Repubblica di Venezia: storia, cronologia e caratteristiche della Serenissima

Cronologia della Repubblica di Venezia: storia della Serenissima, eventi e caratteristiche dal periodo della sua massima espansione fino ai secoli del declino della città marinara
Repubblica di Venezia: storia, cronologia e caratteristiche della Serenissima
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1Introduzione

Piazza San Marco a Venezia
Fonte: ansa

La città lagunare di Venezia è stata per circa mille anni il centro di una potente comunità marittima, con interessi commerciali che giunsero fino in Asia. Non è semplice sintetizzare in poche battute la complessa storia della Serenissima Repubblica di San Marco.     

Per collocare meglio Venezia nel giusto contesto storico, tuttavia, è importante capire come e perché, nei secoli, rimase un’entità politica indipendente, che riuscì a sopravvivere curando gli interessi di una facoltosa aristocrazia commerciale.     

2Le origini della Repubblica di Venezia

La laguna di Venezia vista dall'alto
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Le origini di Venezia vanno collocate a ridosso dell’invasione longobarda in Italia. Fu in questo periodo (tra V e VII secolo) che un gran numero di abitanti del Veneto, spinti dalle continue incursioni longobarde, iniziarono a stabilirsi nella laguna, precedentemente abitata soltanto da pescatori itineranti e lavoratori del sale.  

Si trattava inizialmente non certo di una città, ma di varie comunità politicamente unite, da collocare culturalmente e politicamente nell’orbita bizantina. Nel 584 d. C. queste comunità si costituirono in un ducato, ed entrarono a far parte dell’esarcato di Ravenna.  

Dopo che la città di Oderzo, ultimo avamposto bizantino nell’entroterra veneto, venne conquistata dai Longobardi (641 d.C.), i suoi abitanti si trasferirono in piccole isole e centri della laguna come Eraclea, Altino e Torcello, che divennero nuovi centri politici bizantini. I duchi, capi politici della comunità, erano ancora nominati dalle autorità bizantine.  

Illustrazione di Carlo Magno, re dei franchi
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Sembra che il primo “doge” ad essere eletto dalla comunità veneta sia stato Paoluccio Anafesto (nel 697 d.C.), mentre il primo a godere di un qualche riconoscimento politico da parte bizantina potrebbe essere stato Orso, eletto nell’anno 727. In ogni caso, soltanto a partire dal 751, quando l’esarcato di Ravenna cessò definitivamente di esistere, il ducato della Venezia si costituì come entità politica autonoma.   

Seguirono decenni di lotte politiche interne: i Veneziani erano divisi su un tema cruciale: come porsi verso l’autorità bizantina. Nella prima metà del IX secolo, il doge Obelerio ed il fratello Beato (governavano insieme), si recarono in compagnia del vescovo di Zara al cospetto di Carlomagno, alleandosi con i Franchi. Era la prima volta che Venezia si schierava così apertamente contro i bizantini.  

Ma la situazione non era ancora stabile: già nell’814, i Veneziani si rivolgevano ancora a Bisanzio per garantire la propria indipendenza dall’Impero di Carlo Magno, pur senza ammettere alcuna dipendenza politica dai bizantini. Si trattava, da parte del piccolo ducato ormai indipendente, di una posizione inconsueta, che già indica la vocazione della comunità: circondati da due grandi imperi (bizantino e franco), i veneziani stavano cercando di conquistare un ruolo di intermediari politici e commerciali.  

3Storia della città di Venezia

Il ponte di Rialto a Venezia
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Sin dai primi secoli, la comunità veneziana fu attiva nel commercio con una partecipazione diretta delle famiglie più importanti del ducato. In questo modo, si formò una classe dirigente ricca ed ampia, in grado di limitare fortemente il potere del doge fin da subito. 

Questa vivacità delle famiglie veneziane è uno dei motivi per cui la città iniziò gradualmente sviluppare una propria coscienza nazionale nei primi secoli di vita. Già alla fine del IX secolo, in ogni caso, i dogi iniziarono ad essere eletti dalle famiglie veneziane, nonostante i numerosi abusi che sorgevano in particolare nei periodi di maggiore tensione civile. 

