Romanzo di avventura: storia, caratteristiche, autori e opere

Cos’è il romanzo di avventura? Storia e caratteristiche del genere letterario che appassiona il lettore grazie a racconti coinvolgenti e avventurosi. Ecco gli autori e le opere più rilevanti
Romanzo di avventura: storia, caratteristiche, autori e opere
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1Le caratteristiche del romanzo di avventura

Il romanzo di avventura: caratteristiche e struttura del genere.
Il romanzo di avventura: caratteristiche e struttura del genere. — Fonte: getty-images

Sin dalla sua nascita, databile nel XVIII secolo, il romanzo di avventura è stato uno dei più amati nell’ambito della narrativa occidentale. Il motivo del suo successo è semplice: esso tratta temi universalmente affascinanti, come quello del viaggio, quello delle peripezie che gli uomini devono affrontare e, infine, quello del coraggio che essi devono mostrare quando si trovano di fronte a situazioni che sfuggono al loro controllo. 

Gli avvenimenti, seppur straordinari, hanno spesso dei tratti di verosimiglianza, così da far immedesimare il lettore con i protagonisti di queste avventure che, pur prendendo le mosse dagli eroi dei poemi epici, presentano anche debolezze e fragilità capaci di renderli profondamente umani.  

Romanzo di avventura: storia, caratteristiche, autori e opere.
Romanzo di avventura: storia, caratteristiche, autori e opere. — Fonte: getty-images

Il viaggio è spesso il fulcro della narrazione all’interno del romanzo di avventura: i personaggi si trovano a visitare luoghi lontani, esotici e affascinanti, siano essi reali oppure frutto dell’immaginazione dell’autore. Spesso si tratta di isole, in cui cresce rigogliosa una vegetazione fittissima e su cui abitano animali insoliti, a volte sconosciuti, ed essere umani apparentemente primitivi. 

Il viaggio che i personaggi compiono nelle narrazioni avventurose, però, non è soltanto reale ed esteriore, bensì anche interiore, introspettivo, interno al loro animo: una volta concluso, li porta a conoscere cose nuove di loro stessi e, spesso, a uscirne migliori. 

2La struttura del romanzo di avventura: "Il viaggio dell’eroe"

Il viaggio dell'eroe, illustrazione di Newell Convers Wyeth (1882-1945).
Il viaggio dell'eroe, illustrazione di Newell Convers Wyeth (1882-1945). — Fonte: getty-images

La struttura tipica del romanzo d’avventura può essere ben riassunta dal cosiddetto viaggio dell’eroe, che trova la sua teorizzazione principale nell’omonimo saggio Il viaggio dell’eroe dello sceneggiatore hollywoodiano Christopher Vogler (1949).  

Dopo aver letto ogni genere di narrazione – dai poemi epici, ai racconti mitici, passando per i fumetti e i romanzi di ogni epoca – l’autore tentò di schematizzare la ricetta perfetta per una buona storia, sia essa destinata al cinema, sia alle pagine di un libro.  

Questo schema si basa sugli studi dello storico junghiana Joseph Campbell (1904-1987), autore del saggio L’eroe dai mille volti del 1973. In quest’opera Campbell, dopo aver confrontato i miti di varie culture del mondo, rintracciò gli elementi comuni agli eroi di ogni racconto.   

Vediamo, quindi, uno schema di queste tappe del viaggio dell’eroe, alla base di ogni romanzo di avventura.

