Rime di Dante Alighieri: analisi e spiegazione | Video
Rime di Dante Alighieri: in questo video Chiara Famooss ci spiega la struttura e le caratteristiche della raccolta di sonetti
RIME DI DANTE ALIGHIERI
Le rime sono la raccolta complessiva di tutta la poesia dantesca non inclusa nella Vita nuova e nel Convivio che va dalla giovinezza del poeta sino ai primi anni dell’esilio, cioè negli anni tra il 1283 e il 1307.
Le rime sono composte da 54 componimenti di sicura attribuzione dantesca scritte in italiano volgare e che si possono suddividere in cinque gruppi:
- rime giovanili e stilnovistiche;
- tenzone con Forese Donati;
- rime «petrose»;
- canzoni dottrinali e allegoriche;
- rime dell’esilio.
Il gruppo delle rime giovanili e stilnovistiche comprende opere in cui Dante prese con i suoi primi esperimenti, che studia i modelli della poesia cortese, siciliana e siculo-toscana e tenta di trovare la sua voce e, sì, anche di farsi degli amici tra i colleghi di penna. Alcuni testi sono dedicati a Beatrice e altri sono testi di corrispondenza con amici stilnovisti: tra questi spicca il celebre sonetto Guido, i' vorrei che tu e Lapo ed io. L’ultima cosa che devi sapere è che la maggior parte di queste liriche sono state composte a Firenze.
La tenzone con Forese Donati è uno scambio di sonetti polemici e ingiuriosi con l'amico e rivale poetico. Sono sei sonetti in tutto: tre di Dante e tre di risposta di Forese, che poi Dante collocherà nel Purgatorio e che sono stati composti sicuramente dopo la Vita Nova. Su questi però gli studiosi sono ancora in dubbio: non tutti sembrano autentici.
Le rime petrose sono appunto dure e aspre, dedicate a una donna Petra che appunto è dura, crudele, scostante, respinge il poeta e suscita in lui desiderio di rivalsa e vendetta. Assomiglia molto alla Becchina di Cecco Angiolieri, in questo, e dunque ad una Anti-Beatrice. Lo stile è oscuro e difficile da comprendere, Dante usa parole ricercate, pur mantenendosi nella tradizione della lirica amorosa.
Le canzoni dottrinali e allegoriche sono componimenti filosofici con un’impostazione allegorica. Anche qui lo stile è elevato e curato. Qui si avverte la svolta politica i Dante che proprio in quegli anni stava diventando uno degli uomini più in vista di Firenze.
Le rime politiche e dell’esilio sono dedicate ai sentimenti di Dante che in quegli anni è piuttosto amareggiato anche se, da una parte, si sente onorato dal disonore ricevuto, perché è segno della sua statura morale. Sente che l’esilio è ingiusto e nelle ultime liriche esprime una critica alla civiltà comunale e ai suoi valori che poi verrà approfondita nella Commedia.
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