Speciale Promessi sposi

Renzo e Lucia: descrizione e analisi dei protagonisti dei Promessi sposi

Analisi e descrizione dei personaggi Renzo e Lucia dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni. Gli aspetti caratteriali e fisici di Renzo e di Lucia

Renzo e Lucia: descrizione e analisi dei protagonisti dei Promessi sposi
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Renzo e Lucia

Renzo e Lucia dei Promessi sposi
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Lorenzo Tramaglino, o come lo chiamavano tutti Renzo, era un ragazzotto popolano di vent'anni non molto istruito ma abbastanza astuto. Fin dall'adolescenza era rimasto orfano sia di madre che di padre. Per tradizione ereditaria della sua famiglia esercitava la professione di filatore di seta. Questa attività in passato era molto redditizia, ora però il lavoro andava via via diminuendo, ma l'emigrazione continua degli operai negli stati vicini attirati da vari motivi faceva si che quelli che rimanevano potessero guadagnare abbastanza per poter vivere dignitosamente. Renzo era un grande risparmiatore e oltre alla sua attività di filatore, possedeva un poderetto che gli permetteva di lavorare anche quando il filatoio rimaneva fermo, perciò economicamente si poteva definire agiato.

Quando Renzo si recò da Don Abbondio per sapere a che ora trovarsi in chiesa per il matrimonio, era elegantemente vestito, con penne di vario colore al cappello, col suo pugnale dal manico bello, nel taschino dei calzoni e nel viso un'aria festosa. Il ragazzo era un giovane pacifico, odiava la violenza, l'inganno, era credente, ma la sua impulsività poteva indurlo a perdere il controllo e a trasformarlo in una persona ingenuamente minacciosa se ferito nella sua appassionata ricerca della giustizia. Il giovane infatti s'insospettì subito dello strano comportamento misterioso di Don Abbondio e quando questi gli riferisce che il matrimonio non si può celebrare, i suoi modi gioviali e risoluti si tramutano immediatamente in ira e ribellione. L'ira di Renzo, una volta suscitata cresce gradualmente e provoca immagini sempre più fosche e spinge il giovane ad ingenue o affrettate conclusioni.

"Con voce più alta e stizzosa, stendendo il braccio e battendo il pugno nell'aria… con una smania addosso da far qualcosa di strano e di terribile".

D'altra parte dimostra anche di conservare un autocontrollo e anche una certa furbizia quando estorce con astuzia la confessione a Perpetua.

"Via Perpetua; siamo amici, ditemi quel che sapete, aiutate un povero figliuolo… chi è dunque che ci ha colpa? domandò Renzo, con un cert'atto trascurato, ma col cuor sospeso e con l'orecchio all'erta".

La rabbia di Renzo si trasforma in una specie di sogno, di incubo, dal quale il pensiero della sua Lucia gli consente però di svegliarsi. L'immagine della donna non richiama in lui solo l'oggetto del suo amore, ma rappresenta anche un modello di valori morali.

“E si risvegliò da quel sogno di sempre, con spavento, con rimorso, e insieme con una specie di gioia di non aver fatto altro che immaginare... Si rammentò degli ultimi ricordi dei suoi parenti, si rammentò di Dio, della Madonna e dei santi".

Lucia Mondella

Lucia, nome completo Lucia Mondella, è una giovane ragazza, la cui età non è espressamente indicata nel testo ma emerge dalla descrizione che Lucia è nel fiore della giovinezza e perciò ventenne. La ragazza è orfana di padre e vive con la madre Agnese.

Lucia è d'una bellezza modesta che senza avere niente di eccezionale comunica un effetto di singolare freschezza.

"I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile drizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa dei raggi di un'aureola, come ancora usano le contadine nel Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro e filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta, a pieghe fitte eminute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, e ricami".

Oltre a questo, ch'era l'ornamento particolare del giorno delle nozze, Lucia aveva quello quotidiano d'una modesta bellezza, rilevata allora e accresciuta dalle varie affezioni che le si dipingevan sul viso: una gioia temperata da un turbamento leggiero. L'abbigliamento descritto nella citazione è quello caratteristico delle contadine lombarde del tempo: semplice ma non privo di qualche nota di eleganza. Lucia lavora in casa o alla filanda, appartiene come Renzo al popolo, sono, cioè, socialmente degli "umili", si guadagnano da vivere lavorando, e si trovano in una situazione di modesta agiatezza. I diminutivi e i vezzeggiativi che accompagnano la descrizione della casa dove vive con la madre, ne definiscono la condizione economicamente modesta ma decorosa.

"Raccontò come, pochi giorni prima, mentre tornava dalla filanda… Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino".

Lucia è molto timida, umile e pura, il rossore che più volte compare sul volto della ragazza sottolinea, fin dall'inizio, che la nota distintiva del personaggio è la purezza, una castità delicata che cela nel profondo i sentimenti più puri.

"…arrossendo e tremando… senza alzargli però gli occhi in viso, e arrossendo tutta…".

Lucia quando apprende la cattiva notizia da Renzo, pur avvertendo la gravità dell'offesa subita, reagisce inizialmente chiudendosi nel silenzio per poi trovare sfogo in un pianto liberatorio.

"…asciugandosi gli occhi col grembiule con voce rotta dal pianto… violento scoppio di pianto…".

Durante il racconto di Renzo, terrore, smarrimento, angoscia, sono per Lucia stati d'animo che si susseguono.

"…un presentimento di terrore tutta smarrita ascoltava con angoscia".

Pur nello sconforto, Lucia manifesta chiarezza intellettuale e dimostra, come del resto Renzo, di saper conservare un certo "pratico controllo", capisce ad esempio i pericoli di una confessione immediata a sua madre che è troppo chiacchierona.

"…non metter a rischio di viaggiar per molte bocche una storia che voleva esser gelosamente sepolta".

Le parole di Lucia sono poche, semplici ma esprimono fermezza interiore e speranza:

"Io raccontai subito… Al padre Cristoforo in confessione… M'ha detto che pregassi bene il Signore: Il Signore c'è anche per i poveri; e come volete che ci aiuti, se facciam del male?".

Ella possiede in modo profondo e autentico le virtù cristiane, soprattutto la carità e l'innocenza, e riesce sempre a fondere l'ideale dei principi con il reale del vivere quotidiano.

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