Rustico e Alibech: trama, analisi e personaggi della decima novella della terza giornata
Indice
1La novella di Alibech (Dec. III, 10)
«Alibech divien romita, a cui Rustico monaco insegna rimettere il diavolo in Inferno: poi, quindi tolta, diventa moglie di Neerbale».
2Rustico e Alibech: introduzione
Una canzone di Franco Battiato dice così: «Felici i giorni in cui il fato ti riempie di lacrime ed arcobaleni / della lussuria che tenta i papaveri con turbinii e voglie / Chissà perché avrò abdicato con te riproverei /Per capriccio gioco per necessità / Mi divido così tra astinenza e pentimenti /tra sesso e castità». E sesso e castità sono proprio gli argomenti di questa novella che ha per protagonista la bella e ingenua Alibech e il “romito” (l’eremita) che si mette alla prova «tra sesso e castità».
Neifile è la regina della Terza giornata e propone come tema della giornata l’industria (per Boccaccio l’ingegno, l’intelligenza) necessaria per raggiungere ciò che fortemente si desidera. Quasi tutte le novelle ruotano sulla tematica erotica, il massimo godimento del corpo, che va ad intrecciarsi alla tematica religioso-ecclesiastica: «tra sesso e castità», appunto, come canta Battiato (X stratagemmi, 1).
Infatti i principi morali della Chiesa vietano il godimento fine a sé stesso, ma l’eros è una forza naturale che travolge l’uomo e lo rende desideroso; tuttavia questo desiderio primordiale viene soggiogato o dalla morale o dall’interesse. Alibech, libera e ingenua, ci insegna che questa forza non può e non deve essere repressa e si manifesta nell’uomo e nella donna, ad ogni livello sociale, senza alcuna distinzione di classe.
3Rustico e Alibech: trama della decima novella della terza giornata
Alibech è la bellissima figlia d’un mercante. Presa da un impeto mistico, chiede quale sia il modo migliore per servire Dio seguendo la fede cristiana. Le viene risposto che gli eremiti del deserto della Tebaide rappresentano, da questo punto di vista, l’esempio da imitare.
Ella si mette allora in marcia verso quella regione, dove è dapprima “rifiutata” da molti eremiti, che temono di non saper resistere alla tentazione della carne, ma infine è accolta dal monaco Rustico, il quale vuole invece mettere alla prova la saldezza delle proprie convinzioni.
Il frate non riesce tuttavia a resistere e finisce per sedurre la giovane, servendosi di un abile stratagemma linguistico: le dice che non c’è miglior modo di servire Dio che rimettere il diavolo in Inferno alludendo esplicitamente all’atto sessuale, approfittando della totale ingenuità della ragazza. Le prime volte Alibech, infatti, non comprende bene il piacere di questa speciale “incarcerazione nell’inferno”, dopodiché, sempre più convinta di servire Dio e la Chiesa nel “rimettere il diavolo nell’inferno”, comincia lei stessa a chiedere all’eremita Rustico di fare il suo dovere. Ansi si domanda come mai, se il diavolo sta bene nell’inferno, se ne esce sempre e poi ha voglia di tornarci… A un certo punto l’eremita non ne può più: essendo anziano non può soddisfare tante richieste delle giovane.
A questo punto alcuni avvenimenti imprevisti modificano la vicenda di Alibech. L’intera famiglia di Alibech perisce in un incendio così che Alibech diventa erede universale dei beni familiari. Al contempo un concittadino di Alibech, il giovane Neerbale, va in rovina e, per mettere riparo alle sue finanze, si pone alla ricerca della ragazza per sposarla e diventare co-possessore dei beni di lei. Neerbale infine ritrova Alibech, la rapisce e la riporta in città. Alibech è sconfortata pensando che in vita non potrà più servire Dio e rimettere il diavolo nell’inferno. Si confida con un gruppo di donne, che scherzosamente la consolano: non c’è da preoccuparsi, «ché egli si fa bene anche qui».
4Analisi di Alibech e il romito
La decima novella è narrata da Dioneo il più mascalzone dei narratori del Decameron: Dioneo ama essere sboccato e dissacrante e dà mostra di ciò anche in questa novella una delle più rappresentative dell’eros boccacciano.
In questa novella l’erotismo, messo in relazione con il sacro, è considerato come una sorta di rito religioso, necessario al vivere bene. In una puntata di Scrubs, il protagonista John Dorian (J.D.) dice che «nessuno capisce l’importanza del sesso come uno che non lo fa» (riferendosi a sé stesso). Vale a dire – e almeno i personaggi di Boccaccio la pensano ugualmente – che bisogna cogliere le possibilità di gioire e godere con il proprio corpo, l’unico limite dell’uomo, ma anche l’unico tramite per cui possiamo dirci vivi e agire ed essere felici.
