed alluvioni alterano in modo irreversibile l’ambiente e l’uomo non può far altro che stare ad osservare tutto, impotente di fronte a calamità di questa portata. Se facciamo con la mente un salto nel passato ci possiamo ricordare dell’eruzione del vulcano Vesuvio sulle città di Pompei ed Ercolano, i cui danni sono tuttora visibili; tutti i calchi degli uomini e che dormivano tranquillamente, inconsapevoli della tragica fine che avrebbero fatto di lì a poco. Ma per non tornare troppo indietro si può pensare ai terremoti in Umbria avvenuti nel 1997 che hanno distrutto le case delle famiglie che ora vivono nei container. Oppure l’alluvione dell’anno scorso in Piemonte causata dalla rottura degli argini del Po; le sue acque hanno sommerso e riempito di melma i paesi piemontesi. Non di rado sui giornali leggiamo di frane sulle Alpi, vicino ai passi montagna o di valanghe che riescono a spegnere vite umane.

Ma attualmente il problema dell'inquinamento ha assunto proporzioni drammatiche. Prima l'estensione delle zone contaminate era molto modesta rispetto alla superficie terrestre. Ora, invece, sta per raggiungere tutto il pianeta. Può darsi che anche in passato, alle foci di alcuni fiumi, ci fossero zone inquinate dai rifiuti industriali. Senza dubbio, però, appena ci si allontanava dalla riva, il mare appariva in tutta la sua purezza. Stiamo avvelenando tutta la Terra. Non ci sarà più uno spazio libero per farvi una riserva di vita e di salute. 

La degradazione dell'ambiente è, ormai, uno degli aspetti caratteristici della nostra civiltà. L'umanità si autodistrugge. Ci vuole un grande sforzo di immaginazione per capire l'inquinamento in tutta la sua gravità, sia per le conseguenze che comporta per il futuro della nostra civiltà sia per i cambiamenti che dovremo fare. Oggi scopriamo che la natura non è un bene inesauribile, al contrario è un bene di cui vi è molta scarsità e non è affatto gratuito. Per proteggerlo bisogna spendere molto, sempre di più. Un bene caduco e non eterno perché fragile; che può sparire portando con sè, nella sua estinzione, tutta l'umanità.

 

CONCLUSIONE

Bisogna quindi mettersi in una posizione assai diversa da quella che ci è stata imposta negli ultimi due secoli: per cui si è avuto un culto per il progresso scientifico e tecnico, una grande fiducia nei vantaggi della urbanizzazione e addirittura entusiasmo per il progresso industriale. Tutte le preoccupazioni dell'umanità dovrebbero concentrarsi sulla ricerca di nuovi metodi e di nuove tecniche che permettessero il progresso dell'uomo senza recare danno all'ambiente naturale. Se si orientasse la capacità creativa dell'uomo verso la ricerca di tecniche per la conservazione dell'ambiente, riusciremmo a risolvere questi problemi.

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