Mercato coperto medievale
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Per motivi di sicurezza, tra la fine del IX secolo ed il X secolo secolo la città di Venezia iniziò a prendere forma presso le isole realtine, comprendenti l’attuale Rialto (civitas Rivoalti). Qui, già dall’anno 828, due mercanti avevano avventurosamente condotto le reliquie di San Marco, trafugate ad Alessandria, e pochi anni dopo sarebbero iniziate le costruzioni della Basilica di San Marco. Soltanto col tempo la comunità, riconosciuta come ducato di Venezia, identificherà la città con il nome di Venezia.  

   

3.1Perchè la repubblica di Venezia era chiamata Serenissima?

Sul perché di questo appellativo sono state fatte varie ipotesi:   

  • Serenissimo era un appellativo che si attribuiva ai dogi di Venezia. Il termine è poi passato alla città.
  • Serenissimo era anche il titolo dei reggenti di Bisanzio da cui Venezia è dipesa formalmente fino al 1453, data in cui Bisanzio è definitiviamente caduta. Nonostante questo, il titolo è rimasto.
  • Infine c'è chi attribuisce questo titolo alla solidità della Repubblica che, grazie alla prosperità, all'oligarchia liberale e solida che la governava, rimase forte e "serena" fino al 1700 nonostante l'espansione turca e la scoperta dell'America.

4La Repubblica di Venezia tra papato e impero

Scorcio del Canal Grande Venezia
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Intorno all’anno mille la città, già rivale di Genova, inizia a consolidare il proprio controllo sulla Dalmazia, alleandosi strettamente con Ancona e Ragusa. Con il doge Domenico Flabanico (1032-1042) venne confermata stabilmente al “popolo” la facoltà di eleggere il doge dopo un periodo di conflitti di fazioni. 

  

È importante notare che il termine “popolo” in questo caso indicava soltanto un gruppo di famiglie aristocratiche residenti presso Rialto. Per esercitare i propri poteri, il popolo si riuniva in un’assemblea popolare che rappresentava gli uomini liberi, la Concione.  

Sin dall’inizio dei secolari conflitti tra papato ed impero (1075), il ducato di Venezia mantenne una rigorosa neutralità, nonostante le proteste papali, ponendo al primo posto la salvaguardia degli interessi commerciali veneti nell’Adriatico, in particolare quando il conflitto iniziò ad interessare la costa della Dalmazia.    

Facciata del palazzo Falier a Venezia
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Quando Roberto il Guiscardo (1015 - 1085) iniziò ad espandere lo stato Normanno nell’Italia meridionale, la comunicazione veneta con il sud venne seriamente minacciata, ma una serie di azioni intraprese contro i Normanni dai dogi Domenico Selvo e Vitale Falier (tra 1084 e 1096) assicurarono in modo stabile ai Veneziani una certa libertà sul mar Mediterraneo, che avrà conseguenze molto positive sul futuro della comunità. Allo stesso tempo, queste azioni avrebbero dovuto favorire gli antichi alleati di Venezia: i bizantini.   

5Venezia e Bisanzio

Gondoliere a Venezia
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Combattendo nel Mediterraneo contro i Normanni, che d’accordo con il papa erano sbarcati in Albania, i Veneziani avevano favorito il consolidamento a Bisanzio delll’imperatore Alessio Comneno che garantì a Venezia, con la Crisobolla del 1082, il diritto di commerciare con l’Impero di Bisanzio senza pagare dazi. 

Venezia iniziò così un rapporto privilegiato con il Levante, il cui primo obiettivo fu il controllo dell’Adriatico, che già in questo periodo, e per molti secoli, consideravano un proprio “golfo” (Golfo di Venezia). 

Partecipando alla prima crociata (1096-1099) ed alle crociate del XII secolo, i Veneziani consolidarono ulteriormente il proprio controllo sui principali porti europei dell’Impero Bizantino. I Bizantini, stanchi del monopolio veneto, iniziarono ad incoraggiare mercanti provenienti da altre città italiane, in particolare Genova (già rivale di Venezia nell’Adriatico) e Pisa, a competere con i Veneziani in Levante.   