  1. Il mondo ordinario. È il momento iniziale, in cui ci viene presentato il protagonista calato nella sua realtà, nel suo ambiente.
  2. La chiamata all’avventura. C’è la rottura dell’equilibrio: il protagonista è chiamato ad affrontare un problema, una sfida o un’avventura che sconvolge la quotidianità e lo costringe abbandonare il suo mondo ordinario.
  3. Il rifiuto della chiamata. Non sempre l’eroe accetta la chiamata all’avventura con entusiasmo: spesso egli rifiuta la sfida, o perlomeno esprime una certa riluttanza a riguardo. È il momento iniziale in cui la paura di perdere i privilegi legati al suo mondo ordinario prevale.
  4. L’incontro con il mentore. Per superare la crisi legata alla chiamata all’avventura, e il conseguente iniziale rifiuto della stessa, interviene una figura tendenzialmente amica che prende il nome di mentore. Si tratta di un personaggio che generalmente ha già affrontato la sfida che l’eroe si trova davanti e lo può aiutare nella preparazione alla stessa, fornendogli saggezza, risorse o strumenti. È grazie al suo aiuto che il protagonista decide finalmente di accettare il percorso che lo allontanerà dal mondo ordinario.
  5. Il varco della prima soglia. È il momento in cui si conclude il primo atto della storia e si entra nel suo vivo: il protagonista varca la prima soglia – affronta la prima sfida – che lo porta ad intraprendere finalmente il suo viaggio, la sua avventura. Qui finisce il primo atto.
  6. Prove, alleati, nemici. In questa fase, varcata la prima soglia, il protagonista entra in contatto con nuovi personaggi, che collocherà nella categoria degli Alleati o in quella dei Nemici.
  7. Avvicinamento alla caverna più profonda. È giunto il momento per l’eroe di varcare la seconda soglia: giunto ai confini di un luogo minaccioso, egli è sempre più vicino al raggiungimento del suo obiettivo e, per riuscire nella sua impresa, pianifica una strategia con i suoi alleati.
  8. Prova centrale. È qui che si raggiunge il climax del viaggio dell’eroe: siamo di fronte allo scontro più importante, al momento apicale della vicenda, dove si compie il destino del protagonista. Un destino che può passare anche per la sconfitta, per la morte. Si tratta, però, di una morta salvifica: essa, infatti, getta le basi per una rinascita, individuale o collettiva.
  9. Ricompensa. La tempesta è finita: è il momento per l’eroe di ottenere una ricompensa, il tesoro tanto agognato, un riconoscimento. Qui finisce il secondo atto.
  10. Via del ritorno. L’eroe, dopo aver affrontato la sfida più grande della sua vita e aver ottenuto la ricompensa, è un uomo diverso, trasformato. Ma è proprio qui che inizia a sentire la mancanza del mondo ordinario, e decide di tornarvi.
  11. Resurrezione. Se è vero che la prova più grande è stata affrontata, qui l’eroe si trova faccia a faccia con la prova definitiva. In questa fase, il protagonista dimostra di essere cambiato, di aver imparato la lezione, di essersi purificato.
  12. Ritorno con l’elisir. Definitivamente cambiato, l’eroe torna al mondo ordinario, ma non lo fa a mani vuote: egli porta con sé un “elisir”, ovvero un tesoro o un insegnamento in grado di giovare all’intera comunità.

Come si evince, quindi, il viaggio dell’eroe è suddivisibile in tre diversi atti, tre diverse fasi: un primo atto di partenza, un secondo di discesa e iniziazione, un terzo di ritorno.

3Romanzo di avventura: storia e curiosità

3.1I modelli del romanzo di avventura

Tra i modelli del romanzo di avventura ci sono i poemi epici, tra cui Iliade e Odissea.
Tra i modelli del romanzo di avventura ci sono i poemi epici, tra cui Iliade e Odissea. — Fonte: getty-images

Il romanzo di avventura trova degli illustri modelli nella letteratura di ogni tempo, primi tra tutti i poemi epici. Come non pensare, ad esempio, agli eroi dell’epica classica e, soprattutto, a Ulisse, protagonista dell’Odissea di Omero: egli, dopo aver passato dieci anni a Troia a causa della guerra, si imbarcò sulla strada di ritorno verso casa. Ma, a causa dell’odio di un dio avverso, durante il viaggio fu costretto ad affrontare prove e peripezie, riuscendo a tornare a Itaca, la sua amata terra madre, solo dopo dieci anni.   

