Romecup 2018: Alen e la carrozzina che si guida col movimento della testa
Per la RomeCup 2018 Alen e i suoi compagni hanno progettato una carrozzina per persone con disabilità motoria. La particolarità? Si guida con la testa
ROMECUP 2018
Alen Ajam è al quarto anno dell’IIS Pacinotti-Archimede di Roma. È la prima volta che si impegna in attività extrascolastiche, e per iniziare ne ha scelta una decisamente non banale: una collaborazione con l’Università Campus Biomedico, che lo porterà a partecipare all’edizione 2018 della RomeCup, che si svolgerà a Roma dal 16 al 18 aprile.
ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Una collaborazione, quella col Campus, iniziata con un progetto di alternanza scuola-lavoro che ha visto protagonisti l’ingegner Fabrizio Taffoni, ricercatore presso il Campus e tutor esterno dei ragazzi, e una speciale carrozzina destinata a persone con ridotta capacità motoria. “Il progetto consiste nel prendere una carrozzina preesistente comandata con un joystick e sostituire quest’ultimo con un metodo di guida tecnologicamente più avanzato” racconta Alen, mostrando un prototipo in miniatura che contiene in sé tutte le funzionalità pensate per l’apparecchio originale. “La carrozzina sarà guidata col movimento della testa, rilevato tramite una fascia che conterrà dei sensori”.
Il robot presentato da Alen, che alla RomeCup gareggerà tra i Cobot, robot pensati per la riabilitazione, “ha alla base una scheda Arduino collegata con una motor shield, una scheda che permette il comando dei motori”. Sul retro è posto invece un sensore ad ultrasuoni, che permette di rilevare ostacoli e la loro distanza. Lo scopo? “Avvisare il conducente della carrozzina di eventuali ostacoli dietro di sé” spiega Alen.
ROMECUP RESCUE
Il prototipo, su cui ha lavorato un team di dieci persone* oltre ad Alen – “la squadra A della nostra scuola” precisa – è stato supervisionato a distanza da Taffoni, che dopo aver presentato la carrozzina elettrica alla classe ha controllato passo dopo passo lo sviluppo del prototipo, con videochiamate e visite in sede. È stato complicato lavorare insieme all’Università su un progetto del genere? Secondo Alen, solo in parte. “Ciò che mi ha facilitato l’entrata in questo progetto è il fatto di far parte di un team che è composto sia da informatici che da elettronici, che uniscono le forze per realizzare il progetto finale” spiega Alen, dopo aver illustrato un altro prototipo realizzato da due suoi compagni di scuola**: un robot che alla RomeCup gareggerà nella categoria Rescue, superando ostacoli e portando in salvo oggetti che nella vita reale rappresentano persone in carne e ossa.
“Il lato positivo della robotica” continua Alen “è la capacità di unire elettronica e informatica”. Ma, fra le due, Alen non ha dubbi: “Il mondo che mi ha sempre affascinato è quello della programmazione. Nonostante sia ancora al quarto anno, ho le idee chiare per quanto riguarda il mio futuro lavorativo” racconta. “Intendo continuare nel settore dell’informatica, anche se non so ancora se intraprendere gli studi universitari o buttarmi subito nel mondo del lavoro”. Ma in fondo, non c'è fretta: c’è ancora un anno di tempo per pensare al futuro.
*Il Cobot è stato realizzato dalla squadra A del Pacinotti-Archimede: Tatti, Di Buduo, Magliocchetti, Perilli, Di Bernardini, Colitto, Cambone, Datu, Greco, De Tomaso, Ajam
**Il Robot Rescue è stato realizzato da: Biscocho, Palma
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