Macchine di guerra dei Crociati, dipinto di Gustave Dore', 1878
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In risposta, i Veneziani sabotarono e distrussero le basi dei propri rivali. Nel 1171, l’imperatore fece arrestare tutti i residenti Veneziani presso Costantinopoli, confiscando i loro beni. Sebbene le relazioni in seguito migliorarono, l’intesa tra Venezia e Bisanzio era ormai tramontata. 

6La Repubblica marinara di Venezia

Palazzo Centanni a Venezia
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Espandendo il proprio predominio commerciale tra X e XII secolo i Veneziani si arricchirono moltissimo, e man mano presero anche coscienza del proprio crescente potere politico. Verso la metà del XII secolo, Venezia apportò alcuni cambiamenti molto importanti al proprio ordinamento politico.

Le famiglie patrizie erano ormai una vera e propria classe che esercitava un forte peso sulla politica cittadina e per questo, a partire dall’originaria Concione, istituirono (1143) un consiglio permanente di sei membri con ampi poteri legislativi (il consilium sapientium), che andava ad affiancare il doge nel governo. Sulla scia di altri comuni medievali in Italia, il governo veneto veniva per la prima volta identificato come “commune Veneciarum”.   

Successivamente venne creato un consiglio comunale minore, formato da 35 membri. Erano i primi passi verso la Repubblica. Verso l’inizio del XIII nascerà poi il Consiglio dei Quaranta (o Quarantia), una sorta di consiglio supremo, ed un consiglio di anziani, il Consiglio dei Rogati (o Pregadi), che più tardi (dal XV secolo) verrà chiamato prevalentemente Senato.

Ponte di Rialto durante il tramonto, Venezia
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L’istituzione più importante fu tuttavia il Maggior Consiglio (1172). Inizialmente nominato da elettori stabiliti dalla Concione, si tratterà del massimo organo politico della comunità: era sostanzialmente l’evoluzione dell’antico consilium sapientium, i cui membri erano aumentati progressivamente nel corso del XII secolo, e a cui si aggiunsero anche i membri della Quarantia. Il Maggior Consiglio era l’assemblea più ampia e potente di Venezia, che eserciterà ampi poteri legislativi e funzioni di governo

Attraverso queste evoluzioni, il doge perse progressivamente ogni prerogativa di tipo monarchico: diventava un semplice ufficiale che, pur mantenendo i propri titoli, era formalmente sottoposto al comune. Gli statuti (1242) del doge Jacopo Tiepolo, in carica dal 1229 al 1249, codificheranno le leggi civili ed economiche, costituendo fino alla fine della Repubblica di Venezia il fulcro del diritto veneziano. 

7Lo Stato da Mar e i conflitti con Genova

Cavalli di bronzo sulla facciata della Basilica di San Marco
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Nel frattempo, il risentimento veneziano verso Bisanzio trovò sfogo nella famigerata Quarta Crociata: Costantinopoli venne catturata e saccheggiata (1204) dai crociati. I territori bizantini vennero a questo punto divisi tra i Veneziani (che avevano fornito le imbarcazioni per l’impresa) ed i crociati: in questo modo Venezia si impadroniva di un impero commerciale corrispondente a tutto il Mediterraneo orientale, incluse moltissime isole dell’Egeo (in particolare Creta ed Eubea, anticamente chiamata anche Negroponte), e numerosi avamposti fortificati nella terraferma greca.   

Combattimento corpo a corpo nel 1250
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Secondo i trattati dei crociati, i Veneziani assumevano il titolo di signori di un quarto e mezzo dell’Impero Romano. Un podestà speciale, nominato a Venezia, amministrò a Costantinopoli, dal 1204 al 1261, tutti i possedimenti marittimi della Repubblica di Venezia (lo Stato da Mar).  

8La Serrata del Maggior Consiglio

Nel frattempo, l’evoluzione dello Stato veneto era continuata. Il numero di membri eletti del Consiglio Maggiore era costantemente aumentato prima a 60, e poi a 100 membri. L’aristocrazia veneziana sentiva fortemente il bisogno di limitare l’accesso al governo delle classi popolari. Nel 1297, con la Serrata del Maggior Consiglio, l’accesso al Consiglio divenne temporaneamente (e poi dal 1320 definitivamente) ereditario e non più elettivo. 