Viaggi e avventure sono alla base anche della letteratura medievale.
Viaggi e avventure sono alla base anche della letteratura medievale. — Fonte: getty-images

E ancora: viaggi e traversie sono alla base anche della letteratura medievale e, in particolare, del ciclo carolingio – costituito dalle Chansons de geste, le "canzoni di gesta", in cui venivano narrate le imprese eroiche di Carlo Magno e dei suoi paladini – e di quello bretone – le cui opere, ambientate in Bretagna, raccontavano prevalentemente le straordinarie avventure e gli amori di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. 

Fu un illustre antecedente del romanzo di avventura anche Don Chisciotte della Mancia, capolavoro in lingua spagnola di Miguel de Cervantes (1547-1616), pubblicato in due volumi nel 1605 e 1615. Qui vengono narrate le vicende legate ad Alonso Quijano, un nobile di basso rango che diventa cavaliere errante con il nome di Don Chisciotte e porta nelle sue peripezie il fido scudiero Sancio Panza. 

3.2La nascita del romanzo di avventura

Robinson Crusoe, romanzo di avventura scritto da Daniel Defoe (1660-1731).
Robinson Crusoe, romanzo di avventura scritto da Daniel Defoe (1660-1731). — Fonte: getty-images

Nonostante gli illustri antecedenti, il romanzo di avventura vide la sua nascita nel Settecento, quando la letteratura iniziò a popolarsi di personaggi coraggiosi pronti ad affrontare viaggi e peripezie. 

I due romanzi che solitamente vengono considerati i capostipiti del genere d’avventura sono

  • Robinson Crusoe (1719) dell’inglese Daniel Defoe (1660-1731). Si tratta di un romanzo scritto in forma epistolare in cui la voce narrante quella del protagonista, Robinson Crusoe: naufragato, nel corso di un viaggio in direzione della Guinea, a causa di una terribile tempesta, egli trascorre 28 anni della sua vita su un’isola deserta vicino alle coste del Venezuela, dove si trova a combattere per non perdere la vita e la ragione.
  • I viaggi di Gulliver (1726) dell’irlandese Jonathan Swift (1667-1745). In questo romanzo, dalla vena fortemente satirica, vengono raccontate le disavventure per mare di un medico di bordo, Lemuel Gulliver, che incontra esseri e popolazioni fantastiche su isole immaginarie.

3.3Il romanzo di avventura nell’età contemporanea

Nell'Ottocento il romanzo di avventura conobbe il suo splendore.
Nell'Ottocento il romanzo di avventura conobbe il suo splendore. — Fonte: getty-images

Fu a partire dal secolo seguente, però, che il romanzo di avventura conobbe il suo splendore, con lo sviluppo della cosiddetta letteratura di consumo. Fu proprio nell’Ottocento, infatti, che la letteratura vide proliferare personaggi immersi in avventure, in esplorazioni, in viaggi e conquiste, riuscendo così a catturare l’attenzione del pubblico. 

Tra i principali autori d’avventura di questo secolo e del successivo non possiamo non menzionare il francese Jules Verne (1828-1905), con i suoi romanzi Viaggio al centro della Terra e Ventimila leghe sotto i mari, l’inglese Robert Louis Stevenson (1850-1894), con L'isola del tesoro e La freccia nera, e infine gli statunitensi Mark Twain (1835-1910) ed Herman Melville (1819-1891), autori rispettivamente di capolavori del calibro di Le avventure di Tom Sawyer e Moby Dick.

Emilio Salgari (1862-1911) noto autore italiano di romanzi d'avventura.
Emilio Salgari (1862-1911) noto autore italiano di romanzi d'avventura. — Fonte: getty-images

Anche in Italia non mancarono fulgidi esempi di romanzo di avventura: il più importante autore nostrano, in tal senso, fu il veronese Emilio Salgari (1862-1911), dalla cui penna nacquero opere ancora amatissime come Il corsaro nero e il ciclo indo-malese, una saga di romanzi scritti tra il 1883 e il 1913 e ambientati perlopiù tra la Malaysia e l’India.