La questione romana e la legge delle Guarentigie
Questione romana e legge delle Guarentigie: riassunto della situazione italiana dopo la guerra austro-prussiana e il rapporto tra lo Stato e la Santa Sede
QUESTIONE ROMANA: DEFINIZIONE E STORIA
Per “questione romana” si intende la controversia sul ruolo di Roma che si trovava ad essere sia sede del potere temporale del pontefice che nuova capitale del Regno d’Italia. I rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede vennero regolati dalla legge delle Guarentigie approvata il 13 maggio del 1871.
Le strategie di unificazione dell’Italia portate avanti dalla classe politica e dal Re si proponevano di acquisire velocemente tramite la guerra contro l’Austria il Veneto e il Trentino e tramite accordi con la Francia, maggiore protettrice del Papato, l’acquisizione di Roma quale capitale d’Italia. Alla conclusione della guerra Austro-Prussiana, fu ben chiaro che l’unificazione italiana sarebbe stata tutto tranne che veloce. L’acquisizione di Roma come capitale d’Italia era un progetto da molto tempo auspicato da Vittorio Emanuele II, ma a frapporsi tra il Re e il proprio sogno vi era sempre la Francia la quale era la protettrice del Papa e dei propri possedimenti, di fatti, l’Italia nel 1864 aveva stipulato con la Francia un’intesa per cui l’Italia non avrebbe attaccato i territori papali e la Francia avrebbe rinunciato alla propria presenza militare su di essi.
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In seguito alla guerra Austro-Prussiana, l’assetto politico europeo variò notevolmente: la Prussia era ormai il Paese più forte politicamente e la sua egemonia mal era tollerata da Napoleone III, in breve tempo la situazione tra i due Paesi divenne più tesa fino ad arrivare all’inevitabile scontro: il 19 luglio 1870 scoppiò la Guerra Franco-Prussiana. La guerra si concluderà all’indomani della sconfitta delle truppe francesi nella Battaglia di Sedan (1° settembre 1870); la notizia della ritirata delle truppe francesi dal conflitto provocò numerosi tumulti in Francia tali da nominare decaduto l’Impero di Napoleone III e la nascita di una nuova Repubblica.
TRATTATO DI FRANCOFORTE
Il 10 maggio 1871 fu firmato il Trattato di Francoforte tra Francia e Prussia il quale sanciva il passaggio di Alsazia e Lorena a quest’ultima. La caduta di Napoleone III, e la contorta situazione politica francese, consentiva la rottura senza conseguenze da parte dell’Italia del patto di non invasione dei territori papali, per tanto, il comandante Cadorna fu incaricato della conquista di Roma. Il 20 settembre 1870 i bersaglieri compirono la Breccia di Porta Pia ed entrarono in territorio del Papa senza trovare ostacoli, in breve tempo Roma divenne a tutti gli effetti territorio del Regno d’Italia. Il 3 febbraio 1871 Roma fu nominata Capitale del Regno d’Italia.
LEGGE DELLE GUARENTIGIE
Il 13 maggio 1871 fu approvata dal governo italiano la Legge delle Guarentigie. Tale legge aveva lo scopo di regolare i rapporti tra il Regno d’Italia e lo Stato Vaticano. Questa legge affermava che il Papa era a tutti gli effetti, un cittadino italiano con alcuni benefici scaturiti dalla sua posizione di capo spirituale della Chiesa, per tanto aveva diritto ad avere una propria scorta armata che ne proteggesse la persona e alcuni palazzi e monumenti facenti parte dei propri numerosi possedimenti fossero del tutto esenti dalle leggi italiane come ad esempio Castel Gandolfo.
Il Papa avrebbe anche ricevuto un contributo economico finalizzato al proprio sostentamento.
La legge inoltre garantiva l’assoluta indipendenza reciproca del Regno e del Papa. La risposta della Chiesa fu netta e negativa, la legge così formulata fu ritenuta inaccettabile da Papa Pio IX il quale sin dalla Presa di Roma si barricò all’interno del Vaticano e non ne uscì più per protesta contro il Regno, e così fecero i suoi successori per i seguenti sessant’anni, inoltre, rifiutò la quota offertagli dal Governo per il proprio sostentamento. Il Governo infastidito dalla caparbietà del Pontefice e in un’ottica sempre più anticlericale avviò alcune riforme contro la Chiesa:
- fu introdotta la leva militare obbligatoria anche ai seminaristi;
- fu abolito l’insegnamento della teologia da tutte le università pubbliche e la gestione e il controllo dei seminari divenne anche statale.
I rapporti tra Regno e Chiesa da qui in poi saranno sempre più difficili fino ad arrivare al culmine nel 1874 con la promulgazione da parte del Pontefice dell’espressione simbolica "non expedit" con la quale s’imponeva a tutti coloro che si definissero cattolici, credenti e praticanti, di non partecipare attivamente alla vita politica del Paese.
LA TRASFORMAZIONE DELL’EUROPA
La trasformazione dell’Europa in questi anni fu molto complessa ed anche molto sofferta per via delle numerose guerre che comportarono non solo la compromissione di assetti politici ormai stabili, come accadde in Austria, ma anche e soprattutto un’irrequietezza a livello sociale ed economico che a loro volta generarono cambiamenti politici come avvenne in Francia. I conflitti della Prussia contro Austria prima e Francia poi, crearono il solido blocco politico dell’Europa centrale costituito dalla Confederazione Tedesca, tuttavia, generarono anche un cambiamento sostanziale della situazione italiana, Il Regno d’Italia acquisì finalmente il Veneto tanto bramato sin dalla Prima Guerra d’Indipendenza e grazie alla caduta di Napoleone III riuscì persino a conquistare Roma e a farne la propria Capitale.