La via della seta, fondamentale per il commercio tra Occidente e Oriente
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Per controllare meglio l’accesso al Consiglio, l’aristocrazia veneziana adottò criteri sempre più rigorosi nell’accertare i diritti di discendenza legittima, tenendo almeno dal 1343 un registro dei nobili inizialmente gestito dalla Quarantia. La classe patrizia di Venezia veniva così riconosciuta per legge.

Nell’immediato, la serrata venne accolta da una congiura di popolo, dopo la quale, nel 1310, venne istituito per la prima volta il Consiglio dei Dieci: uno speciale organo di polizia interna con l’incarico di perseguire e punire chi minava l’ordine oligarchico raggiunto, e che dal 1335 divenne permanente.

Il patriziato di Venezia, che dalla Serrata avrebbe governato la comunità per i successivi cinque secoli, fu una classe di governo per molti versi unica rispetto ai ceti magnatizi degli altri comuni medievali italiani o degli stati continentali: era una nobiltà a vocazione mercantile, con interessi commerciali (prevalentemente in Oriente) e non terrieri, contraddistinta dal dovere di servire lo Stato (come funzionari pubblici, capitani o mercanti), e da una sostanziale uguaglianza tra i membri.   

9La Repubblica di Venezia nella sua massima espansione

Dettaglio della Riva degli Schiavoni, Venezia
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Verso l’inizio del XIV secolo, la Serenissima aveva ormai interessi commerciali e politici molto vasti, ritrovandosi perciò coinvolta in una serie di scontri sia in Italia che nel Mediterraneo. Alleandosi con Padova, Firenze e Milano, la Repubblica impedì agli Scaligeri di Verona di consolidare una signoria territoriale verso Chioggia, intromettendosi in ciò che i Veneziani consideravano il proprio “Stato da Tera”, o Dominio di Terraferma.   

Con l’occasione Venezia, rompendo con la propria tradizionale vocazione marittima, stabilì la propria sovranità sistemando amministrativamente il territorio di Treviso (1339), ed assicurandosi non soltanto rifornimenti alimentari, ma anche un avamposto difensivo sulla propria frontiera terrestre.

Palazzo del doge, Venezia
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Sul fronte Dalmata, si riaccese a più riprese il dispendioso conflitto con Genova, senza peraltro trovare una risoluzione definitiva fino alla Pace di Torino (1381), che sancì un primo tramonto dell’influenza genovese sul Mediterraneo orientale (ad eccezione di Cipro e Famagosta), lasciando a Venezia il dominio delle rotte commerciali marittime.  

Per il raggiungimento di questo risultato, si era rivelato determinante per la Serenissima raggiungere accordi fin da subito con una nuova temibile potenza che andava affacciandosi sull’Adriatico: l’Impero Ottomano. Incorporando nei propri dominii il patriarcato di Aquileia (1420), nodo dei commerci tra la Germania e l’Istria, e comprendendo nei propri dominii di terra gran parte degli attuali Veneto, Friuli-Venezia Giulia, ed Istria, Venezia era a questo punto all’apice del proprio potere.  

10La lunga fase di declino della Serenissima

Il monumento al doge Francesco Foscari. Realizzato da Antonio e Paolo Bregno
Fonte: ansa

Con il dogado di Francesco Foscari (1373-1457, in carica dal 1423), Venezia intraprese una serie di guerre in Italia, in particolare contro Milano. L’obiettivo era la conquista di territori, ma il principale risultato fu che Venezia rimasero impelagata nella complessa palude di equilibri politici e conflitti che dominavano la penisola. Dopo la pace di Lodi (1454), con la Lega Italica, gli Stati Italiani tentarono di stabilire un equilibrio nella penisola, che tuttavia tornò presto a subire interventi stranieri.     

Nel frattempo, gli Ottomani si apprestavano a conquistare definitivamente l’Impero Bizantino, conquistando Tessalonica (1430), e poi Costantinopoli nel 1453: con la scomparsa del decadente Impero Bizantino, Venezia dovette consolidare ulteriormente la difesa dei propri territori orientali, non riuscendo tuttavia ad impedire, nel 1470, la conquista di Eubea. Nel 1479 i Veneziani raggiunsero finalmente un accordo di pace con l’Impero Ottomano, la cui potenza navale era ormai un fatto incontrovertibile. 

