Il Quattrocento in letteratura: riassunto
Il Quattrocento nella letteratura italiana: introduzione storico-sociale, l'evoluzione della lingua: parole nuove e mutamenti di significato
Indice
Il Quattrocento in letteratura
Il contesto storico
Nel XIV secolo la civiltà medievale era entrata in piena crisi e nuovi modi di sentire, di pensare e di agire avevano cominciato a manifestarsi in ogni campo: nell'economia, nella politica, nella società e nella cultura. Con il Quattrocento questo processo giunge a maturazione e si delinea un nuovo periodo della storia, con caratteri ben definiti: il Rinascimento. L'uso di questo termine vuole evidenziare il fervore che si manifesta in tutti i campi dell'attività umana nei secoli XV e XVI, come se si trattasse di una rinascita, di un risveglio dopo un lungo sonno.
L'aspetto che maggiormente caratterizza la nuova mentalità è un sentimento forte di fiducia nell'uomo e nelle sue possibilità creative, in contrasto con la visione religiosa medievale. Il Medioevo infatti riconosceva un valore all'uomo solo perché era in rapporto con Dio, mentre il Rinascimento mette al centro di ogni suo interesse l'uomo come essere autonomo, indipendentemente dal rapporto con il suo creatore. Appunto per questo, l'aspetto letterario del Rinascimento prende il nome di Umanesimo ed è costituito dalla riscoperta dei classici, con il rifiorire degli studi della lingua e della cultura greca e latina. Gli umanisti si sentono infatti spiritualmente più vicini agli antichi che non ai loro più diretti antenati, tanto da considerare il Medioevo come un'«età di mezzo» fra loro e i classici.
Non si può comunque parlare di «frattura» I il mondo del Trecento e quello del Umanesimo, quanto piuttosto di evoluzione. Nel Trecento lo sviluppo dei comuni aveva debolito fortemente l'autorità dello stato, ma continue lotte interne avevano fatto nascere I'esigenza di un governo forte, capace di garantire la pace, e l'ordine, favorendo così la nascta delle Signorie.
Essi cercano di mantenere una situazione di equilibrio ma verso la fine del secolo questo equilibrio è sempre più difficile da mantenere e inoltre la scoperta dell'America, nel 1492, sposta l'asse del commercio mondiale dal Mediterraneo all'Atlantico, sottraendo ricchezza agli stati italiani e quindi indebolendoli.
La cultura e l'evoluzione della lingua
Dopo la splendida fioritura trecentesca, l'italiano conosce nella prima metà del Quattrocento un periodo di ristagno. Il Quattrocento, infatti, è il secolo della riscoperta della letteratura e della civiltà classica, quella degli antichi Romani e Greci, di cui nei lunghi secoli delle invasioni barbariche si era conservato il ricordo ma si aveva una scarsa conoscenza. A cominciare dalla seconda metà del Trecento, letterati e studiosi, cercando nelle biblioteche, nei conventi e ovunque possibile, riportano alla luce opere latine di cui si erano perdute le tracce, le studiano con passione e si entusiasmano per la loro bellezza e la profondità dei pensieri che vi sono espressi. Si afferma così un movimento culturale che pone alla base della cultura lo studio e l'imitazione dei classici e che fu chiamato Umanesimo
, perché i Latini chiamavano huma-nae litterae gli studi letterari, ritenendo che essi fossero i più adatti a elevare spiritualmente l'uomo.Nessuna meraviglia, dunque, se in questa atmosfera di entusiasmo per la latinità classica, la maggior parte degli umanisti rifiuta di scrivere in volgare: a loro parere, esso può essere adatto agli usi pratici (lettere, conti di cassa, contratti, ecc.) ma non alla produzione di opere d'arte e di pensiero. La crisi del volgare non dura comunque a lungo e già nella seconda metà del secolo esso torna a rifiorire.
Parole nuove e i mutamenti di significato
Nel Quattrocento il lessico italiano continua ad arricchirsi. Per indicare nuovi oggetti, nuovi modi di pensare, nuove istituzioni si coniano nuovi nomi o si danno nuovi significati a vecchie parole. Il sostantivo posta, ad esempio, passa dal significato di «luogo dove si cambiano i cavalli» a quello di «trasporto di corrispondenza», mentre da Venezia si diffonde in altre città l'istituzione e il nome del catasto (l'ufficio che cura l'inventario generale dei beni immobili, cioè terreni ed edifici, indicandone l'ubicazione, il proprietario, ecc.). Grandissimo, naturalmente, nel secolo dell'Umanesimo è il contributo del latino all'ampliamento del lessico. Sono latinismi ad esempio arbusto (arbustum), prodigioso (prodigiosum), satellite (satellitem: in origine «guardia del corpo»).
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