L’eros libero è rappresentato da Alibech, mentre il sesso appesantito dal moralismo, vissuto come senso di colpa, è rappresentato da Frate Rustico. C’è poi il sesso sottomesso a ragione di mercatura da parte di Neerbale che rappresenta un’ulteriore repressione alla libertà di questo atto. Questi sono i punti principali su cui occorre ragionare e che determinano tutto lo svolgimento della novella.
Fermiamoci un attimo di più su Alibech, di cui diremo poi oltre: lei comincia la sua scoperta della sessualità come se stesse compiendo una ricerca religiosa in chiave velatamente erotica, «non da ordinato desidero ma da un cotal fanciullesco appetito». Questo importante viaggio nella scoperta di sé ha qualcosa di sacro che Boccaccio sottolinea non solo con ironia, ma anche con saggezza di un amante della vita.
A livello linguistico la novella è una continua invenzione verbale, un funambolico gioco di parole da parte del narratore, Dioneo, e di frate Rustico, i quali ci propongono di continuo immagini, metafore e similitudini a sfondo osceno, dette non solo per creare un effetto di divertita ironia, ma anche per sottolineare che il sesso vuoi o non vuoi è sempre un tabù. Ecco alcuni giochi linguistici: «rimettere il diavolo in Inferno», «come star si dovesse a dovere incarcerare quel maledetto da Dio», «gli trassero sì la superbia del capo, che egli si stette volentieri in pace», «sì la bambagia del farsetto tratta gli avea» ecc. La parola e l’invenzione linguistica diventano in questa novella mezzi di sublimazione e di superamento del dissidio, tutto maschile, tra desiderio sessuale e freno d’ordine sociale e morale.
In questa novella, quindi, solo la donna vive la sessualità in maniera naturale: gli uomini, Rustico e Neerbale, sono invece scissi tra pulsione e repressione.
5I personaggi di Alibech e il romito
Alibech rappresenta l'eros nel suo aspetto più puro ed ingenuo. Scoperta la sessualità, Alibech la vive con estrema naturalezza e semplicità assoluta, senza alcuna limitazione morale o psicologica: «Rustico, io non so perché il diavolo si fugga di ninferno; ché, s’egli vi stesse così volentieri come il ninferno il riceve e tiene, egli non se ne uscirebbe mai: righe 80-82; il mio ninferno non lascia stare».
Frate Rustico rappresenta il sesso appesantito dal moralismo e quindi dal senso di colpa, di cui è simbolo. Abbiamo introdotto la novella con una canzone di Battiato, «Tra sesso e castità» (X Stragemmi, traccia 1). Riprendiamo proprio gli ultimi due versi: «Mi divido così tra astinenza e pentimenti / tra sesso e castità». Rustico è vittima di un moralismo vacuo e inutile che gli impedisce di godere del corpo in pienezza e si martira tra astinenza e pentimenti, proprio come canta Battiato.
La stessa metafora del rimettere il diavolo in Inferno è, a questo proposito, molto eloquente: deve trasformare un atto impuro – come a suo modo di vedere l’atto sessuale – in atto puro – cioè scacciare via il diavolo. Dunque la fisicità è peccato per il povero Rustico, mentre per Alibech, giovane e ingenua, è il piacere più grande sia per il corpo sia per lo spirito.
Tra i personaggi di Alibech e Rustico si interpone a tutti gli effetti Neerbale, altra variante del modo di vivere la sessualità: egli, rapendo Alibech per mero interesse economico, simboleggia la sottomissione dell’eros alla “ragion di mercatura”. Per sottolineare questo aspetto, ecco che la fanciulla giunge a Capsa e si rivolge alle donne, non avendo ancora fatto l’amore con Neerbale, e chiede se potrà ancora mettere “il diavolo nell’inferno”. Le donne, personaggio corale, la rassicurano: si mette in inferno bene anche lì da loro, stesse pure tranquilla.
6Guarda il video sulla novella del Decameron
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Domande & Risposte
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Chi era Alibech?
Alibech era la figlia di un mercante che incuriosita dalla fede cristiana si reca nel deserto della Tebaide per chiedere ad un eremita come si fa a servire Dio.
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Qual è il tema centrale della novella di Rustico e Alibech?
L'ingegno e l'intelligenza.
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A quale giornata appartiene la novella di Rustico e Alibech?
La decima novella della Terza giornata del Decameron.