Parte del trattato della Pace di Lodi
Fonte: ansa

A questo punto Venezia tornò a rivolgersi alla Terraferma, entrando in conflitto con Ferrara e conquistando il Polesine nel 1484. Da questo momento gli stati Italiani sentirono nuovamente il bisogno di opporsi all’espansione territoriale veneziana. Nel 1509 la Lega di Cambrai, composta da Spagna, Francia, Germania, il Papato, l’Ungheria, i Savoia e Ferrara, sconfisse clamorosamente Venezia presso Agnadello.       

Si trattò di una sconfitta epocale, perché a partire dal 1510 l’espansione della Serenissima cessò definitivamente. La neutralità di Venezia, strenuamente perseguita (salvo rari casi) nei secoli a venire, ebbe lo scopo di proteggere gli interessi della Repubblica, garantendone la sopravvivenza, sebbene in uno stato di declino, fino alla fine del XVIII secolo. 

La Repubblica di Venezia soffriva anche da un punto di vista economico: la scoperta di nuove rotte verso Oriente e di nuove terre in Occidente ridimensionava fortemente il ruolo mercantile della Serenissima, che tuttavia continuò a commerciare anche con l’Impero Ottomano. 

Battaglia di Lepanto, dipinto anonimo del 1586
Fonte: redazione

Per tutto il XVI secolo la Serenissima tentò di mantenere la propria posizione di fronte all’avanzata di due potenti imperi: quello asburgico da occidente (dal 1535 gli Asburgo governarono il Ducato di Milano), e quello ottomano da oriente. Dopo la clamorosa sconfitta di Prevesa (1538), seguì l’effimera vittoria di Lepanto (1571), alla quale seguì comunque la perdita definitiva dell’isola di Cipro, riconosciuta come possesso ottomano dal 1572.   

11Il tramonto della Repubblica di Venezia

Tra il 1605 ed il 1606, l’intero Stato di Venezia venne colpito dall’interdetto di Paolo V (1552-1621, al soglio pontificio dal 1605) dopo una controversia giurisdizionale, allorché un endemico conflitto sulle prerogative temporali dello Stato nei confronti della Curia si era acuito.  

Ritratto di Paolo Sarpi
Fonte: ansa

Paolo Sarpi (1552-1623), appartenente all’ordine dei Serviti, fornì le basi teoriche per la difesa della politica veneta, contestando sostanzialmente il potere temporale del papato rispetto a quello degli stati sovrani, senza tuttavia metterne in discussione la legittimità.  

Tra il 1645 ed il 1649, con la Guerra di Candia, la Repubblica di Venezia sfidò un’ultima volta sul fronte marittimo l’Impero Ottomano, ormai in decadimento, perdendo definitivamente l’isola di Creta, ultimo possedimento di qualche rilevanza nel mar Egeo. A Venezia restavano la Dalmazia ed alcuni possedimenti greci. Alleandosi con l’Austria, la Serenissima riuscì ad espandersi moderatamente dopo la liberazione del Peloponneso dagli Ottomani, ottenendone il controllo nel 1699.     

Ritratto di Napoleone Bonaparte, olio su tela di Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson
Fonte: ansa

Nel 1718, tuttavia, la ben poco redditizia Morea venne restituita all’Impero Ottomano. L’attività veneziana nel Mediterraneo andava così tramontando definitivamente, salvo alcuni sprazzi, come un tentativo di offesa ai danni di pirati algerini e tunisini perpetrato da Angelo Emo. 

Durante i suoi ultimi anni di esistenza, la Repubblica di Venezia rimase relativamente isolata dal fervore illuministico che fioriva in Europa, pur con occasionali tentativi di riforma. Con Napoleone, determinato a distruggere l’oligarchia veneziana, arrivò la fine. Il 12 maggio del 1797 la Repubblica di Venezia isolata venne sconfitta, e l’ultimo doge, Ludovico Manin, deposto.    

Se dovessi cercare una parola che sostituisce "musica" potrei pensare soltanto a Venezia.

Friedrich Nietzsche